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#Love4Jazz: Antonio Onorato – Vesuvio Blues

 

Il jazzista e compositore Antonio Onorato ha ormai da qualche mese pubblicato il suo nuovo lavoro il ventiseiesimo ed il titolo del cd (Vesuvio Blues) può trarre in inganno. Come un jazzista che ritorna alle sue radici blues? Non è così, l’indio metropolitano, come affettuosamente viene chiamato l’artista partenopeo mantiene la sua linea jazz e continua nella sua ricerca frenetica di nuovi sound e contaminazioni. Indio perché ama moltissimo i Nativi Americani ed anche per i suoi  tratti somatici che lo avvicinano ai Sioux.

L’uso dell’iPad

Occorre dire che in quest’era digitale non è poi tanto sorprendente prendere un iPad e inserirlo fisicamente in una chitarra elettrica. Ecco in questo caso la sperimentazione. Il passo successivo, è decidere cosa suonare. Antonio Onorato ci ha provato con un tema decisamente ‘mozartiano’ ed il titolo del brano è ‘Where Are You?’, che apre con incedere classico il suo nuovo disco, come del resto era accaduto nel lavoro Emmanuel.

Questa di Onorato rappresenta l’ennesima esplorazione di un chitarrista che alle tecnologie ha sempre guardato con molto interesse, ma – è necessario sottolinearlo – solo per aumentare il suo potenziale creativo.

La Yamaha G10

Un po’ di anni fa, Onorato ha cominciato a utilizzare la Yamaha G10 e qui è necessario dire che il chitarrista corallino è l’unico a suonare professionalmente la chitarra synth o chitarra a fiato (definizione che lui steso ha coniato). Da quel momento ecco la tecnica al servizio dell’espressività, sino ad arrivare alla funzione dell’ iPad, come abilmente anche in questo suo nuovo disco oltre ovviamente, ad aggiungere qualcosa di se stesso e provando a restituire un’immagine sintetica delle tante anime che affollano il suo universo sonoro, sound costruiti tra jazz e scale napoletane, blues e bossa nova. Con il suono limpido, aperto, “cantabile” della sua chitarra, al servizio di un viaggio tra innovazione e tradizione.

“Vesuvio Blues”, è stato presentato dal vivo lo scorso ottobre alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, mentre dalle diverse stazioni radio imperversa da tempo il singolo “’O nonno mio”, dove si ascolta, questa la vera e grande novità del 26esimo album del chitarrista-compositore, la voce dello stesso Antonio Onorato.

E questo accade in quattro brani: ‘O nonno mio’, lì dove canta «Si ‘o nonno mio nun era muorto, era vivo ancora…», un detto napoletano che serve al musicista per svelare alcune ipocrisie del nostro tempo: «Gente che vive di bugie, di false promesse, gente che sta dietro alla guerra sta avvelenando la nostra terra».

Onorato e Jimi Hendrix

In ‘Casa rossa’, brano che chiude il disco, vi è invece, un essential blues napoletano, un chiaro omaggio a Jimi Hendrix. «È il chitarrista che adoro di più», spiega Onorato, mentre, seduto a un bar con vista mare, si aggiusta il cappello che lascia i lunghi capelli al vento.

«Ho incontrato Enrico Rava e mi ha fatto i complimenti. “E’ il tuo look”, mi ha detto, “non lo cambiare”». Si parlava di Jimi Hendrix, anche lui cantava. «Era un genio. In realtà io da ragazzo, quando frequentavo il liceo, cominciai a cantare. Conoscevo a memoria tutte le canzoni dei Beatles, tanto che a scuola andavo benissimo in inglese. Poi ebbi un rigetto… A quei tempi andavano di moda i complessi, io ero identificato come il cantante del gruppo e mi arrabbiavo. Volevo essere prima di tutto un chitarrista. Attraverso lo studio del rock, del blues, del jazz, ho realizzato il mio sogno».

Si sa che Antonio ha suonato, poi, con alcuni grandi jazzisti: Toninho Horta, Franco Cerri, Eddy Palermo (suo grande maestro), Pat Metheny e poi anche con Pino Daniele, con il quale è stato legato da profonda amicizia partecipando come guest star alle due tournèe di Tutta ‘nata storia 2012/2013 e 2013/2014.

«Pino lo conobbi a vent’anni, mi diceva di studiare, aveva molta stima di me e mi diceva pure di mettere il mio nome nelle locandine come special guest».

Nel disco di Antonio non poteva mancare l’omaggio allo scomparso Rino Zurzolo, quel grande contrabbassista di Daniele e di quella band che ha dato la svolta al sound partenopeo. Onorato poi sostiene:

«Non faccio parte di quel movimento, ma ne sono influenzato, per me il punto di partenza è Napoli, poi c’è tutto il mondo. Quando suono mi sento come una ricetrasmittente, cerco di arrivare a una spiritualità più grande ed è attraverso la musica che passa l’energia positiva».

Antonino Ianniello

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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