CronacaIntervisteNewsPrimo PianoSanità

Covid-19: Vaccino o Cure domiciliari, il medico di base ha facoltà decisionale

Covid-19: Vaccino e Cure domiciliari, la palla passa al medico di base, la cui facoltà decisionale è stata ripristinata. In base all’anamnesi del proprio paziente, infatti, può stabilire se, in caso di infezione da Sars Cov 2, la persona può fare le cure a domicilio (terapia domiciliare) oppure se deve avere la somministrazione del vaccino.

Certamente una conquista e riconquista dell’autonomia del medico di base che ha contezza della reale condizione di salute dei pazienti, in quanto li monitora in modo costante e continuativo.

Naturalmente, ciò comporta che non sarà più possibile ostacolare il metodo del ricorso al vaccino a favore esclusivo della terapia farmacologica. 

E’ stata infatti diffusa il 26 aprile scorso la nuova circolare del Ministero della Salute che aggiorna le linee guida per le cure domiciliari dei pazienti Covid-19.

Il documento, redatto da un Gruppo di Lavoro costituito da rappresentanti istituzionali, professionali e del mondo scientifico, illustra le modalità di gestione domiciliare del paziente affetto da COVID-19 da parte del Medico di medicina generale e del Pediatra di libera scelta sulla base delle conoscenze disponibili a oggi. Le linee guida si rivolgono anche ai caregiver, agli infermieri e ai pazienti stessi.

Le raccomandazioni si riferiscono alla gestione farmacologica dei casi lievi di Covid-19. In linea generale, per le persone con queste caratteristiche cliniche non è indicata alcuna terapia, al di fuori di una eventuale trattamento sintomatico di supporto.

Tra le indicazioni si introduce la valutazione sui pazienti da indirizzare nelle strutture di riferimento per il trattamento con anticorpi monoclonali, vengono date indicazioni più accurate sull’utilizzo dei cortisonici, vengono specificati gli usi inappropriati dell’eparina, vengono indicati chiaramente i farmaci da non utilizzare. Infine, nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, viene esplicitato il concetto di “vigile attesa” come sorveglianza clinica attiva, costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente.

In particolare si consiglia di:

  • non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti, terapie psicotrope)
  • utilizzare un trattamento di tipo sintomatico con paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all’uso, o altri farmaci sintomatici su giudizio clinico
  • non utilizzare routinariamente corticosteroidi; inoltre, un utilizzo precoce di questi farmaci si è rivelato inutile se non dannoso, in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria
  • utilizzare eparina solo nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto
  • evitare l’uso empirico di antibiotici; il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi in cui l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica
  • non utilizzare idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti
  • valutare, nei pazienti a rischio di progressione di malattia, la possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione.

Si segnala, inoltre, che, a oggi, non esistono evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (come vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato.

Sulla base dell’analisi della letteratura scientifica disponibile a oggi e sulla base delle caratteristiche tecniche dei saturimetri disponibili in commercio per uso extra-ospedaliero, si ritiene di considerare come valore soglia di sicurezza per un paziente Covid-19 domiciliato il 92% di saturazione dell’ossigeno.
Se la saturazione dell’ossigeno scende sotto il 92% valutare o ricovero e ossigenoterapia a casa.

Vista la costante evoluzione delle conoscenze sull’infezione, sul decorso della malattia Covid-19 e sulle possibilità terapeutiche, il documento verrà periodicamente aggiornato, al fine di rendere le indicazioni conformi alla pratica clinica internazionale, sulla base delle emergenti conoscenze scientifiche.

Maria Rosaria Voccia

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.

Leggi di più