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Salerno: Fonderie Pisano, Comitato salute e Vita “un conflitto di interessi riguardante il sindacato FIOM/CGIL?”

26 maggio 2023

Salerno-  Si è tenuta oggi, presso il Bar Verdi Caffè Letterario, una conferenza stampa a cura dell’Associazione/Comitato “Salute e Vita”, per raccontare gli ultimi tasselli relativi all’annosa questione delle Fonderie Pisano, venuti alla luce nelle ultime settimane.

C’è da premettere che, dagli organi di stampa, abbiamo appreso che il prossimo 7 giugno si terrà, presso Palazzo di Città a Salerno, il quarto incontro del Tavolo Tecnico sulle Fonderie Pisano, in cui saranno invitati a partecipare, come componenti del tavolo, i
Sindaci dei Comuni di Baronissi e Pellezzano, il Direttore Generale e Sanitario dell’ASL di Salerno e l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.
Quest’ultimo, proprio una settimana fa, in occasione del “question time” del consigliere regionale Michele Cammarano, ha sostenuto quello che noi ribadiamo da anni, ovvero che i controlli su questo impianto industriale, che danno risultati apparentemente normali, stridono con la realtà che tutti i giorni vivono i cittadini della Valle dell’Irno, costretti quotidianamente a sopportare le esalazioni ed i fumi molesti delle Fonderie
Pisano, definendo questi imprenditori “inaffidabili, irriguardosi, irresponsabili”.
Eppure, le varie figure professionali appartenenti all’ Associazione/Comitato “Salute e Vita”, ovvero avvocati, medici ed ingegneri, con i fatti, nel corso degli anni, hanno dimostrato la loro competenza: è infatti risaputo che, solo grazie al nostro intervento, sono state scoperte diverse gravissime malefatte. A cominciare dalla mancanza del
certificato antincendio: è grazie alla mobilitazione del nostro comitato popolare (contrapposta al silenzio di allora dei rappresentanti sindacali) se è stato sollevato il problema e si è evitata una tragedia come avvenne con la Thyssenkrupp e dunque se, nel 2017, i Pisano dovettero fare investimenti per le modifiche necessarie a garantire la
sicurezza ai lavoratori che quotidianamente erano esposti a rischi ingiustificati solo per
garantire risparmi e profitti a questi imprenditori.
È merito nostro se è stato smascherato il conflitto di interessi che vedeva la professoressa Maria Triassi diventare, nell’ottobre del 2019, Consulente Tecnico di parte delle Fonderie Pisano nell’ambito dell’indagine penale per stabilire il nesso di causalità tra le morti nella Valle Dell’Irno e la presenza delle Fonderie Pisano, mentre dal 2016
svolgeva il ruolo di direttore scientifico per uno studio di interesse pubblico (lo SPES) che
mirava a comprendere l’incidenza dello stesso stabilimento industriale sull’ambiente e
sulla popolazione.
Siamo sempre noi ad esserci costituiti nei processi e ad aver ottenuto, dopo anni di
richieste, di atti istituzionali e ben due sentenze del TAR, che la Regione Campania
rendesse finalmente noti i risultati dello studio SPES, fino ad allora chiusi in qualche
cassetto.
E siamo, oggi, ancora una volta noi a sollevare l’ennesimo, possibile, conflitto di
interessi. I sindacati dovrebbero spingere verso l’eliminazione delle cooperative che
troppo spesso aumentano il precariato e fare il possibile per favorire l’
assunzione diretta da parte delle aziende, affinché vengano garantiti a
i lavoratori maggiori tutele. Eppure, questo sembra non succedere all’interno delle Fonderie Pisano, dove, da informazioni in nostro possesso, verrebbero assunti operai attraverso una cooperativa – visura in
allegato – nata ad aprile 2021, che vede come Presidente del Consiglio di
Amministrazione il figlio del sindacalista della Segreteria Provinciale FIOM/CGIL di
Salerno, nonché rappresentante sindacale RSU Fonderie Pisano, Angelo Clemente e,
come Vice Presidente e Consigliere, due persone che sembrerebbero essere dipendenti
delle Fonderie Pisano. Una cooperativa, “CLEMA”, il cui nome pare che richiami Clemente
Angelo, ovvero il padre del responsabile della suddetta cooperativa, ma anche
rappresentante sindacale delle Fonderie Pisano, il quale,
appena un mese fa, ha dichiarato alla stampa, relativamente ai recenti controlli di Carabinieri, con Ispettorato
del lavoro ed ARPAC, che l’azienda è “oggetto di veri e propri raid, come se
commettessimo malefatte o non rispettassimo la legge”. Va sottolineato che, apprendiamo dalla stampa locale di quei giorni, “ i militari del Noe e gli ispettori del lavoro hanno acquisito documenti relativi al contratto di lavoro dei dipendenti dell’azienda e la documentazione sui dispositivi di sicurezza sul lavoro.  Dunque, se
questi controlli hanno avuto come obiettivo quello di verificare le norme di sicurezza per i
lavoratori (o forse riguardavano proprio verifiche sulla cooperativa?), è surreale che un
sindacalista possa definirli “
raid”. A meno che non vi sia un palese conflitto d’interessi.
Pertanto, se tutto questo dovesse corrispondere al vero e non ci sarà una smentita,
allora non vi saranno più dubbi che tutto quello che abbiamo denunciato in questi anni,
riguardante il comportamento della CGIL, è vero.
Ci è sempre sembrato strano che, negli anni, non ci risultino dichiarazioni rilasciate dalla
CGIL a difesa dei lavoratori e della loro sicurezza sul luogo di lavoro, non una
rivendicazione a loro tutela, pur sapendo, per esempio (ed Angelo Clemente all’epoca ricopriva un ruolo di responsabilità in merito alla sicurezza della fabbrica), che per anni è mancato il certificato antincendio,
che metteva seriamente a repentaglio non soltanto la
sicurezza degli operai che prestavano la loro opera all’interno della fonderia, luogo
intrinsecamente ad elevato rischio di incendio, ma anche la popolazione nel contesto
urbano in cui lo stabilimento è inserito. Così come non ci appariva normale che, ogni
qualvolta la Magistratura indagava o venivano pubblicati studi epidemiologici (come quelli
a cura di scienziati internazionali come i professori Annibale Biggeri e Francesco Forastiere, che a Taranto hanno dimostrato il nesso causale con l’ILVA e che si sono
espressi in modo incontrovertibile anche nella Valle dell’Irno), si difendeva la proprietà, anziché elogiare l’impegno di chi chiedeva e pretendeva che venisse garantita la sicurezza sul lavoro. Oggi, invece, per quanto assolutamente non condivisibile, tutto questo sembra essere più chiaro.
Comunicato Stampa 

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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