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Duomo di Salerno: la lapide che testimonia lo scalo salernitano “Molo Manfredi”

Forse non tutti sanno che nel Duomo di Salerno, nell’Abside delle Crociate, c’è una lapide  con questa iscrizione: “A.D. MCCLX Dominus Manfredus magnificus Rex Siciliae, Domini Imperatoris Friderici filius, cum interventu Domini Johannis de Procida, magni civis Salernitani, Domini Insulae Procidae e Tramontis, Cajani et Baronie Pistilionis ac ipsius Domini sotii et familiaris, hunc portum fieri fecit” (“L’anno del Signore 1260, Manfredi, Signore magnifico Re di Sicilia, figlio dell’imperatore Federico, per intervento di messer Giovanni da Procida, grande cittadino Salernitano, Signore dell’Isola di Procida, di Tramonti, di Caiano e della Baronia di Postiglione, e amico e familiare dello stesso Re, fece costruire questo porto”).

La lapide testimonia la “posa della prima pietra” dello scalo salernitano, da cui deriva il nome “Molo Manfredi”.

La “scoperta” è avvenuta in occasione dell’ultima edizione della Fiera del Crocifisso Ritrovato, e dall’incontro con l’avvocato marittiista Alfonso Mignone, Presidente dell’International Propeller Club Port of Salerno, nonchè promotore, nel settembre 2018, di una riproduzione “artistica” della lapide, collocata nella Stazione Marittima di Salerno.

L’avvocato Mignone, cultore della storia marinara della città, spiega che l’epigrafe fu ritrovata tra i flutti nel 1568 dal Sindaco Agostino Guarna e poi affidata, affinché fosse custodita per sempre, all’Arcivescovo della Cattedrale di S. Matteo.

Nel 1260  Giovanni Da Procida, Magister della Scuola Medica Salernitana, già artefice, nell’anno del Signore 1259, della nascita della Fiera Mercantile di San Matteo , tra le più importanti del Mediterraneo, consigliò a Re Manfredi di Svevia di costruire a Salerno un nuovo molo, ampliando il porto preesistente affinché Salerno diventasse lo scalo principale dell’Italia meridionale per i commerci col resto dell’Italia e con l’Oriente.

“La tradizione marinara di Salerno – aggiunge Mignone, che anticipa la prossima uscita di un suo volume sulla storia del Porto di Salerno – è iniziata in epoca romana ed è testimoniata dalla presenza, presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno, di un Viridarium con annesso bassorilievo, in cui è rappresentata una  nave in partenza da Salernum, colonia romana ed approdo commerciale già dal 194 a. c., e da quella di un’altra nave, all’interno della Cattedrale, risalente al periodo delle Crociate, proveniente da San Giovanni d’Acri, che scarica la “Terra Santa” di Gerusalemme”.

Quindi, stando agli studi dell’avvocato Mignone, la “marittimita’” della nostra città non è un fatto recente, bensì un acclarato da secoli.

Maria Rosaria Voccia

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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