Salerno, ennesimo oltraggio alla chiesa di Sant’Anna al Porto: profanata la porta simbolo di fede, storia e solidarietà
La denuncia dei residenti. Lo sconforto del Parroco

1°Luglio 2025
Salerno- Ennesimo oltraggio alla chiesa di Sant’Anna al Porto: profanata la porta simbolo di fede, storia e solidarietà
Ancora una volta, un gesto incivile ha ferito il cuore pulsante della spiritualità e della storia salernitana. Nella notte, ignoti hanno imbrattato con escrementi la porta della Chiesa di Sant’Anna al Porto, un portone non solo fisico ma altamente simbolico: custodisce da secoli una comunità devota, solidale e profondamente legata al mare e alla tradizione.
È il terzo episodio in breve tempo e il più grave per l’impatto morale sulla cittadinanza. Quella porta, incisa dal tempo e dalla devozione, rappresenta l’ingresso a un luogo dove ogni giorno si prega, si accoglie chi è in difficoltà e si custodiscono valori che vanno oltre la religione. È il volto della Salerno più autentica: quella che non volta le spalle, che abbraccia, che resiste.
Le feci e le urine versate sul legno
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Questo gesto non è solo vandalismo, ma è un gesto contro l’anima della città, alle persone che si dedicano agli altri. La Chiesa di Sant’Anna, da tempo, apre le porte non solo della chiesa, ma del cuore.
A fronte di questi atti ripetuti, i fedeli chiedono con forza interventi concreti: più videosorveglianza, pattugliamenti e il coinvolgimento delle autorità competenti per fermare questa deriva incivile.
La Diocesi, insieme ai cittadini, chiede giustizia e rispetto. Perché quando si ferisce la Porta di Sant’Anna, non si profana solo un edificio: si sfregia l’identità stessa di Salerno, fatta di fede, accoglienza e amore per la propria storia.
Una fedele: “Don Claudio Raimondo, il parroco della chiesa, è una persona eccezionale, sempre presente e pronto ad aiutare ed ascoltare chiunque ne abbia bisogno e anche in questo momento, durante la celebrazione successiva alla pulizia della porta da parte dei presenti, ha trovato una parola buona per chi ha messo in atto questi atti vandali e una parola di conforto per chi ha pulito. Prima di iniziare la celebrazione ha ringraziato i fedeli aggiungendo che per raggiunger il paradiso bisogna fare penitenza e pian piano ce la faremo. Ma aveva anche le lacrime agli occhi quando ha visto la porta della chiesa e della sacrestia nuovamente deturpata, non per lui, ma per il simbolo che riveste a livello storico, religioso e simbolico per il quartiere.
Maria Rosaria Voccia