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Salerno: Adesione del personale docente dell’Università alle mobilitazioni del 23 e 24 febbraio per il cessate il fuoco nella striscia di Gaza e il ripudio della guerra

22 febbraio 2024

Salerno- Adesione del personale docente dell’Università di Salerno alle mobilitazioni del 23 e 24
febbraio per il cessate il fuoco nella striscia di Gaza e il ripudio della guerra
Cessate il fuoco immediato e ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza. Fine del blocco
esercitato da Israele sulla striscia di Gaza. Interruzione dei traffici di armi dirette a Israele e a
qualunque altro contesto di guerra. Fine dell’occupazione coloniale della Cisgiordania e di
Gerusalemme Est.
Per questi motivi il 23 febbraio è stato indetto uno sciopero generale per “tutte le categorie del
comparto privato e pubblico” da un insieme di sindacati di base, tra cui il S.I. Cobas1
. Lo sciopero si
collega alle manifestazioni del 24 febbraio che si svolgeranno per chiedere di fermare il genocidio a
Gaza, di liberare i palestinesi in ‘detenzione amministrativa’ e gli ostaggi israeliani, di riconvertire
l’industria bellica italiana, di cercare soluzioni politiche al conflitto armato in Ucraina, con un corteo
nazionale a Milano indetto dalle organizzazioni dei giovani palestinesi e una serie di iniziative in
diverse città italiane, comprese quelle promosse dalla Rete Pace e Disarmo e dalla rete internazionale
Europe for Peace oltre che dall’Arci2
.
Noi firmatarie e firmatari, in qualità di docenti dell’Università degli studi di Salerno, aderiamo alle
giornate di mobilitazione del 23 e 24 febbraio per evidenziare quanto sia importante unire l’iniziativa
di diversi mondi del lavoro a quella più generale che si svolge nel resto della società e anche per
mettere in rilievo la necessità che la stessa università cambi le proprie politiche verso la guerra, verso
lo Stato di Israele e verso il rapporto con l’industria militare. Per queste ragioni, una parte dei docenti
dell’Università di Salerno ha anche firmato l’“Appello da parte di accademici e accademiche italiane
per chiedere un’azione urgente per un cessate il fuoco immediato e il rispetto del diritto umanitario
internazionale”3
e la petizione promossa dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e
delle università4
.
Lo stiamo dicendo da tempo, nella nostra attività di ricerca così come nell’esercizio pubblico del
nostro lavoro, che c’è bisogno di pace e della promozione della cultura della nonviolenza in un mondo
in cui la produzione di armi cresce anno dopo anno, in totale contrasto, tra l’altro, con le politiche di
disarmo necessarie per contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. C’è bisogno
di dare sostanza all’articolo 11 della Costituzione, per il quale “l’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce
le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Così come stiamo dicendo da tempo – anche con l’adesione di una parte di noi allo sciopero del 17
novembre 2023 – che le imprese produttrici di armi, anche se svolgono ricerca a uso civile e anche se
di proprietà statale, devono stare fuori dalle università: come è il caso, diffuso, dei rapporti tra
Leonardo s.p.a. e una serie di atenei italiani, compreso quello di Salerno. La libertà della ricerca e
della formazione, sia universitaria che scolastica, non è compatibile con la logica militare e dei
militari, perché, altrimenti, favorisce la legittimazione culturale dell’industria bellica, la subalternità
della ricerca all’industria delle armi e l’ineludibile attrattività del lucro derivato dall’intersezione tra
mondo civile e militare.
In conclusione, per queste ragioni – per la fine della guerra contro la popolazione di Gaza, per
un’Italia che ripudi realmente la guerra in qualunque contesto e per sostenere una discussione che
faccia comprendere all’interno delle università la necessità di interrompere i rapporti con l’industria
bellica, anche quando riguardano la ricerca a uso civile – sosteniamo le giornate di sciopero e
manifestazioni di venerdì e sabato 23 e 24 febbraio.
Docenti Unisa in solidarietà con la Palestina
Primi firmatari e firmatarie:
Adalgiso Amendola
Gennaro Avallone
Katia Ballacchino
Davide Bubbico
Ivana Caputo
Guido Cavalca
Carolina Ciacci
Valeria Conti
Fabrizio Dal Piaz
Fabrizio Denunzio
Cristina Dusio
Marianna Esposito
Amelia Filippelli
Giuseppe Foscari
Domenico Fruncillo
Anna Mary Garrapa
Roberto Iorio
Alessandro Puzziello
Valentina Ripa
Francesco Schiaffo
Andrea Teti
Irene Margarita Theiner
Maria Caterina Turco
Vincenzo Venditto
Adriano Vinale
Francesco Vitale
Seguono le adesioni di altre e altri docenti

Comunicato Stampa 

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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