Vaccino Covid-19: intervista al professore Claudio Giorlandino “Dannoso dalla terza dose”
24 novembre 2022
«La popolazione umana attualmente partecipa all’esposizione al DNA estraneo in un enorme esperimento. Dopo il completamento delle vaccinazioni in tutto il mondo, dovrebbe essere istituito un programma sentinella indipendente post-vaccinazione per monitorare l’esacerbazione di disturbi umani inaspettati, forse nuovi, negli individui vaccinati».
Queste le parole messe nero su bianco in una sentenza del Tribunale di Firenze per consentire ad una psicologa sospesa per il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale di rientrare al lavoro.
Nonostante criticità e dubbi, l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza ha raccomandato l’uso della quarta dose dei sieri genici antiCovid, che sarà somministrata con lotti scaduti agli over 60 e alle persone “fragili”.
«La informiamo che il 10 settembre 2021 è stato approvato nell’Unione Europea (EU) un aggiornamento del periodo di validità con condizioni di conservazione a temperatura ultra-bassa per COMIRNATY. Questa estensione di 3 mesi si applica anche, retroattivamente, ai flaconcini prodotti prima della data di approvazione. Le confezioni che riportano in etichetta una data di scadenza compresa tra settembre 2021 e marzo 2022 possono continuare ad essere utilizzate per ulteriori 3 mesi oltre la data di scadenza stampata, purché siano state mantenute le condizioni di conservazione approvate tra -90 °C e -60 °C. Le date di scadenza aggiornate sono elencate qui di seguito».
Abbiamo raggiunto il dottore Claudio Giorlandino, ginecologo, Presidente della Fondazione Altamedica a Roma.
” Il cosiddetto vaccino per il covid in realtà è un siero, utile ad inizio epidemia, prima dell’arrivo della variante Omicron, in quanto il virus corona entrava nei polmoni e nei bronchi. Adesso che le varianti portatrici di un virus leggero, che si attesta alle prime vie respiratorie, continuare a proporre la vaccinazione non solo è del tutto inutile, ma dannoso. Dalla terza dose in poi, infatti, si introduce nel corpo un RNA alieno, cioè totalmente estraneo e nemico che porta all’alterazione della trans scriptasi inversa, esponendo ad un notevole danno fegato e vie biliari. A luglio del 2021 eravamo fuori dalla pandemia, poi è arrivato il green pass e dopo 15 giorni è riesplosa la pandemia. Non è colpa del coronavirus, quindi, ma della folle corsa ai tamponi rapidi. L’unico soggetto che non infetta è il guarito, questo vaccino non protegge e andava cambiato”.
Chi ha contratto il Coronavirus non ha più bisogno di vaccino
” Ovviamente può accadere che si contagi di nuovo – continua il professor Claudio Giorlandino –, ma non può mai ammalarsi di Covid, come per ogni influenza stagionale. Nessun soggetto che ha superato l’infezione è mai finito in un reparto di rianimazione a causa del Covid”.
Lo studio della Fondazione Altamedica è stato condotto con una metodica unica: la citometria a flusso sui linfociti B di memoria. Ne è emerso che la memoria immunologica per il SARS-CoV-2 permane a lungo, indefinitamente.
” Lo studio sperimentale – continua il professore Giorlandino –, eseguito su un numero considerevole di soggetti che hanno contratto l’infezione, dimostra che i linfociti B sono pronti a riattivarsi immediatamente allorché vengano nuovamente a contatto con il virus, trasformandosi in plasmacellule che poi genereranno gli anticorpi specifici. Ovviamente non vi è paragone sull’efficacia dell’immunità naturale rispetto a quella modesta e limitata post-vaccinale. I vaccini sono attivi soltanto contro una parte del virus, la proteina Spike, mentre gli anticorpi naturali sono attivi contro tutto il virus, e quindi non temono varianti. Sappiamo, inoltre, che il virus non è più aggressivo come prima della variante Omicron, e tutte le varianti che si sono susseguite conservano la ‘resistenza’ allo splitting della proteina di aggancio cellulare, la Spike. Infatti è noto che il SARS, per infettare i polmoni, deve subire una divisione dalla Spike. Divisione che avviene per meccanismi enzimatici detti TMPRESS2 e presenti sulle cellule polmonari. Tali varianti non sono splittabili. Da allora la quasi totalità dei decessi riferiti dai media non avvengono a causa del Covid, ma per cause diverse in soggetti che sono solo positivi al tampone. Sulla base di questo l’esecuzione di una quarta dose di vaccino è totalmente inutile. L’idea, poi, che chi si sia vaccinato sviluppi semmai una malattia inferiore non è più attuale. Oggi, è il virus corona stesso che, come è sotto gli occhi di tutti, ha perso virulenza, soprattutto nei non vaccinati. I nuovi vaccini Pfizer, che l’industria statunitense sta cercando di introdurre con la modificazione dell’Rna attivo contro alcune nuove (ormai anch’esse inattuali) varianti omicron, risultano destituiti di utilità. Innanzitutto perché il virus, come detto, ha perso la sua pericolosità (l’aggressione dei polmoni), e poi perché le varianti si susseguono incessantemente e possono essere contrastate solo da chi ha acquisito, con l’infezione, l’immunità naturale contro tutto il virus, indipendentemente dalle varianti che interessano solo piccole pari di esso. Chi è solo protetto dal vaccino rischierà questa rino-faringo-tracheite. Infatti la tecnologia di questi vaccini statunitensi arriva sempre molto più tardi delle mutazioni della proteina virale che vogliono contrastare”.
Maria Rosaria Voccia