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Lettera aperta del Gruppo DEEP Democrazia e Partecipazione Salerno
A S. E. Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità e
S.E. Monsignor Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno
Il 20 luglio scorso, dopo un incontro politico in una sala parrocchiale di Salerno, il Vicario Generale
dell’Arcidiocesi di Salerno, don Alfonso Raimo, inviò una circolare a tutti i sacerdoti con la quale ribadiva
che il Clero dovesse “assolutamente essere estraneo a qualsivoglia partito o schieramento politico” e per
questo proibiva l’uso delle parrocchie “a rappresentanti di qualsiasi raggruppamento politico, anche per
incontri, dibattiti o confronti in cui siano rappresentate tutte le parti politiche”.
Ben condividendo la scelta di una Chiesa estranea alla competizione politica ed elettorale, essendo il suo alto magistero al di sopra di tutte
le parti, appare alquanto incomprensibile la scelta, che ci auguriamo possa essere rimessa in discussione,
della celebrazione della Santa Messa Pontificale in occasione della solennità del Santo Patrono della città,
alla presenza di S.E. Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, in Piazza della Libertà a
Salerno.
La piazza in questione non è una piazza qualsiasi della città, sia per i vari procedimenti giudiziari che
l’hanno interessata, causa le gravi violazioni paesaggistiche e le onerose debolezze strutturali rilevate, sia per
il valore simbolico che essa rappresenta nella propaganda politica condotta da molti anni da Vincenzo De Luca, attuale presidente della Regione Campania, che proprio a Salerno ha il suo bacino elettorale.
Costruita sul mare, antistante il Crescent, il discusso edificio privato di lusso che ha sottratto due terzi della
vecchia spiaggia agli abitanti meno abbienti del centro storico, è il controverso emblema di una politica
improntata al consumo di suolo, fatta a spese dei contribuenti e a vantaggio di gruppi privati che dalle
speculazioni edilizie traggono arricchimento. Entrambi gli interventi sono stati oggetto di numerosi processi, alcuni conclusi con assoluzioni altri in corso ma restano gravi violazioni paesaggistiche e debolezze
strutturali della piazza, oggetto di continue varianti milionarie.
In questo quadro la funzione religiosa in Piazza della Libertà, oltre a rappresentare un rischio (la piazza non
risulta essere ancora collaudata), verrebbe interpretata come un sostegno esplicito a queste politiche ed alla
parte che le rappresenta, il tutto in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative che dovranno
designare il nuovo Sindaco della Città il 3 e 4 ottobre prossimo.
Se è questa la scelta della Diocesi di Salerno, e cioè da una parte proibire le parrocchie ad altri
candidati, dall’altra sostenere, con l’accompagnamento di un concerto del costo di centomila euro, il potere
dominante, essa si configura come un grave vulnus per l’imparzialità della Chiesa che si porrebbe a favore di
una parte e non dell’intera comunità.
Vogliamo quindi informare l’opinione pubblica e la stampa cattolica con l’auspicio che si possa
ritornare su tale decisione per un consesso più raccolto e più consono nelle sedi tradizionali della comunità
cristiana salernitana o anche in altre che non mancano nella città e offrono ampie garanzie per le prescrizioni
del Covid.
Comunicato Stampa Gruppo DEEP Democrazia e Partecipazione
Redazione