Google celebra Artemisia Gentileschi, la pittrice femminista ante litteram
Una grande pittrice, Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio, ma anche e soprattutto una donna che ebbe il coraggio di ribellarsi e denunciare il suo stupratore.
A 427 anni dalla nascita, Google la celebra oggi con un doodle.
Nata a Roma nel 1593, era figlia di Orazio, pittore amico di Caravaggio, e fin dall’infanzia frequentò il mondo degli artisti, divenendo una delle pittrici più talentuose del Barocco.
La sua vita fu irrimediabilmente segnata dallo stupro subito a 18 anni dal pittore e amico del padre, Agostino Tassi, e dal terribile processo che ne scaturì in cui la pittrice venne calunniata.
Dopo secoli di oblio è diventata un’icona. Di coraggio, intraprendenza, talento.
Un grandissimo coraggio mostrato da una donna che accetta l’umiliazione di un pubblico processo e il supplizio della tortura quale “prova di Dio” pur di veder condannato lo spergiuro che l’ha stuprata.
Una femminista ante litteram nella Roma del Seicento, che fa dell’arte lo strumento della sua libertà e il motivo che la condurrà alle corti di Venezia, Firenze, Napoli e Londra.
Dobbiamo la sua riscoperta a Roberto Longhi che nei primi del Novecento pubblicò uno studio dedicato ai Gentileschi, padre e figlia. Il suo giudizio è netto e inequivocabile: “L’unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura, e colore, e impasto”.
L’Adorazione dei Magi, Cattedrale di Pozzuoli
L’Adorazione dei Magi è un dipinto di Artemisia Gentileschi del 1636-37, del suo periodo napoletano, prima della partenza per l’Inghilterra.
Quest’opera, dopo essere stata conservata nel Museo San Martino a Napoli per circa cinquant’anni, è ritornata nella sua collocazione originaria, la Cattedrale di Pozzuoli, nel maggio del 2014.
Maria Rosaria Voccia