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La mente che trasforma
Scrivete a L’Esperto Risponde, redazione@sevensalerno.it
Il cervello è l’organo di controllo principale del sistema nervoso e le sue funzioni comprendono: la comunicazione, la coordinazione, l’apprendimento, il calcolo, la memoria. Potremmo azzardare che tra cervello e computer sussistono numerose analogie in quanto queste elencate sono operazioni svolte anche dai miglior PC. Sicuramente un potenziale enorme che possiede tantissime funzioni ancora oggi ignote . I due processi fondamentali del cervello sono l’apprendimento e la memoria. Volendo sintetizzare diremmo che l’apprendimento consiste nell’acquisizione di nuove conoscenze e la memoria nel persistere dell’apprendimento. La memoria è una delle funzioni principali del cervello. È grazie alla memoria se possiamo immagazzinare e richiamare determinate informazioni. Paradossalmente ci serviamo di questa funzione non esclusivamente come di un archivio da cui attingere informazioni che ci servono al bisogno, ma anche una dimensione che ci regala suggerimenti su come vivere il presente. Oltre alla memoria altre importanti funzioni cognitive sono : l’attenzione, capacità di selezionare alcuni stimoli ignorandone altri; la concentrazione, capacità di fissare il pensiero su un determinato oggetto.
Ma come si comporta la nostra mente nelle situazioni emotive?
Ogni stato emotivo è un mix di sensazioni che comporta un assetto neuronale più o meno positivo per la maturazione del cervello stesso. Potremmo considerare la mente come una navicella che viaggia liberamente all’interno del cervello .
Se si lascia cogliere dal vortice delle varie aree presenti, quella degli istinti (fame, sete), quella degli interessi (hobbies, lavoro), delle passioni (amore, tristezza ), perde la sua libertà. Una mente armonica è quella che viaggia in queste varie aree facendo scalo in ognuna di esse senza mai lasciarsene catturare.
Questo per dire che una mente vuota o quieta viaggia in maniera differente rispetto ad una mente occupata. La mente quieta, cioè scevra da pensieri ostacolanti ha la capacità di far attivare mediatori chimici che rilasciano endorfine, chitochine, etc.
Si tratta di sostanze dalla vita brevissima che svolgono una importante opera di collegamento per creare un armonico fluire dei trasmettitori di base. Per esempio quando ci innamoriamo vengono stimolate zone che vanno da quelle limbiche (delle emozioni) a quelle neurocorticali ( quelle del pensiero) che rilasciano dopamina e serotonina. Lo stato di innamoramento stimola anche le difese immunitarie. Se viviamo invece un rapporto di dipendenza, le aree interessate sono quelle denominate rettili e mammaliane, aree che governano l’istinto di autoconservazione . In queso caso il funzionamento del cervello è disarmonico.
Quando la nostra vita finisce con l’essere scandita da ritmi forzati, uguali e senza stimoli, può portarci a rasentare la noia. Ricordiamo sempre che siamo noi gli artefici del nostro stress.
Crediamo di riposare, magari ci concediamo delle pause che crediamo rilassanti, ma se le nostre aspettative rimangono sempre le stesse difficilmente ne usciamo. E ci stressiamo.
Dovremmo invece focalizzarci su quelle che potremmo definire le energie primordiali, ritrovare maggior affinità con la dimensione naturale dell’esistere e quindi sintonizzarci sui ritmi circadiani, su quelli stagionali, sullo scandire ciclico del giorno e della notte.
Purtroppo quanto più ci facciamo prendere da meccanismi razionali tanto più perdiamo la via del talento, quella zona solare così definita dal neuofisiologo Mc Lean che corrisponde alla nostra parte creativa.
Si tratta di strutture arcaiche, agli antipodi di dove abitano logica e razionalità. In condizioni di appagamento il nostro cervello secerne serotonina .
Stress, pensieri bloccanti, stanchezza riducono l’effetto corroborante di questo ormone e ci possono condurre fino a stati depressivi.
Divertimento e gioco invece aumentano la produzione di questo fondamentale ormone del benessere. Eventi nuovi e gradevoli sono fondamentali per rimettere in funzione questi attivatori di felicità.
Quando ci facciamo prendere e ci perdiamo in pensieri fissi, quando cominciamo a dialogare con essi, le idee ripetitive e negative prendono il sopravvento. Dietro le idee fisse in genere si nascondono le paure di quando eravamo bambini. Da qui possono nascere le nevrosi, come le chiama la psicanalisi, che mettono radici nella nostra mente e creano blocchi energetici che creano un circolo vizioso e ci fanno perdere energia. Se questi persistono rischiamo di cadere vampirizzati da situazioni nevrotiche. Dobbiamo anche qui necessariamente liberarci. Il responsabile di questo processo prende il nome di ‘meme’.
Quando un’idea, un pensiero, un’abitudine prendono il sopravvento su di noi hanno lo stesso effetto malefico di un virus. Così fissato il cervello tende a sclerotizzarsi su tragitti prevalentemente nervosi e dimentica le altre infinite alternative. Proviamo ad imitare i bambini. Quando i bimbi si prefissano un obiettivo non seguono un pensiero fisso.
Se riuscissimo ad imitarli potremmo divertirci sempre.
Proviamo a rinnovarci. Per vincere le abitudini bloccanti dovremmo “sprogrammarci”. Si tratta in pratica di un a presa di consapevolezza che ci permette di cambiare continuamente e quindi di rinnovarci dando modo al cervello di non perdere la sua elasticità. Pensiamo al cervello come ad un organo in evoluzione. È una teoria abbastanza nuova in campo scientifico in quanto in passato si pensava che il numero di neuroni fosse dato una volta per tutte alla nascita, che il cervello fosse statico. La grande scoperta operata da parte delle neuroscienze attribuisce al cervello la capacità di evolversi; il cervello non rimane uguale nel corso della vita, ma cresce ed evolve con noi. Siamo noi con le nostre abitudini a foggiare la nostra mente in una maniera piuttosto che un’altra. Grazie a questi studi possiamo procedere con uno sguardo rinnovato e vedere questo organo in tutta la sua specificità: plastico, in trasformazione, capace di garantire benessere e salute all’organismo.
Nel cervello aleggia una forza primordiale e rinnovatrice che si eleva grazie alle molle stimolanti delle novità che siamo in grado di offrirgli. Ciò che quindi pesa maggiormente sulle capacità del cervello sono proprio i residui tossici del passato , gli schemi fissi ed ingolfati delle cose ormai superate. Il segreto per salvarci la “testa” allora sta proprio nel non permettere alla polvere del tempo di offuscarlo e appesantirlo, ma, spolverando ben bene, farlo funzionare al meglio in nome del nostro benessere fisico e psichico.
Facciamoci un regalo: mettiamo da parte i ricordi a favore del silenzio, del vuoto, del tempo presente.
Sonia Sellitto Pedagogista, formatore, progettista europeo, esperta in disagio adolescenziale