Fonderie Pisano, Salerno: l’Intervista ad Antonio Cammarota
Sul caso “Fonderie Pisano” a Salerno, abbiamo intervistato l’avvocato Antonio Cammarota, Consigliere Comunale e Presidente Commissione Trasparenza al Comune di Salerno.
L’annosa questione delle Fonderie di Salerno, all’indomani del rinnovo AIA da parte della Regione per i prossimi 12 anni, e dell’ennesima protesta dei residenti, lei come la vede?
Sulle Fonderie Pisano, non si può affermare che provochino tumori, questo lo deve affermare la Magistratura.
Nel 2014 per la prima volta è stato concertato un tavolo istituzionale a Palazzo di Provincia, io all’epoca ero Presidente della Commissione sulla Terra dei Fuochi , con tutte le parti, incluso il Comitato Salute e Vita, l’ARPAC, le Associazioni, i Sindacati, , gli Assessori provinciali e comunali, i dirigenti di settore, le maestranze e i giornalisti.
In quella seduta, venne deciso il trasferimento della fabbrica a Cupa Siglia, un’area bonificata per l’impatto ambientale per costruirci il termovalorizzatore, area ubicata nel quartiere Fuorni, e dal momento che il termovalorizzatore appunto non si è fatto più, proposi di spostarci la Fonderia Pisano. E la proposta venne accolta da tutti, all’unanimità. Quella soluzione, oggi, sarebbe stata la migliore, industria, e operai sarebbero rimasti nel Comune di Salerno.
Inoltre, essendo io anche consigliere comunale, all’epoca dei fatti, proposi di far fare il controllo sui comini con i sindacati. La Proprietà Pisano, poi, garantì cento posti di lavoro se si fosse attuata la delocalizzazione.
A quel punto, sarebbe stato necessario, una volta che c era la disponibilità dell’area, un accordo di programma e una conferenza di servizi tra regione, provincia e comune. Accordo che non è arrivato.
Al momento, papabile risulta l’area industriale di Battipaglia.
L’indagine successiva della Procura della Repubblica ha prosciolto la Proprietà Pisano dall’accusa di omicidio o di strage per la problematica tumori, e ciò basta a chiudere l’argomento.
I residenti fanno bene ad evidenziare problematiche , ma la cosa deve andare a Napoli, alla Regione, in un tavolo istituzionale.
Nel 2014 l’AIA non era stata rinnovata, adesso è stata rinnovata per i prossimi 12 anni. Perche?
La sostanza tossica non è cancerogena alla fonte, l’ARPAC ha trovato inquinamento delle acque con l escherichia coli, le polveri delle fonderie si confondono con quelle provenienti dalle auto. Ripeto, ci vuole un tavolo di concertazione a livello regionale
Se la fonderia viene dislocata, gli operai non possono spostarsi.
La soluzione ideale rimane Cupa Siglia, a Salerno.
Come mai si è bloccato tutto, termovalorizzatore e dislocazione delle fonderie a Cupa Siglia?
Non saprei, francamente, come mai è andato tutto all’aria, avremmo avuto un immediato miglioramento ambientale per la nostra città.
La Provincia era competente, purtroppo il progetto naufragò. Per me è stata una sconfitta, di più non potevo fare.
Cosa si sente di dire ai residenti?
Ai residenti mi sento di dire che dovrebbero andare ad occupare i cancelli della Regione che dovrebbe istituire un tavolo di conferenza dei servizi per risolvere il problema. Se non si fa l accordo con il territorio ospitante con un piano industriale, non si può parlare di nulla.
Maria Rosaria Voccia