Cultura

L’Antica Fiera di San Matteo, Patrono di Salerno

Si avvicina la festa del Santo Patrono ma pochi sanno che a San Matteo è legata l’ Antica Fiera Mercantile il voluta da Giovanni Da Procida nel 1259 e durata fino al 1812.
Salerno era sotto il dominio della dinastia sveva e il Da Procida, già consigliere dell’imperatore Federico II , convinse Re Manfredi, il successore dello Stupor Mundi, a rendere Salerno, già denominata “Opulenta” durante la dominazione longobarda, capitale economica del Regno di Sicilia.
Per realizzare quest’obiettivo occorreva promuovere il commercio internazionale con l’istituzione di una fiera, a cui partecipassero mercanti provenienti da tutta Italia e da empori d’oltremare.
Alleata del Magister Giovanni fu ovviamente la Chiesa che con tale evento poteva incrementare il culto del Santo Patrono che diede il nome all’evento fieristico. Per favorire l’approdo dei mercanti dei Paesi rivieraschi si decise di
potenziare il porto con la costruzione del Molo Manfredi nel 1260.

Emporio Internazionale

Fu grazie a tale iniziativa periodica, che, presieduta da un funzionario regio, il Mastro di Fiera, si teneva per otto giorni di settembre, poi raddoppiati nel 1303 da Carlo I D’Angiò, che Salerno, anche grazie al porto, poté divenire emporio internazionale  e crocevia dei traffici marittimi del Mediterraneo tra l’occidente cristiano e l’oriente bizantino e musulmano.
Tutti i più importanti Portolani dell’epoca indicavano Salerno come snodo principale per scaricare le merci che dovevano poi raggiungere l’entroterra del Principato Citeriore.
La Fiera si caratterizzò anche come evento religioso in grado di richiamare numerosi pellegrini in visita alle reliquie di San Matteo. I mercanti che vi partecipavano, provenienti da terra e da mare, da Ponente a Levante, grazie alla lungimiranza dei regnicoli che utilizzavano la Fiera per promuovere il commercio, ottenevano esenzioni doganali e franchigie e, approfittando, della grande affluenza di persone intensificarono i loro affari.
Salerno divenne meta di Genovesi, Veneziani, Arabi, Greci, Marsigliesi, Fiamminghi, Fiorentini e  Catalani che poterono scambiare i loro prodotti con Ebrei ed Amalfitani.
Questi ultimi possedevano importanti quartieri in città e avviare  proficue relazioni economiche internazionali. Con le Grandi Scoperte Geografiche, che relegarono il Mediterraneo al rango di comprimario e l’insabbiamento del porto, divenuto ormai secondario rispetto a quello vicino di Napoli, anche la Fiera, a seguito del nuovo trend delle rotte commerciali verso il Nuovo Mondo, conobbe un ridimensionamento graduale che la trasformò da evento di respiro internazionale ad appuntamento di rilevanza locale, fino a quando, con Gioacchino Murat, fu definitivamente soppressa. La Fiera, con tutti i significati ad essa attribuibili, sia economici che religiosi, resta indubbiamente patrimonio della storia della città ed è stata oggetto di studio di illustri studiosi basti ricordare il celebre Andrea Sinno, con un volume edito dall’Ente Provinciale del Turismo di Salerno. Nel 1959, in occasione del 700° anniversario, l’Amministrazione comunale di Salerno, costituì l’Ente Fiera di Salerno, per rievocare annualmente l’evento e promuoverlo in chiave turistica, ma nonostante i buoni propositi e vari tentativi l’operazione non fu mai portata a termine, se non in tono minore, e a tutt’oggi i suoi fasti non sono ancora degnamente ricordati in occasione delle giornate dedicate al Santo Patrono.

Verso il Futuro

Salerno è sempre più proiettata verso una dimensione globale, nel secolo della Nuova Via della Seta Marittima, e sarebbe quanto mai opportuno restituire ai Salernitani quello che è da considersi come il nostro “Palio di Siena”, ossia un evento turistico, religioso, economico e identitario che coniughi passato presente e futuro di una città che ha mantenuto la sua favorevole posizione geografica in un Mediterraneo ritornato centrale dopo l’allargamento del Canale di Suez e la sua connotazione mercantile anche grazie ad un porto tra i più efficienti del Mezzogiorno.
Alfonso Mignone

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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