Ricettare l’arte… una performance domestica con l’artista che cucina per me
Una parete e il suo spazio..contenitori di sapori e stati d'animo
“La ragione fondamentale di ogni forma è la sua stretta aderenza alla vita. È una regola elementare dalle ricchissime e varie conseguenze”
Luigi Caccia Dominioni
Caro Valdi, è bello ritrovarti in una cucina, la tua cucina.
Lo spazio per come lo intendo io non è reale, è un vuoto… un contenitore da riempire.
Hai raccolto la tua vita in questo spazio. In questo, hai rinchiuso i tuoi ricordi, le persone care
È proprio vero, la ragione fondamentale di ogni forma è la sua stessa aderenza alla vita…
Valdi Spagnulo attraverso i suoi ingredienti in cucina, accarezza le donne della sua vita ; annusa gli ingredienti con la dannata voglia e consapevolezza di riuscire a percepirne un segno del loro passaggio.
Che gran bella cosa accostare il ricordo femminile ad un ingrediente, quale dono e ricordo più grande può lasciarci una donna quando si allontana…
Valdi Spagnulo, http://www.valdispagnulo.it/ artista, scultore di stati d’animo.
Valdi, modella un’emozione, possiede come pochi l’accumulo di un senso : riflessioni. La sua è una meditazione materica.
Sfuggire dalla geometria attraverso la geometria stessa, questo fa Valdi Spagnulo. Da sempre l’artista trasmette quella sensazione di incorniciare una parete, uno spazio, delineando su elementi materici, mutevoli… la disciplina dello sguardo.
Quel bellissimo indugiare che tutti noi proviamo osservando quotidianamente una parete bianca. Immaginandoci così sospesi… noi ascoltiamo un muro. Osservando, ma soprattutto riosservando le opere di Valdi Spagnulo, a distanza di anni, in diverse condizioni climatiche attitudinali, mi sono spesso sorpreso di non ritrovarmi quanto la mia memoria aveva ritenuto la volta precedente o al contrario, di scorgervi qualcosa che mi colpiva ora per la sua evidenza, mentre prima mi era sfuggita del tutto…
Lo stato d’animo è il catalizzatore, il solo capace di esercitare un flusso determinante sulla nostra linea d’azione tra noi e il piatto gastronomico, che ci permette attraverso questo, di percepire e cogliere determinati flussi emozionali e cognitivi.
Inesauribile è il nostro sguardo, e tale latenza è ancora più sorprendente davanti a opere che sembrano esaurirsi in un colpo d’occhio
“LO CHOC, LA SORPRESA, L’EMOZIONE PURA CHE NON SI VERBALIZZA”
Così è l’opera di Valdi Spagnulo, una parete e lo spazio… contenitori di sapori e stati d’animo.
Non si può raccontare un piacere, ma come si fa a verbalizzarlo… ?!
La sua cucina, come la sua opera artistica è fatta di tradizioni, di materie prime : di terra e di mare… ingredienti i suoi, finalizzati a esaltare i sapori : le teste dei gamberi insaporivano i sughi in preparazione.
Pesci, tanti pesci, lo studio Fucina di Valdi era come un orto di mare in odore.
La nonna, le ziee, la mamma… una donna, la sua donna.
Il rossore di un ricordo prende sempre strani odori in una cucina… quando Valdi mi presenta il suo pomodoro diventa rosso.
Quel rosso pomodoro
Uno dei prodotti estivi che per eccellenza viene utilizzato in varie pietanze per essere consumato durante il corso dell’anno. Nell’ Italia meridionale è diffusa la tradizione di fare in casa “le bottiglie”, la famosa salsa. Questa usanza in Puglia è molto antica ; una tradizione tramandata da generazioni che preserva il gusto del pomodoro, frutto prezioso, come etimologicamente ricorda il suo nome : pomo d’oro.
Si tratta di un vero e proprio rito che a partire da ferragosto prosegue per tutto il mese di settembre, tra pentoloni e bottiglie. In passato costituiva un momento di festa, tutti vi partecipavano, grandi e piccini, parenti, amici e vicini di casa. Ognuno con un compito ben preciso ; di solito ai piccoli era destinato il compito di mettere il basilico nelle bottiglie, mentre ai più grandi spettava l’ ònere di chiuderle.
Friseddhe… le friselle : pani biscottati. Il cibo dei navigatori
In casa Valdi prende la forma di un viaggio… come con la scultura la frisella ha una tradizione antichissima. Era infatti detta anche pane dei crociati, essendo uno dei vettovagliamenti della cambusa di questi ; quando partivano per la Terra Santa da Otranto, Taranto, Santa Maria di Leuca e dagli altri porti pugliesi. La frisella, era anche il tipico alimento dei pescatori o dei braccianti agricoli che intintala in acqua di mare, la condivano con pomodoro e olio o spezzata, la usavano come pane nelle zuppe di pesce, di cozze, verdure e legumi.
L’accumolo di senso, di riflessioni, di meditazioni dell’artista appaiono in una stratificazione in cui la scrittura gastronomica è sempre in ritardo, perchè rivenire su un ricordo vuol dire affrontare di nuovo il silenzio dell’artista.
Valdi Spagnulo utilizza alcuni espedienti illusori nella scultura murale. Mangio tra linee verticali e orizzontali.
Le mani che adopero per mangiare le Friseddhe mi fanno essere bambino.
Verbalizzo il piacere, come sa fare solo un bambino…
©AndrejMussa