Si è tenuta giovedì 14 Febbraio una conferenza stampa del Comitato e Associazione “Salute e Vita” allo scopo d’informare l’opinione pubblica circa altri due importanti passi compiuti verso la ricerca della giustizia nella vicenda Pisano.
“Per prima cosa esprimiamo soddisfazione perché la procedura di ricorso predisposto contro le Istituzioni italiane è stata definitivamente incardinata e il caso sarà portato all’esame della Corte il prima possibile”- ha dichiarato Lorenzo Forte, presidente del Comitato cittadino.
Motivazioni dei residenti
Questa prima comunicazione è da considerarsi estremamente positiva in quanto implica il positivo superamento di un primo sommario esame di non manifesta inammissibilità delle doglianze. Ricordiamo che tra le doglianze sollevate da più di 150 famiglie ricorrenti di Salerno, Baronissi e Pellezzano, ci sono la violazione del loro diritto alla vita e all’integrità psico-fisica, in quanto le autorità nazionali e locali hanno omesso di adottare le misure idonee a prevenire e fronteggiare non soltanto i danni ambientali e sanitari derivanti dalle emissioni inquinanti provenienti dalle Fonderie Pisano, ma anche la vera e propria emergenza sanitaria causata dal grave inquinamento industriale prodotto dall’opificio.
Rischi delle emissioni
Inoltre, si contesta la mancata informazione della popolazione locale dei rischi derivanti dalle emissioni delle Fonderie Pisano, “la nostra piccola Ilva. Per finire, è fatta espressamente menzione nel ricorso della carente risposta giudiziaria alle istanze della popolazione, che è stata lasciata priva di qualsiasi strumento per opporsi alla violazione su base continuativa delle norme ambientali che incidono negativamente sul godimento della loro vita privata e familiare. Speriamo che le autorità italiane (Stato, Regione, Comune di Salerno, ASL) vengano finalmente messe dinanzi alle proprie responsabilità”.
Il Ricorso Incidentale
E’ stato inoltre presentato alla stampa il Ricorso Incidentale presentato al Tar in risposta al tentativo da parte dei Pisano di sfuggire alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e alla Valutazione d’Incidenza (VI) e impugnando la procedura che obbliga gli stessi a sottoporsi a VIA e VI, come previsto dal Testo Unico Ambientale. Nel nostro ricorso incidentale abbiamo evidenziato i gravi errori commessi dalla Dirigente della Regione Campania Martinoli e alla luce di essi abbiamo chiesto la revoca dell’annullamento di diversi provvedimenti, tra cui l’ultimo che ha permesso la riapertura dello stabilimento, senza aver realmente sottoposto lo stesso ad alcuna limitazione effettiva. Di fatto permettendo che il pericolo esiziale, ovvero mortale, certificato il 3 ottobre 2018 dall’ARPAC, resti a nostro avviso a tutt’oggi in essere.
Maria Rosaria Voccia