Dal 17 febbraio al 10 marzo la Galleria “Il Catalogo” di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta – Salerno, via A.M. De Luca, 14 – ha ospitato la mostra di Norberto Tedesco dal titolo “In viaggio verso il futuro”, 20 opere realizzate tra il 2010 e il 2017.
L’artista, svizzero di nascita, classe 1966 vive a Giffoni Valle Piana, nel 2013 è stato presentato da Vittorio Sgarbi alla Biennale di Palermo. Artista figurativo, Tedesco per la mostra della galleria il Catalogo, ha portato creazioni nate dalla sua incursione nel collage e nel decollage, sulle tracce, ben evidenti, di Rotella e Hains.
E’ in questo ambito che ricorre a simboli del rinato contesto, sia urbano che familiare, trovando così un modo operativo nella contaminazione dell’arte dalla realtà. La sua ricerca lo porta quindi a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell’aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costruirsi sul retro del manifesto. Gesti al posto di pennelli, lembi di carta lacerata al posto dei colori. E’ questo, un modo diretto per affrontare il mondo, impressioni del reale sull’artista che trasforma in negativo la posizione del genio moderno che incarnavano gli espressionisti astratti. L’artista è, innanzitutto un ricettore: nell’artista la società imprime se stessa, l’artista è “impresso” dall’arte, di cui non è più in grado di definire le forme, ma soltanto i vettori, aspirando ad un livello di passività sempre più alto nell’elaborazione della creazione ma, al contrario attivissimo nella sua ricerca di immagini, oggetti e testimonianze, da “combinare”. Eccolo il portento operativo di un artista che sa trasformare un prodotto con una sua potenzialità massmediatica in un’opera d’arte vera e propria. Perché Norberto Tedesco sceglie con estrema cura i soggetti, non va certo a caso, guidato da un gusto preciso per modalità cromatiche, per qualità degli oggetti rappresentati, per il valore dei messaggi riproposti. Avremo un’ampia fenomenologia circa l’uso e il trattamento di un’immagine strappata; dall’operazione dello strappo alla ricomposizione di una immagine che avesse una sua identità forte al proprio interno. Per questa via abbiamo la costruzione di un sogno impossibile e della bellezza irraggiungibile. Tedesco come Rotella non trasforma queste immagini in luoghi critici. da questa realtà dinamica, l’artista seleziona inquadrature, preleva frammenti, che propone su diversi supporti. Mostra immagini che assumono il carattere di rilevazioni e al contempo di demistificazione del nostro mondo. Tedesco si mostra consapevole dei cambiamenti sociali in atto, conscio del potere acquisito dall’immagine e la sua creatività, si presenta quindi come espressione del radicamento nella coscienza realista moderna di una iconografia originale, inerendosi in un contesto tradizionale, senza rinunciare allo spirito nuovo, alla rivoluzione di un modo di guardare che essa incarna.
Maria Rosaria Voccia , Fotoreporter Guglielmo Gambardella per Sevensalerno