#MiFacciodiGranata: Ternana- Salernitana finisce in pareggio, 2-2
Esonerato Sandro Pochesci
Risulta difficile da tifoso, riuscire a commentare in modo distaccato ciò che è accaduto lunedì sera tra Ternana e Salernitana. Difficile perchè alle volte mi chiedo cosa abbiamo fatto noi per dover subire questi colpi bassi.
Cosa abbiamo fatto noi per meritarci il fegato avvelenato? Probabilmente una risposta definitiva non l’avrò mai. Eppure la giornata non era iniziata male, a pensarci bene. Durante una tiepida doccia mattutina, la radio passava ”La dura legge del gol” degli intramontabili 883 … è tra le note di questa canzone che è nascosta ” l’essenza”, se vogliamo…
”Cosa importa chi vincerà, perchè in fondo lo squadrone siamo noi”
In fondo forse è così, perchè a guardare esclusivamente gli spalti del Liberati di Terni, la Salernitana sembrava davvero una corazzata.
900 tifosi di lunedì sera in trasferta sono numeri da capogiro, a rimarcare -qualora ce ne fosse bisogno – la passione irrefrenabile per la maglia Granata, a dispetto di una squadra che continua da tre anni ad avere risultati puntualmente altalenanti. E arrivati a questo punto, direi che forse a qualcuno va più che bene così.
Dicevo che la giornata era iniziata con il piglio giusto, tutto sommato. D’altronde quando si corre verso l’amore incondizionato, pare sempre vada tutto alla grande. Il viaggio verso Terni procedeva spedito, tra un panino e una birra divisa a metà; di mezzo la solita sosta all’autogrill e nella testa ancora le note di Max Pezzali, ad accompagnare questo pomeriggio di viaggio.
”Sull’amicizia e sulla lealtà, c’abbiam puntato pure l’anima” Perchè in fondo la Salernitana è anche questo. Amicizia, aggregazione, condivisione.
Arriviamo in netto anticipo rispetto al fischio d’inizio. Entriamo nel settore ospiti, che – dati i precedenti – rievoca batoste e sofferenze passate, già occupato da numerosi Salernitani. In campo la solita Salernitana, come ribadito, altalenante; caratteristica, forse, unica vera costante della nostra amata.
A dispetto di una squadra davvero mediocre, la Salernitana gioca un buon primo tempo, riuscendo a chiudere in vantaggio per uno a zero, grazie al suo uomo migliore, quel Mattia Sprocati che pare sia arrivato finalmente nell’anno della sua consacrazione. Nella ripresa la Salernitana si abbassa, aspetta; e la Ternana ne approfitta trovando il pareggio. A quel punto, a mio modo di vedere, Colantuono perde la bussola. Il cambio che proprio non ti aspetti dopo aver subito il gol, è la sostituzione di Rossi – attaccante e sempre uno dei più pimpanti – per un difensore, Popescu, il quale viene spostato a centrocampo. (!?) ma tant’è. La Salernitana ha la fortuna di riportarsi in vantaggio grazie ad una punizione in area concretizzata da Pucino al minuto 87′, facendo esplodere il settore ospiti in un boato liberatorio che purtroppo, durerà pochi minuti. Una serie di disattenzioni portano al pareggio della Ternana, ultima,-quella decisiva- di Vitale, il quale stralunato non vede il pallone tra i piedi di Montalto, che ha il tempo di girarsi spalle alla porta e depositare il 2-2 a tempo quasi scaduto. Il post partita è un insieme di recriminazioni e imprecazioni che fortunatamente non rovinano del tutto il nostro rientro notturno, accompagnato da tanta ironia per sdrammatizzare, ma con la sensazione di aver buttato via l’ennesima chance per poter dare una svolta alla stagione. Qualcuno sostiene che ”galleggiare è meglio di affondare”, opinione da rispettare, ma che non condivido pienamente. Trovo difficile riuscire a spiegarmi a caldo, come un allenatore con il curriculum di Colantuono, prosegua sulle orme del suo predecessore con scelte quanto meno discutibili, quali continuare a schierare Zito e tenerlo in campo anche quando è in evidente debito di ossigeno (tra l’altro, se non fosse stato graziato dall’arbitro sarebbe tornato anzitempo negli spogliatoi); la scelta di continuare a schierare Vitale terzo centrale di difesa, lui che nasce terzino di spinta con palesi lacune per quanto concerne la fase difensiva; la bocciatura a priori di Alex, esterno che ha dimostrato di avere numeri importanti per la categoria, oltre che la scelta di non dare mai a Rossi la possibilità di giocare tutta la gara, sostituendolo per giunta con un difensore dopo il gol subito.
Ora forse, è giunto il momento in cui chi di dovere si assuma le proprie responsabilità e parli chiaro alla piazza. Che vuole fare da grande questa Salernitana? Ad oggi mi ricorda una boa. Galleggia sì, non affonda d’accordo, ma resta lì, ancorata in un mare di domande.
Luciano Di Gianni
Fotoreporter Guglielmo Gambardella per Sevensalerno
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