Dopo le prime due tappe a Salerno e a Cava dè Tirreni, la terza tappa del Convegno Itinerante Campania in Fiamme: Criticità & Proposte si è avuta a Minori, giovedi 18 gennaio 2018, nell’Aula Consiliare del Comune.
Il flagello dei roghi, gli Esperti spiegano e propongono soluzioni.
Il Sindaco di Minori, Andrea REALE, ha aperto i lavori.
Alla luce dei roghi che hanno flagellato per tutta l’estate appena trascorsa la Regione Campania, e per rispondere concretamente alle richieste legittime da parte dei residenti di capire e chiedere soluzioni, il sito di informazione SEVENSALERNO, nella persona del direttore responsabile dr.ssa Maria Rosaria Voccia, Giornalista, ha ideato ed organizzato un Convegno Focus itinerante dal titolo “Campania in Fiamme: Criticità & Proposte”, realizzato nella sua prima tappa il 1°settembre 2017 presso il Museo Diocesano San Matteo a Salerno e successivamente al Comune di Cava de’Tirreni il 26 ottobre 2017.
I residenti dell’intera Regione Campania sono coinvolti, e sono disperati, chiedono a gran voce e da ogni dove spiegazioni a quanto hanno visto accadere ormai quasi quotidianamente, e che si trovi una rapida e fattiva soluzione.
I roghi hanno già distrutto gran parte del patrimonio boschivo e della macchia mediterranea, nonché specie animali, compromettendo anche la tenuta della fascia costiera, per cui si rende necessario sollecitare l’opinione pubblica regionale e nazionale analizzando le cause e valutando proposte per arginare tale disastroso fenomeno.
Al Convegno Itinerante, che già ha riscosso notevole successo di pubblico – oltre diecimila contatti e il dato è in crescita-, partecipano Esperti ed Operatori nei diversi settori della Statistica e della Prevenzione Idro Geologica Territoriale.
L’evento è un momento di inchiesta importante per il territorio della Regione Campania.
L’evento ha avuto il Patrocinio Morale del Comune di Minori (SA).
“Le amministrazioni locali hanno mostrato moltissimo interesse, comprendono bene che questo convegno è un momento di inchiesta territoriale, danno tutto il loro supporto, riscontrando che una corretta informazione su questa tematica va anche a favore della politica, avendo l’ opportunità di ascoltare le istanze della popolazione e di operare fattivamente sul territorio nel miglior modo possibile. Ringrazio per questo impegno i Sindaci e le amministrazioni che ci stanno ospitando, dimostrano grande senso di responsabilità per il territorio.
Il convegno itinerante Campania in fiamme :criticità & proposte si fregia di Esperti e Partner di prestigio. Associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, la Sigea Campania e Molise, l’Associazione Nazionale Forestali, l’AIB della Regione Campania, Comitati Cittadini, il Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Tutti con un comun denominatore: l’amore e l ‘impegno per il territorio.
L’elemento critico che emerge è la penuria della prevenzione: bisogna fare in modo che la prevenzione, il mantenimento e la cura dei nostri territori diventino un cavallo di battaglia per tutti, portare la problematica nelle scuole, all’università, la generazione attuale e le future devono avere chiaro il concetto dell’importanza fondamentale della prevenzione degli incendi.
Ringrazio la gente che ci segue, i residenti della Campania, e anche chi ci segue da altre regioni, quali la Basilicata, il Lazio, la Puglia” ha dichiarato Maria Rosaria Voccia, giornalista, direttore responsabile del sito di informazione www.sevensalerno.it, ideatrice del Convegno Itinerante Campania in Fiamme: Criticità & Proposte.
E’ urgente una Legge ad hoc sugli ECOREATI.
Non dimentichiamo che in quello che si definisce BIOCIDIO ci sono anche gli Animali oltre che le specie arboree, nonché l’inquinamento dell’aria causato dalle emissioni da combustione che colpiscono soggetti allergici, soprattutto bambini ed anziani.
E’ auspicabile una forte e costante sinergia tra Governo Centrale, Regioni e Comuni per una prevenzione consapevole e fattiva sul Territorio.
“Il dissesto idrogeologico ora rappresenta il rischio più immediato in seguito ai violenti nubifragi di questi giorni ed a quelli che presumibilmente arriveranno con l’avanzare dell’autunno. I roghi ci hanno riconsegnato un quasi totale disboscamento di ampie zone montuose che aumentano esponenzialmente il rischio franoso in presenza di grosse quantità di acqua piovana. Inoltre l’ammasso detritico di ceneri e tronchi rischia di essere trascinato a valle dalle piogge causando danni o bloccando i canali pluviali. I danni possono essere incalcolabili ed è per questo che diventa cruciale un’azione mirata per affrontare il problema.
Serve la programmazione di una serie di rilevazioni tecniche per comprendere lo stato della superficie montuosa in seguito agli incendi, oltre che un attenta valutazione delle condizioni dei canali pluviali in seguito ai recenti eventi metereologici che potrebbero aver trascinato a valle i residui lasciati dai roghi ostruendo il corretto deflusso delle acque piovane. Secondo l’articolo 7 comma 1 del decreto dirigenziale n.74 del 30/08/2017 Minori potrebbe ricevere dalla regione fino a 80mila euro per una pianificazione di emergenza. Ci auguriamo che le istituzioni si prodighino molto di più di quanto non abbiano fatto finora per prevenire altri disastri stilando un programma preciso di operazioni atte a mettere in sicurezza il territorio. Arrivati a questo punto i proclami politici servono a poco. Serve invece che le istituzioni utilizzino le armi a loro disposizione per affrontare il problema seriamente, così come decine di uomini e donne hanno dimostrato di saper fare con il solo ausilio di pale, zappe, braccia e amore per la propria terra”, Salvatore Senatore, Spazio Pueblo- Cava de’Tirreni.
Insieme alla dr.ssa Maria Rosaria Voccia, il Giornalista Donato Bella,direttore responsabile del periodico Furore di Costa d’Amalfi, entrambi Moderatori del Convegno, sono intervenuti:
Emiliano Amato Presidente Ass.ne Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi
Donato Bella Comitato Basta Incendi Cava-Costiera
Michele Buonomo Presidente Legambiente Campania
Gioacchino Di Martino, Vice Presidente Centro di Cultura e Storia Amalfitana
Gaetano Sammartino Presidente SIGEA Campania e Molise
Salvatore Senatore Spazio Pueblo-Cava de’Tirreni
Danilo Sorrentino Associazione Nazionale Forestale
Gli Interventi
Andrea Reale, Sindaco di Minori
Adeguamento ed aggiornamento dei piani di protezione civile. Concause che hanno prodotto l’emergenza della Campania in Fiamme, emergenze che continuano con l’ arrivo delle piogge. Uno scaricabarile istituzionale che non è piu accettabile. Come non è accettabile che il Sindaco debba interpretare i colori degli allarmi, in base alle difficoltà, e quindi se ne debba prendere esclusiva responsabilità. Non ci siamo sul meccanismo di prevenzione e controllo territoriale. Non ci sono risorse economiche adeguate neanche per affrontare i rischi successivi ai roghi.
La magistratura non conosce il tema della prevenzione e della responsabilità. Quindi fare adeguati corsi di aggiornamento ed istituire Enti Superiori che raccordino quelli locali, territoriali.
Emiliano Amato, Presidente Associazione Giornalisti Cava Costiera Amalfitana
Sinergia territoriale, plauso per i volontari che con i Vigili del Fuoco hanno lavorato sull’intero territorio di Cava de’Tirreni e della Costiera Amalfitana con le sole loro forze hanno contrastato le fiamme per poter mettere in salvo i loro beni e se stessi. Questi i binari dell’intervento, sottolineando che tra l’altro, quest’estate i tanti turisti guardavano le montagne bruciare ed i canadair sgomenti, sbigottiti, oltre che terrorizzati. Un attentato al Territorio, alla Bellezza, alla Vita.
Michele Buonomo, Presidente Legambiente Campania
Da metà giugno ad oggi sono 26.024 gli ettari di superfici boschive andati in fumo, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016. Oltre alla variabile clima, dietro i roghi c’è soprattutto la mano pesante di ecomafiosi e piromani La Sicilia la regione più colpita con 13.052 ettari distrutti dal fuoco, Fiamme anche nelle aree protette sempre più nel mirino degli ecocriminali a partire dal Vesuvio Poca prevenzione e controlli, nella gestione roghi troppi ingiustificati ritardi a livello regionale e nazionale con una macchina organizzativa lenta e poco efficiente e conseguenze disastrose sull’ambiente Le Regioni in forte ritardo nel varare il piano antincendio boschivo (AIB). Campania e Lazio non lo hanno ancora approvato, Sicilia e Calabria lo hanno fatto solo in parte. Il Governo in ritardo sui decreti attuativi. Due i parchi con i piani antincendio scaduti Legambiente: “Gli incendi sono prevedibili. Governo, Regioni e Comuni si assumano le proprie responsabilità e assolvano ai già troppi ritardi accumulati fino ad ora. Più prevenzioni e controlli con la legge sugli ecoreati e si definisca una politica di adattamento ai cambiamenti climatici”
Donato Bella, Comitato “Basta Incendi”
“Anche i cittadini vogliono dire la loro sull’aggressione subita quest’estate dal territorio. Proprio per questo abbiamo deciso di dare vita ad un Comitato tra Cava e la Costiera, comitato che ha aperto una propria pagina Facebook, attraverso la quale il 5 settembre ha lanciato un appello, con l’adesione di 300 persone nel giro di pochi giorni. La nostra convinzione, dettata dagli episodi della scorsa estate, ci ha convinto che occorre ripensare tutto il sistema di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi, alla luce della prossima scadenza degli appalti per lo spegnimento. Perché dietro al fenomeno degli incendi boschivi si evidenzia una sorta di strategia criminale, con focolai d’incendio che si sviluppano contemporaneamente in certi giorni e in diverse parti del territorio, come ci fosse un’unica regia. Ciò che rimane sono i danni ambientali: quelli immediati con la perdita di flora e fauna, ma anche la procurata instabilità del suolo, precondizione per gravi disastri idrogeologici. Intervenire per il ripristino ha costi certamente molto più alti rispetto a quelli di un’adeguata e continua opera di prevenzione, sulla quale è necessario puntare con politiche mirate di tutela della montagna. L’appalto per lo spegnimento degli incendi boschivi deve essere un servizio statale, non privato. E’ a nostro avviso inammissibile che ai privati si appalti un servizio che è doveroso da parte dello Stato verso la comunità”.
Gioacchino Di Martino, Vice presidente Centro Cultura e Storia Amalfitana
Annus horribilis per gli incendi boschivi, un vero e proprio disastro per il territorio dell’intera Campania e non solo. Complice una prolungata siccità, il fuoco ha devastato aree boschive e rurali come e forse più che negli anni peggiori di questo terribile fenomeno.
Su 97.130 incendi verificatisi in Italia dal 15 giugno al 14 settembre di quest’anno, ben 14.112 ( con una media di più di 155 al giorno) si sono verificati in Campania che, grazie a questa performance, si colloca al 3° posto tra le regioni italiane dopo la Sicilia e il Lazio (La Repubblica 22/09/2017).
Nessun dubbio sulla natura dolosa della massima parte degli episodi. Sulle motivazioni che spingono ad un’attività incendiaria così frenetica sono state elaborate varie ipotesi tra le quali crediamo si debba tenere in debita considerazione quella del subentro di una vera e propria Economia della catastrofe, come è stata definita, un’attività, cioè, diretta ad intercettare i flussi di danaro erogati in occasione del verificarsi di disastri, in questo caso provocati artificialmente.
Gli esponenti locali delle più rappresentative associazioni ambientaliste, dopo due incontri in data 11 settembre e 2 ottobre 2017 presso la sede del Centro di cultura e storia amalfitana, hanno stilato un documento comune, nel quale avanzano precise proposte per un’azione finalmente efficace contro gli incendi boschivi.
Gaetano Sammartino, Presidente SIGEA Campania-Molise
Che fare nell’immediato quando un incendio devasta i versanti?
Senza perdere tempo, dopo gli incendi, occorre delimitare su carte topografiche di dettaglio le aree percorse dal fuoco al fine di individuare i bacini imbriferi interessati e conseguentemente le aree urbanizzate, a valle, che potrebbero essere interessate rovinosamente da eventuali colate detritiche.
Subito dopo occorre predisporre un Piano di Protezione Civile per le aree potenzialmente interessate dai flussi detritici da attivare, in sinergia con la Protezione Civile Regionale, in relazione all’andamento delle piogge da monitorare con uno strumento dedicato, in modo da attuare le idonee misure di difesa della popolazione.
Come ci si può difendere dai flussi detritici veloci e dalle piene che sono causati dai cumulo nembi?
Ci si può difendere con il «Sistema di allarme idrogeologico immediato». Sappiamo, in base alle ricerche scientifiche che sono state avviate su queste tematiche che le precipitazioni molto intense che hanno innescato le colate detritiche degli ultimi anni (Sarno 5 maggio 1998 ed Atrani il 9 settembre 2010) hanno un andamento tipico che può consentire di allertare l’area urbanizzata con almeno alcune decine di minuti di anticipo sull’eventuale arrivo di flussi fangoso-detritici. Pochi minuti però sufficienti a liberare le strade, preventivamente individuate, dalle persone che vi stiano transitando attuando un piano localmente già messo a punto e verificato con esercitazioni pratiche.
Quindi, pluviometri moderni e sensori meteo ubicati sul territorio con una maglia stretta e collegati in rete sono in grado di individuare e delimitare in tempo reale l’area investita dai cumulo nembi.
Danilo Sorrentino, Associazione Nazionale Forestale
I mezzi aerei dello Stato concorrono allo spegnimento degli incendi boschivi coordinati dal C.O.A.U. unitamente agli altri mezzi aerei in convenzione con le Regioni.
Gli elicotteri impiegati per la prevenzione e la lotta contro gli incendi boschivi, effettuano:
➢ interventi diretti di spegnimento anche insieme alle squadre a terra;
➢ trasporto di personale ed attrezzature;
➢ coordinamento di altri aeromobili e delle squadre a terra durante le operazioni.
E’auspicabile che, alla scadenza del contratto nazionale di utilizzo dei Canadair, a febbraio 2018, la gestione di questi mezzi di primo soccorso passi alla gestione pubblica.
Salvatore Senatore, Spazio Pueblo- Cava de’Tirreni
L’eredità che ci lascia la stagione estiva degli incendi è pesante. Le fiamme hanno cinto la valle metelliana per settimane gettando una città intera nello sconforto, costretta ad osservare i propri tesori più preziosi andare letteralmente in fumo. Ora è tempo di tirare le somme. C’è da capire innanzitutto cosa si sarebbe potuto e dovuto fare al fine di prevenire, o risolvere in maniera tempestiva il problema sul nascere. Successivamente è indispensabile soffermarsi sullo stato attuale del sottobosco, vittima dell’incenerimento di decine di ettari di vegetazione, al fine di programmare interventi atti a prevenire ulteriori disastri causati da eventi franosi e dissesti idrogeologici.
I mesi di Luglio e Agosto ci hanno costretti in lunghe giornate sulle nostre montagne. Armati di pale e zappe, insieme a tanti abitanti del posto, abbiamo provato a fermare letteralmente a mani nude l’avanzata del muro di fuoco. È solo grazie all’esperienza di chi vive le montagne quotidianamente se siamo riusciti ad intervenire in maniera mirata.
Tutto ciò però non è bastato. L’elemento che è emerso in maniera più chiara è stata l’inadeguatezza delle istituzioni nella gestione di un’emergenza così grande. I mezzi di soccorso, spesso inadatti, sono intervenuti in maniera tardiva e saltuaria. I Canadair e l’elicottero Erickson Air Crane S-64 (i mezzi più efficaci in dotazione al corpo forestale), che avrebbero potuto spegnere immediatamente i primi roghi evitando il divampare delle fiamme, sono stati quasi completamente assenti, impegnati, a detta della protezione civile, in situazioni di emergenza maggiore.
Anche l’intervento via terra è stato inconsistente, fatta eccezione per sparuti gruppi di uomini e donne volenterosi che, dotati di solo coraggio e buona volontà, si sono frapposti tra i roghi e le case che l’incendio era arrivato a lambire. Chi vive la montagna sa che va protetta quotidianamente. Non si sarebbe arrivato a tanto se esistessero figure che si occupano della tutela del sottobosco che, se lasciato all’incuria, diventa terreno fertile per i roghi. Il controllo delle montagne è di vitale importanza e permetterebbe non solo di individuare tempestivamente gli inneschi, ma anche di non lasciare campo libero ai piromani ed alle loro azioni criminali.
In seguito alla riforma Madia, che ha visto l’accorpamento dei corpi forestali nell’arma dei Carabinieri, è diventata ancora più evidente l’assenza di figure preposte alla salvaguardia ed alla tutela delle montagne. Il compito oramai risiede nelle sole mani di chi quei territori li conosce perché li ama e li vive quotidianamente.
Riflessioni
Dall’insieme dei contributi si evince che per l’accorpamento della Guardia Forestale all’Arma dei Carabinieri gli interventi sono stati notevolmente rallentati, a volte annullati. Il tutto mentre la Riforma Madia, che ha determinato tale fusione, viene tacciata di presunta incostituzionalità in più punti (non ultima la pronuncia del TAR Abruzzo che si esprime in tal senso);
il ruolo degli operai idraulico-forestali, che spesso in questi anni abbiamo visto protestare anche per il mancato pagamento degli stipendi, viene ancora una volta mortificato in situazioni del genere. Messi alle dipendenze del microcosmo entropico delle Comunità Montane (sempre più confusionarie, sempre più clientelari), questi lavoratori vivono di contratti precari e saltuari, privi di una logica complessiva che metta al centro la salvaguardia del territorio.
il pagamento a privati di diverse migliaia di euro per ora per l’utilizzo di elicotteri per lo spegnimento dei roghi è un’altra inconcepibile trovata del “sistema di soccorso”. La prevenzione e il soccorso possono essere solo pubblici e dobbiamo muoverci affinché tornino ad essere tali.
I mezzi dell’ex Forestale fermi nei parcheggi e gli elicotteri privati in volo pagati con soldi pubblici sono lo specchio della triste condizione in cui ci troviamo.
– la quasi totale assenza di squadre di terra per lo spegnimento degli incendi è da ricercarsi nelle direttive precise della Regione di affidare ai soli Vigili del Fuoco il compito di arrivare sui sentieri. Si tratta di un corpo non addestrato e senza i mezzi adatti a ricoprire questo ruolo!
– l’enorme ritardo con cui la Regione Campania (solo a fine Luglio) ha varato il piano Antincendi Boschivi lascia trapelare forti perplessità sulle capacità politiche della giunta regionale nella gestione del patrimonio boschivo e montano delle nostre zone.
Emerge quindi con chiarezza da questo quadro come non vi sia da parte delle istituzioni regionali e statali alcuna programmazione nel sistema di intervento di prevenzione e soccorso.
PARTNER: Associazione Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi, Associazione Nazionale Forestale, Legambiente Campania, SIGEA Campania e Molise , Comitato Basta Incendi Cava-Costiera, Centro di Cultura e Storia Amalfitana, Spazio Pueblo Cava
Maria Rosaria Voccia
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Video di Copertina: Vesuvius in Flammis di FuturoPlastico (Lello Cicalese e Giuseppe De Marco)
La ricerca estetica del duo artistico FuturoPlastico, nato a Salerno nel 2000, è approdata allo studio dei fossili, messi in relazione tra loro: resti animali, resti vegetali, evidenze di attività vitale, tracce legate all’alimentazione.
Vesuvius in Flammis è una videoinstallazione realizzata durante i roghi che hanno flagellato la Regione Campania durante l’estate 2017. E’ stata inserita nella Collettiva “Arte in Viaggio nel Regno delle Due Sicilie” ospitata nelle sale del Museo Diocesano di Salerno dal 9 al 17 settembre 2017.
Maria Rosaria Voccia , Lello Cicalese
Riprese Video e Foto Guglielmo Gambardella per Sevensalerno