Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e localmente il Comitato Acqua Pubblica Salerno e il Comitato Attuare la Costituzione, aderiscono alla campagna Stop Fiscal Compact.
A fine 2017, cinque anni dopo la sua approvazione, il Fiscal Compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria), potrebbe essere inserito nell’ordinamento giuridico europeo, divenendo giuridicamente superiore alla legislazione nazionale e rendendo irreversibili le politiche liberiste d’austerità.
Il Fiscal Compact, infatti, proseguendo la linea tracciata da Maastricht in poi, assume la trappola del debito pubblico come cornice indiscutibile dentro la quale costruire la gabbia per i diritti sociali e del lavoro e la privatizzazione dei beni comuni.
Tutti i nostri sforzi per l’attuazione del Referendum del 2011 e la ripubblicizzazione dei nostri servizi idrici sarebbero sempre più vani, poiché gli enti locali sarebbero sempre più strozzati dal pareggio di bilancio.
Basti pensare che se dovesse essere confermato, il Fiscal Compact prevederà per il nostro Paese l’obbligo nei prossimi 20 anni a portare il rapporto debito-Pil dall’attuale 132% al 60% con un taglio annuale della spesa pubblica di 50 miliardi.
“…alcuni difendono il fiscal compact in nome delle generazioni future. L’argomentazione è che ogni nuovo debito di oggi si trasforma in nuovi pesi domani, non tanto per il capitale da restituire, quanto per gli interessi da pagare che rappresentano una vera e propria emorragia collettiva a vantaggio dell’arricchimento di pochi. Di qui la difesa del pareggio di bilancio. Ma il rischio è che la difesa dei figli si trasformi in un colpo mortale dei padri. Già oggi, che eppure accettiamo di sforare il bilancio, facciamo macelleria sociale per raggranellare i soldi da destinare agli interessi. Si calcola che dal 1992 ad oggi abbiamo dirottato 750 miliardi di gettito fiscale dai servizi a vantaggio dei cittadini al pagamento degli interessi, tuttavia senza riuscire mai a coprirli nella loro interezza. Per coprire l’intera spesa, abbiamo aperto tutti gli anni nuovo debito, quando di 30, quando di 50 o di 60 miliardi di euro. Se dunque volessimo legarci indissolubilmente al pareggio di bilancio, il taglio ai servizi a vantaggio dei cittadini sarebbe molto più alto. Per non parlare del progetto di riportare il cumulo del debito pubblico sotto al 60% del Pil in venti anni. Oggi il nostro debito pubblico ammonta a 2200 miliardi pari al 135% del Pil. Riportarlo al di sotto del 60% significherebbe dimezzarlo in venti anni. In altre parole dovremmo accantonare ogni anno 50 miliardi che andrebbero ad aggiungersi ai 60-80 miliardi di interessi per una cifra superiore ai 100 miliardi all’anno da destinare al servizio del debito. Neanche un paese come la Germania potrebbe farcela!…” Francuccio Gesualdi – Allievo di don Milani e fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.
A questo d’altronde mira l’inserimento del “pareggio di bilancio” in Costituzione, previsto dal Fiscal Compact ed eseguito dal Parlamento italiano, senza alcun referendum popolare, nel 2012.
Si tratta della definitiva consegna di tutto ciò che ci appartiene agli interessi delle grandi lobby finanziarie, nonché di una definitiva sottrazione di democrazia, con scelte politiche ed economiche non più dettate dalla discussione democratica, bensì dagli algoritmi monetaristi.
Ma tutto questo può essere fermato: entro fine anno i Parlamenti nazionali devono discutere e decidere il destino del Fiscal Compact.
Per questo proponiamo ai cittadini di firmare la seguente petizione popolare http://www.stopfiscalcompact.it/ : per dire in tante e tanti che il Fiscal Compact va fermato, per riaprire la discussione per l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione e per sostenere l’avvio di una Commissione indipendente d’indagine sul debito pubblico italiano che ne verifichi la legittimità.
Lanciamo inoltre la richiesta al Comune di un ODG sul Fiscal Compact nel prossimo consiglio comunale https://www.italia.attac.org/index.php/357-argomenti/finanza-neoliberismo/10617-ordine-del-giorno-per-consigli-comunali-sul-fiscal-compact .
La difesa dei diritti, dei beni comuni e della democrazia passa per la difesa della nostra Carta Costituzionale. Per questo intraprendiamo questo percorso insieme al Comitato Attuare la Costituzione, sottoscrivendo anche la diffida al Comune di Salerno per la mancata stesura dei regolamenti attuativi dei strumenti di partecipazione previsti dallo Statuto Comunale, in particolare delle Consulte.
Perché le nostre vite vengono prima del debito, i nostri diritti prima dei profitti e il “comune” prima della proprietà.
Comunicato Stampa Comitato Acqua Pubblica Salerno
comitato.salerno@acquabenecomune.org
Redazione Sevensalerno