Il Museo Diocesano di Salerno, in occasione dell’inaugurazione dell’evento Luci d’Artista prevista per sabato 11 novembre, garantisce l’apertura al pubblico fino alle ore 22, con brindisi.
Scrigno di tesori d’arte di valore inestimabile (gli avori medievali, l’Exultet, le tele di Andrea Sabatini, i Caravaggeschi Campani), il MUDI, insieme alla biblioteca e all’archivio diocesano, ha trovato la sua giusta collocazione nell’edificio che fino agli anni Ottanta del secolo scorso fu sede del seminario e che, grazie alla presenza delle tre prestigiose istituzioni, è divenuto un eminente polo culturale, riferimento della città e della Provincia. Nel 1980, a seguito degli eventi sismici che ne compromisero la statica l’edificio (ristrutturato più volte renderlo funzionale alle attività del Seminario), divenne sede del nuovo museo, dell’archivio e della biblioteca diocesana e fu interessato da importanti lavori di restauro curati dalla Soprintendenza per i B.A.A.A.S di Salerno e Avellino. La raccolta museale fu voluta negli anni ’30 del secolo scorso dal monsignor Arturo Capone, che individuò opere d’arte estremamente interessanti conservate nella sagrestia e nella cappella del Tesoro della Cattedrale di Salerno, celate e non facilmente fruibili. Il museo venne quindi istituito nel 1935 e le preziose opere vennero esposte in un primo tempo solo in due piccole sale collocate nell’edificio a ridosso della navata sinistra della Cattedrale, ampliate successivamente da ulteriori ambienti. La collezione, considerata un’organica rassegna della produzione artistica dell’Italia meridionale dal Medioevo al XVIII secolo, venne trasferita nel 1990 nei locali dell’ex seminario, restaurati e ad essa destinati.
Dopo essere stato chiuso per diverso tempo con solo qualche apertura saltuaria, il Museo è stato definitivamente aperto al pubblico nel 2012 per volere del Mibac dopo una certosina programmazione museale da parte del soprintendente ai beni artistici Maura Picciau. Il 24 luglio 2013 è stata inaugurata una nuova sala completamente dedicata al Seicento e nell’occasione è stata presentata una guida breve a tutte le opere esposte.
Maria Rosaria Voccia