Nella notte prima dell’ultima riunione Reset G7, la piattaforma che voleva contestare il vertice riesce a far sentire la sua voce. Ad andare oltre le dichiarazioni e le spiegazioni dei giorni scorsi. Dei perché e dei percome del «no» alle direttive politiche. Riesce a conquistare il centro città. Lo fa in due mosse. La prima: infilandosi dentro Palazzo Nuovo, la storica sede delle Facoltà umanistiche dell’Università, al termine di un corteo di studenti, magro ed educato, ma durante il quale non è stata fatta una sola scritta sui muri, non è stato lanciato un solo petardo e c’è stato un solo momento di tensione con le forze di polizia. La seconda mossa è riunire anche altre realtà che arrivano dalla periferia, sempre all’Università. E scendere in strada di notte. Con le facce coperte e con i fuochi artificiali, che finiscono per ferire qualche agente. Poi esplode la rabbia. Che invade la centralissima via Po. Si riversa dove va in scena la Notte dei ricercatori, ovvero piazza Castello. E lo scenario adesso è differente: ci sono sirene e agenti che corrono. Ci sono quattro fermi di ragazzi poco più che ventenni. Ci sono i roghi e le famiglie spaventate che fino a poco prima si aggiravano tra gli stand della scienza. Ma nessuna carica, con la polizia che mantiene il sangue freddo e la Digos che riesce a prevenire le mosse e disinnescare i pericoli.
Fonte: Comunicato Stampa