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Food Und Drang: La Pasqua sospesa, ricordando tradizioni e piatti tipici

La Rubrica di Cecilia Salerno

Il periodo pasquale è sempre stato vissuto in modo speciale, come un momento di rinascita, specialmente quando coincideva con l’arrivo della primavera.

Infatti, i cristiani celebrano tutta la Passione e la morte di Gesù e festeggiano la resurrezione, ma anche chi non crede festeggia la Pasqua come un nuovo inizio, un momento di rinascita della natura.

 

Sia l’anno scorso che quest’anno ci appresteremo a vivere questo periodo in modo più mesto, sottotono, ma vale la pena ricordare le più belle tradizioni della nostra Campania.

La Pasqua cade la domenica successiva alla prima luna di primavera e viene stabilito di anno in anno la data in cui festeggiare il giorno della Risurrezione di Cristo e la fine del periodo quaresimale.

I giorni più sentiti della Settimana Santa sono il giovedì, il venerdì e la domenica, giorno in cui si “sciolgono” le campane che suoneranno a festa dopo il silenzio dei giorni precedenti.

In tutta Italia, durante la Settimana Santa, vanno in scena (o meglio andavano in scena) oltre tremila eventi tra rappresentazioni, processioni, riti religiosi e feste popolari.

Nelle piazze d’Italia, per le strade, si porta il dramma della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo per poi culminare in una grande festa, gite fuori porta e scampagnate il Lunedì dell’Angelo.

Proprio qui, in Campania, si organizzano le più suggestive rappresentazioni della Passione e morte di Gesù, la cosiddetta Via Crucis.

A Ravello, in costiera amalfitana, ogni anno si svolge uno spettacolare evento in costume che coinvolge circa 300 figuranti e 40 attori.

A Forio d’Ischia, il paese si trasforma in una Gerusalemme delle ultime ore della vita di Gesù e tutto il sacro dramma si svolge nelle piazze e nelle stradine più suggestive del borgo, coinvolgendo centinaia di figuranti.

A Sorrento la Via Crucis del Venerdì Santo è sostituita da due processioni di incappucciati: la processione “Bianca” e quella “Nera”, in base al colore del saio e del cappuccio indossati dai partecipanti.

La processione Bianca si svolge nella notte tra il giovedì e il Venerdì Santo: tutto il corteo segue la Madonna che va in cerca di Gesù.

La sera del venerdì, l’altra confraternita, che indossa il saio nero, segue in corteo la Madonna, anch’ella a lutto, rappresentando tutto il dolore del ritrovamento del figlio morto da parte della Vergine.

Affascinante è anche la processione dei misteri dell’isola di Procida. È una processione risalente al 1600, nata inizialmente come corteo penitenziale, oggi è costituita dai “misteri” che seguono la “tromba e il tamburo” e precedono le statue a soggetto religioso e infine il Cristo morto.

I “misteri” sono dei carri con sculture in carta pesta o altro materiale, raffiguranti scene del Vangelo e dell’Antico Testamento.

Al suono di una tromba e tre colpi di tamburo, che ricordano la sfilata dei condannati nell’antica Roma, la processione parte all’alba e viene accompagnata anche dalle marce funebri suonate dalla banda. I carri sono portati da incappucciati vestiti di bianco e celeste, seguiti dalla statua del Cristo morto e dell’Addolorata.

Un altro rito molto particolare che voglio ricordare è quello dei “battenti” e dei “fujenti” che personalmente trovo molto cruento.

Simbolo della Pasqua sono l’agnello e l’uovo che rappresentano la purezza e la rinascita.

Oggi sono sostituiti soprattutto da uova di cioccolato da regalare ai bambini e dolci simili al panettone a cui oggi si danno le forme dell’agnello o della colomba simbolo di pace.

In Campania ci sono delle tradizioni culinarie a cui nessuna famiglia si sottrae:

  • casatiello o tortano
  • fellata
  • pastiera

Durante la messa del Sabato Santo, in chiesa, si benedice l’acqua e il fuoco. Ogni fedele porta a casa una bottiglietta d’acqua e un po’ di cenere nel fazzoletto.

La tradizione prevede che durante il Sabato Santo si prepari e si mangi il casatiello, una torta salata in cui non debbono mancare pecorino e ciccioli, entrambi portatori di una grande simbologia. Il pecorino è prodotto dal latte di pecora, di cui si nutre anche l’agnello, simbolo di purezza, mentre i ciccioli, residui della lavorazione del maiale, sono simbolo dell’abbondanza e ricchezza.

Anche la forma del casatiello, tonda come una ciambella, ricorda la corona di spine del Cristo.

Il tortano altro non è che la versione del casatiello con all’interno le uova sode anziché messe all’esterno come decorazione.

La “fellata” (da fellare, affettare) è un piatto di salumi misti, tra cui il capocollo e la soppressata, contornato da uova sode e fette di tortano.

Si aggiunge a questa tavola anche la pizza chiena cioè una torta rustica composta da sugna, pancetta, salsicce e ricotta.

La fellata in alcuni paesi è chiamata anche beneditto, perché era il piatto che il padre, il capofamiglia soleva benedire prima di mangiare.

Oggi saremo all’interno della nostra casa, non potremo assistere ai vari eventi della nostra bellissima regione, ma sicuramente attraverso i piatti della tradizione possiamo tenere viva la fiamma della convivialità, della speranza e della rinascita.

Alla prossima!

Cecilia Salerno

 

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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