Sara Lisanti: la suggestiva arte circense dei trapezi
15 giugno 2023
Salerno- Sara Lisanti, Classe ’91, una laurea in Giurisprudenza, gira l’Italia e l’Europa per far conoscere la suggestiva arte circense dei trapezi.
A Torino, presso la FLIC-Scuola Di Circo, si specializza presso la FLIC-Scuola Di Circo come Trapezista e contestualmente, milita nel mondo delle Arti Visive, spaziando tra lavori concettuali e materici.
Posa per fotografie di moda e fine Art.
Performer, ha all’attivo un lavoro concettuale che esplora gli abissi dell’Io e la metamorfosi personale, con cui ha girato il Cilento, è stata ospite del CAM – Museo di Arte contemporanea – Casoria, e a dicembre lo porterà a Salerno.
Mutamorfosi, questo il nome del progetto, prevede mezzi essenziali e facilmente trasportabili: un bozzolo, due terrari in legno, una bambola rivestita di pelle di rettile.
L’intro è affidato alle letture poetiche La nave dei folli di Giangiacomo della Porta, con la metafora di una nave in viaggio verso l’ignoto, in fuga dal presente, alla ricerca di un futuro diverso.
L’individuo, per Sara Lisanti, muta come muta la pelle del rettile, e questo percorso è suddiviso in tre momenti: HI, AHI, I: saluto, dolore, conquista.
Nella prima fase (fase HI) l’ artista è racchiusa all’interno di un bozzolo di tessuto, che ricorda quello di una crisalide. Man mano che il processo di mutazione e crescita inizia a compiersi, il bozzolo si schiude e la performer, in quella che è la seconda fase (fase HI), riallacciandosi metaforicamente al mondo rettile, si rinchiude nel terrario della propria sofferenza.
All’interno del terrario, come i rettili, la protagonista cresce, muta, si spoglia di strati di pelle, abitandone ogni volta di nuovi, per poi abbandonarli ed assumerne altri ripartendo infine da un ideale punto zero: punti di partenza e di arrivo continui, accompagnati ogni volta da sofferenza e travaglio.
Dopo questa seconda fase della mutazione, in uno stadio ormai a metà tra rettile e umano, Sara Lisanti esce dal terrario, strisciando per raggiungere uno specchio dal quale si alzerà infine in piedi, come assumendo una nuova forma, per poi farsi dipingere interamente da una truccatrice, in un bodypainting totale che si conclude con una colata color oro sulla fronte. Rituale dai toni battesimali, che ancora una volta riporta al tema di una nuova vita, di una rinascita in forma “altra”, questa volta gioiosamente colorata e brillante.
Nella fase conclusiva infine (fase I), l’artista si avvicina al proprio alter ego scenico, una bambola adulta, ricoperta di una vera e propria muta di un rettile. Anche la bambola esce dal suo proprio terrario, come fosse la proiezione dell’artista, e la voce off dell’autrice, accompagna gli spettatori con un monologo conclusivo, spiegando la cura di cui necessita ogni fase di muta, ogni nuova pelle, ogni transeunte dimora delle varie mutazioni individuali.
La performance di Sara Lisanti coinvolge lo spettatore in un viaggio altamente simbolico ed emozionante, comunica con naturalezza estrema attraverso il movimento, l’espressività, la creazione artistica, e forse per questo, in chiusura, sceglie di affidare la sua voce ad un registratore, invece di recitare in scena, trasformando anche la sua voce in simbolo ed in un certo senso in un artificio scenico.
Maria Rosaria Voccia