Il San Carlino a Napoli: una performance teatrale ne celebra la storia
Intervista al progettista dell'allestimento, architetto scenografo Bruno Garofalo
29 ottobre 2022
Napoli – Nella primavera 2023, a Napoli, nella Chiesa di Santa Maria del Rimedio, sarà rappresentata la storia del Teatro San Carlino, una ricostruzione filologica attraverso una scenografia originale, ideata e progettata dall’architetto scenografo Bruno Garofalo, che ha esordito con il grande Eduardo de Filippo nel 1968.
Lo abbiamo raggiunto a Napoli ed intervistato.
Ci racconti a grandi linee la Storia del Teatro San Carlino.
Bruno Garofalo: ” ll Teatro San Carlino fu costruito nel 1740 per volere di Gennaro Brancaccio, che gli diede il nome di San Carlino in contrapposizione con il grande Teatro San Carlo. Fu edificato prima in legno, accanto alla Chiesa di San Giacomo vicina al Municipio, poi ricostruito nel 1770 con licenza del Re Ferdinando IV di Borbone da Tommaso Tomeo, su progetto dell’architetto Filippo Fasulo.
Il più famoso Pulcinella è stato appunto Antonio Petito, a seguire Francesco Barese, Antonio Di Fiore e Vincenzo Cammarano, detto Giancola, siciliano di nascita.
Nel 1770 Tommaso Tomeo, ottenne dal re Ferdinando IV di Borbone di aprire un nuovo teatro per recitarvi “commedie premeditate” in piazza del Castello.
La prima compagnia era formata da Onofrio Mazza (che era solito recitare la parte dell’innamorato nel vecchio San Carlino), Vincenzo Cammarano, Vincenzo de Romanis, Gennaro Arienzo, Giuseppe Teperino, Baldassarre Martorini, Teresa Martorini; a questi si aggiunsero qualche anno dopo anche Francesco Coscia, Ludovico Giussani e Giuseppe de Falco.
Di passaggio a Napoli, il compositore e storico della musica Charles Burney assistette ad una recita del San Carlino sabato 2 novembre 1770.
Re Ferdinando IV frequentava le rappresentazioni pomeridiane del San Carlino e si compiaceva di dialogare in napoletano col Pulcinella Vincenzo Cammarano.
Più tardi, mezzo secolo dopo, la compagna del San Carlino recitò dinanzi al Re Vittorio Emanuele II, e il Pulcinella fu impersonato da Antonio Petito, il più famoso dei Pulcinella che, per la importante occasione recitò Le metamorfosi de Pulicenella e Pulicenella miedeco a forza de bastonate.
Nel 1868 il nuovo impresario Salvatore Mormone scritturò il giovane Eduardo Scarpetta, padre naturale di Eduardo De Filippo.
Alla morte di Antonio Petito il Teatro attraversò una fase critica, fino al 1880, quando Scarpetta ottenne un prestito di 5.000 lire dall’avvocato Severo e, grazie alla sua tenacia, riuscì a riaprirlo e a rinnovarlo; vi debuttò il 1º settembre 1880 con la commedia Presentazione di una Compagnia Comica. Scarpetta divenne il nuovo gestore del Teatro Nuovo San Carlino ed ottenne la notorietà con il personaggio di Felice Sciociammocca (Don Felice Sciosciammocca, mariuolo de ‘na pizza).
Il 6 maggio 1884 la demolizione degli isolati sul lato destro di piazza Municipio, tra la strada dei Guantai Nuovi e via Medina davanti a Palazzo Sirignano, causò la perdita del San Carlino.
Il San Carlino è stato il primo teatro italiano in cui è stato applicato un sistema di illuminazione a gas, contemporaneamente a Parigi e con circa dieci anni di anticipo sulla Fenice di Venezia.
Nella sezione teatrale del Museo Nazionale di San Martino a Napoli sono custoditi disegni, stampe, fotografie a colori di attori, impresari e commediografi insieme al plastico in sughero del Teatro San Carlino.
Nel 1899 fu acquisito il modello al vero della scena del San Carlino con i relativi personaggi nell’atto di eseguire una commedia popolare, realizzato per la Mostra d’arte drammatica nell’ambito dell’ Esposizione Generale Italiana del 1898″.
Maria Rosaria Voccia