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Salerno: Fonderie Pisano, la problematica ambientale portata all’attenzione nazionale

Il servizio è del programma tv Le Iene

Le Fonderie Pisano di Salerno all’attenzione nazionale

Dopo anni e anni di battaglie dei cittadini residenti a Salerno, esasperati dal persistere delle Fonderie Pisano, fin dal 1961, nel popoloso quartiere di Fratte, supportati dalla puntuale informazione degli organi di comunicazione locali, la questione rimbalza a livello nazionale.

Grazie al servizio giornalistico dei colleghi della nota trasmissione tv Le Iene, in onda su Italia 1, si è ricostruita, per l’ennesima volta, l’intera vicenda.

Lorenzo Forte, presidente Associazione e Comitato Salute e Vita, ha dichiarato: “Finalmente si conosce a livello nazionale lo scandalo delle Fonderie Pisano, a Salerno. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente la stampa locale, le televisioni salernitane e campane, il TG3 Regione Campania, e tutti i giornalisti che da anni ci hanno dato voce e messo il cuore per la ricerca della verità. Oggi, arriviamo, grazie al programma Le Iene, alla cronaca nazionale. Finalmente, tutti gli italiani conoscono la verità.

Le complicità, i silenzi e le colpe, sono sotto gli occhi di tutti. Ci hanno dato la possibilità di raccontare al Paese Italia il nostro dramma, identico a Taranto e a Trieste. Per anni, decenni, è stato tutto nascosto e inascoltato dalle Istituzioni. Vogliamo Giustizia e Verità, vogliamo un futuro per i nostri bambini, senza avere paura di respirare!”.

Salerno, come Taranto e come Trieste

Il Ministero della Salute ha stilato una mappa delle zone della penisola italiana più esposte all’inquinamento e al rischio tumorale. In tutto sono 44 le aree del Paese inquinate oltre ogni limite di legge.

In queste aree, i tumori sono aumentati anche del 90% in appena dieci anni, la bonifica si attende dal 1996 mentre cresce anche la mortalità a causa dell’inquinamento industriale.

In tutto sono 6 milioni le persone esposte al rischio malattie e sono sempre maggiori i casi di cancro alla tiroide e tumore alla mammella che possono essere innescati appunto da metalli pesanti e ioni radioattivi.

La Mappa

Secondo la mappa comunicata dal Ministero della Salute, le regioni con maggior numero di aree a rischio sono il Piemonte (6) e la Campania (5), seguite da Toscana, Puglia e Sicilia (4). Escluse dal rischio le sole Emilia-Romagna, Abruzzo e Trentino-Alto-Adige, mentre in Friuli-Venezia-Giulia è presente la sola Ferriera di Trieste. Tasso altissimo nel Porto di Maghera in Veneto, a Terni e a Taranto.

In Campania, la zona con più alto rischio tumorale è il litorale domizio flegreo e l’Agro Aversano (il cosiddetto Triangolo della Morte), che comprende tantissimi comuni tra cui Caserta, Acerra, Pomigliano, Giugliano, Marcianise, Marigliano, Pozzuli, Santa Maria Capua Vetere, Tufino e Visciano. Il rischio è legato alla presenza di discariche, sono stati osservati eccessi della mortalità in entrambi i generi per tutti i principali gruppi di cause, con eccessi di mortalità per il tumore polmonare, epatico e gastrico, del rene e della vescica.

Nel litorale vesuviano – che comprende comuni quali Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco e Pompei – il problema è legato all’amianto: i dati di mortalità mostrano eccessi per le malattie degli apparati digerente e genitourinario negli uomini e nelle donne.

Poi c’è il Sarno, noto come il fiume più inquinato d’Europa. Nel tratto che attraversa Scafati il corso d’acqua è praticamente morto, in esso non c’è vita, ma veleno. A Scafati si muore di tumore più che altrove.

Amianto a Bagnoli-Coroglio, dallo Stato sono arrivati oltre 10 milioni per bonificare la zona, anche se per molti è già troppo tardi. La cifra verrà corrisposta al Comune di Napoli tra il 2016 ed il 2017 . L’area è a forte incidenza di mesoteliomi e tumori a polmoni e vescica, proprio per l’inquinamento dovuto ad Italsider ed Eternit.

A Napoli Orientale, dove sono presenti tracce di inquinamento nell’acqua del sottosuolo. Anche in questo caso sono stati rilasciati dei fondi per la bonifica delle acque di falda. La zona conta diverse raffinerie dismesse e una rilevante presenza di inquinamento del terreno e delle acque sotterranee, causata da preesistenti impianti chimici, petroliferi o industriali oggi dismessi.

Salerno

A Salerno, le Fonderie Pisano, chiuse e riaperte in un balletto di responsabilità degli Enti preposti alla salvaguardia della salute pubblica ed ambientale.

La Piccola Ilva

Così viene definita la Fonderia Pisano di Salerno.

Nel 2007 il Tribunale di Salerno ha ritenuto le Fonderie responsabili di danni ambientali e biologici.

Motivazioni dei residenti

Ricordiamo che tra le doglianze sollevate da più di 150 famiglie ricorrenti di Salerno, Baronissi e Pellezzano, ci sono la violazione del loro diritto alla vita e all’integrità psico-fisica, in quanto le autorità nazionali e locali hanno omesso di adottare le misure idonee a prevenire e fronteggiare non soltanto i danni ambientali e sanitari derivanti dalle emissioni inquinanti, ma anche la vera e propria emergenza sanitaria causata dal grave inquinamento industriale prodotto dall’opificio.

Rischi delle emissioni

Inoltre, si contesta la mancata informazione della popolazione locale dei rischi derivanti dalle emissioni delle Fonderie Pisano, “la nostra piccola Ilva”. Inoltre, c’è una  carente risposta giudiziaria alle istanze della popolazione, che è stata lasciata priva di qualsiasi strumento per opporsi alla violazione su base continuativa delle norme ambientali che incidono negativamente sul godimento della loro vita privata e familiare. I residenti:”Speriamo che le autorità italiane (Stato, Regione, Comune di Salerno, ASL) vengano finalmente messe dinanzi alle proprie responsabilità”. 

Ministero dell’Ambiente e Comuni Parti Civili

Nel processo contro le Fonderie Pisano,  venerdi 21 dicembre 2018, accanto al Ministero dell’Ambiente e al Comune di Pellezzano, a dare man forte ai cittadini sono scesi in campo anche il Comune di Salerno ed il Comune di Baronissi.

Il Ricorso Incidentale

Lo scorso 14 febbraio è stato presentato al TAR il Ricorso Incidentale, in risposta al tentativo da parte della Proprietà Pisano di sfuggire alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e alla Valutazione d’Incidenza (VI), previsto dal Testo Unico Ambientale.

Lorenzo Forte: “Nel nostro ricorso incidentale abbiamo evidenziato i gravi errori commessi dalla Dirigente della Regione Campania Martinoli e alla luce di essi abbiamo chiesto la revoca dell’annullamento di diversi provvedimenti, tra cui l’ultimo che ha permesso la riapertura dello stabilimento, senza aver realmente sottoposto lo stesso ad alcuna limitazione effettiva. Di fatto permettendo che il pericolo esiziale, ovvero mortale, certificato il 3 ottobre 2018 dall’ARPAC, resti a nostro avviso a tutt’oggi in essere”.

Maria Rosaria Voccia

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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