Il disastro di Balvano è il più grave incidente ferroviario mai accaduto in Italia e fra i più gravi al mondo per numero di vittime. Ancora oggi non si ha una stima precisa di quante persone morirono veramente a bordo di quel treno. Il treno 8015 partì da Napoli la mattina del 2 marzo per poi cambiare numero d’identificazione in 8017 a Battipaglia con direzione Potenza. Un treno merci con a bordo tra i 600 e i 700 passeggeri, quasi tutti campani, rimase bloccato per ore nel cuore della notte in una delle tante gallerie fatiscenti e dimenticate del Sud Italia. All’alba del 3 Marzo centinaia e centinaia di cadaveri giacevano ovunque, sia ai lati che a bordo del treno; Donne, uomini e bambini diretti in Basilicata per scambiare utensili e stoffe in cambio di cibo: in quel periodo il baratto era l’unica fonte di approvvigionamento per la popolazione del Sud Italia. Se oggi il disastro di Balvano può essere ricostruito in maniera dettagliata lo si deve soprattutto alle indagini portate avanti nel corso degli anni da Patrizia Reso, che ha ridato identità ai tanti Cavesi morti all’ interno della galleria delle Armi definita dalla stessa Patrizia come : “Una galleria lunga quasi due chilometri trasformata in una camera a gas”. Documentazione raccolta nel libro “Senza ritorno. Balvano ’44, le vittime del treno della speranza”, edito da Terra del Sole. Chiediamo a questa amministrazione di non dimenticare e di impegnarsi di più rispetto alla Memoria. Un appello che lanciamo anche all’assessore all’ istruzione di divulgare questa tragedia all’ interno delle scuole.
Redazione