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Là dove sorge l’ansia

L'Esperto risponde

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Viviamo in un mondo che vuole disperatamente mostrare una perfezione che non esiste. Ruotiamo vorticosamente tra immagini di ogni sorta che ci presentano una realtà costruita in cui tutti appaiono in forma, sempre giovani, tirati e lucidati come soprammobili su uno scaffale. È questa l’era dell’apparire più dell’essere, ed è proprio in questa forsennata ricerca di un’apparenza decente che la nostra essenza scompare, soffre. I nostri disagi nascono da una vita innaturale, artefatta, ed in questo sfalsamento nasce e cresce l’ansia. Siamo il prodotto di ciò che pensiamo. I pensieri che facciamo condizionano le nostre azioni, i nostri comportamenti e, quindi, i conseguenti disagi. Continuando a forzare un atteggiamento che non corrisponde alla nostra natura, al nostro sistema valoriale, ci facciamo del male, ci intossichiamo, ci ammaliamo. L’ansia è un sintomo, un’energia interiore che cerca di venir fuori per avvisarci che qualcosa non va, che non stiamo andando verso il giusto approdo, che ci stiamo remando contro. Siamo portati a chiedere a noi stessi sempre di più; maggiore efficienza, elevate prestazioni. Ci vogliamo sempre più brillanti e operativi, e quando non riusciamo, ricorriamo a sostanze artificiali che possano incrementare le nostre performances, i cosiddetti ‘dopanti cerebrali’, che innalzano livelli di concentrazione, memoria, velocità. Si crede forse che mostrarsi più veloci e concentrati sia meglio che essere creativi e contemplativi. Ci imbottiamo di idee e pensieri triti e ritriti, magari partoriti dall’ultima chat di gruppo, e ripetiamo a cantilena l’opinione della massa; respiriamo banalità, idiozie come fossero ossigeno. Tutto questo ci spegne, ci inaridisce. La sofferenza che proviamo, poi, ci porta a cercare rifugio nei farmaci, pillole che ci ‘appaiono’ miracolose e che dovrebbero placare il senso di annichilimento, ma che invece sortiscono l’unico effetto di inibire ulteriormente le nostre risorse interiori…. Noi tutti abbiamo le risposte dentro, nel profondo. Dentro di noi albergano capitali preziosi fatti appositamente per fronteggiare le difficoltà, le sofferenze, gli insuccessi, i dolori. Il problema è che sostanzialmente non siamo in contatto con essi. Siamo disconnessi, scollegati dalla nostra psiche. Uno degli atteggiamenti più ricorrenti, e maggiormente controproducenti in chi è soggetto all’ansia, è fingere di essere forti, mostrarsi potenti, audaci. Molte persone ansiose si mostrano agli occhi del prossimo spavaldi e autonomi, in un ulteriore tentativo di nascondere quella tempesta interiore che altro non chiede che di scoppiare a dire: Basta! Fermati! Ascoltati! Cambia strada! Il segreto per superare l’ansia non esiste, non è un segreto. Più che agire per contrasto bisognerebbe reagire per ritrovare affinità. Dovremmo riprenderci il nostro spazio vitale ritrovando il contatto con la natura. Una vita più essenziale significa rincorrere aspetti fondamentali dell’esistere. Amore e Gioia. L’amore e la gioia d’esistere sono il nutrimento dell’anima coì come cibo e acqua lo sono per il corpo. Riscopriamoli. Se stiamo male vuol dire che sono scarsi, o mancano del tutto. Riprendiamoci il senso, il significato. Ognuno di noi dovrebbe dare alla sua vita un senso, il significato profondo della propria esistenza a prescindere da tutto e da tutti. È questo che ci guida e ci riporta in carreggiata. Succede, quando magari fallisce un amore o quando incappiamo in un insuccesso lavorativo, scolastico. Se abbiamo la nostra bussola interiore questa ci riporta a guardare all’orizzonte piuttosto che alla deriva. Quando ci sentiamo avvinti dall’ansia, quando l’ansia sembra impedirci di andare avanti, quando anche ci blocca il respiro, non abbiamone paura; questo aumenterebbe il nostro senso di impotenza. La strategia giusta è accoglierla, sentirla, provarla, fino in fondo, senza opporre resistenza. Ci sono varie tecniche che possono giovare moltissimo a chi è spesso preda di attacchi di ansia. Importante è non resisterle e non tentare di scacciarla. Diversamente, facciamo pulizia. Approfittiamo di questi segnali di allarme per ‘sanificare’ i nostri pensieri, le nostre menti. Capiremo forse che la stavamo perdendo, la nostra bussola. I segnali ci sono sempre, il nostro corpo ce ne invia tanti, siamo noi che non vogliamo coglierli. Se invece vi ponessimo la dovuta attenzione scopriremmo che alcuni sintomi compaiono in concomitanza con determinate circostanze. Per esempio l’insonnia è frequente nel fine settimana quando siamo al letto col partner? O ancora la tachicardia si attenua dopo un pianto? Oppure la gastrite ci fa bruciare lo stomaco ogni volta che stiamo insieme a quei soliti gruppi del giovedì sera? Ecco, cambiamo abitudini e verifichiamo l’oscillare dei sintomi. Così faremo chiarezza in noi stessi e ci accorgeremo che l’ansia che proviamo voleva raccontarci qualcosa di noi; qualcosa di noi che non volevamo sapere. In questo momento storico di grandi turbamenti collettivi in cui l’ansia potrebbe accelerare le sue manifestazioni, impariamo a darle ascolto, almeno adesso. Sentiamo cosa vuol dirci, cosa vuol raccontarci. Non siamo malati, è normale avere paura in circostanze come questa. Ma forse è arrivato il momento di tirare le somme. Vediamola così: l’ansia è fatta della nostra stessa energia interiore che viene fuori per raccontarci cose di noi che non abbiamo il coraggio di ascoltare. Ora però ci chiede il conto. saldiamolo oggi, per essere più forti e liberi domani.

Sonia Sellitto
Sonia Sellitto, Pedagogista, Formatore, Councelor

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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