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Federazione Rinascita Forestale Ambientale: scomparsi i fondi per le foreste italiane dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Next Generation EU

SCOMPARSI I FONDI PER LE FORESTE ITALIANE DAL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA NEXT GENERATION EU
Come e’ noto, il 12 gennaio 2021 il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Next Generation EU (PNRR)”, con investimenti per 223 miliardi di euro.
Uno strumento epocale per il nostro Paese i cui lavori sono iniziati a luglio 2020 con un susseguirsi di bozze, proposte e revisioni.
L’ultima bozza presentata la sera del 12 gennaio, per le foreste vede la proposta del Mipaaf contenuta nella Missione 2. RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA, Linea progettuale 2.4 TUTELA DEL TERRITORIO E DELLA RISORSA IDRICA, con un intervento specifico denominato “Forestazione e tutela dei boschi”, dedicato a mitigare i rischi legati al dissesto idrogeologico, fenomeno purtroppo costante per il territorio nazionale, acuito all’attualità dagli impatti del clima sul ciclo idrologico e su tutte le fenomenologie ad esso collegate.
Gli interventi previsti sono volti a ridurre il rischio idrogeologico delle aree forestali e delle aree soggette a rischio idraulico. Ossia:
1) azioni estensive di gestione forestale sostenibile su superfici sottoposte a vincolo idrogeologico;
2) interventi di manutenzione e sistemazione straordinaria delle opere di idraulica forestale in aree montane e collinari ad alto rischio idrogeologico e di frana;
3) interventi di prevenzione degli incendi boschivi e di ricostituzione e restauro di aree forestali degradate;
4) interventi di manutenzione del territorio rurale, dei canali e della rete idrica minore.
In tale contesto si prevede di realizzare misure di tipo estensivo nelle superfici forestali presenti nei bacini idrografici riconosciuti in dissesto, con interventi di gestione forestale sostenibile e di sistemazioni di idraulica forestale, con particolare riferimento alle zone collinari e montane ad alto rischio idrogeologico e di frana, allo scopo di migliorare la funzionalità, la resistenza, la resilienza dei boschi.
Purtroppo, nel Piano approvato dal Consiglio dei ministri la notte del 12 gennaio l’iniziale proposta di dotazione finanziaria di 1 miliardo di euro da spendere nei prossimi 6 anni per questo progetto è stata azzerata, caso unico in tutto il Piano.
Compare, invece, un asterisco che rimanda a una indicazione con la quale si prevede che gli interventi saranno finanziati con le risorse FEASR per 1 miliardo con la prossima programmazione che decorrera’ dal 2023.
Quindi, salvo modifiche peggiorative dell’U.E., gli eventuali futuri fondi riservati al progetto foreste dal Governo italiano saranno disponibili solo a partire dal 2023 (sic!).
Alla luce delle diffuse emergenze idrogeologiche del Belpaese, la scelta fatta risulta incomprensibile.
Nemmeno il disastro che ha colpito i boschi delle aree nel Nord est italiano a seguito della tempesta VAIA ha costituito un monito adeguato a riservare alle foreste meno di un duecentesimo dei fondi di cui si occupa il PNRR.
Inoltre, gli obiettivi perseguiti con il PNRR e gli interventi proposti differiscono nei contenuti e nei fini da quelli previsti con il fondo FEASR nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale.
Infatti, gli interventi che il Mipaaf ha proposto di finanziare con il PNRR prevedono un’azione unitaria su scala nazionale, per il perseguimento delle emergenze territoriali di dissesto idrogeologico e un’azione di prevenzione diffusa attraverso interventi di gestione forestale sostenibile su superfici sottoposte a vincolo idrogeologico e di manutenzione e sistemazione delle opere di idraulica forestale in aree montane e collinari ad alto rischio idrogeologico e di frana per le quali si registra una avanzata situazione di degrado e inefficienza funzionale.
In aggiunta si prevedono anche interventi di prevenzione degli incendi boschivi e di ricostituzione e restauro delle vastissime aree forestali andate a fuoco da quando non esiste piu’ il Corpo forestale dello Stato.
Alla luce delle nuove sfide in cui il fragile territorio nazionale è coinvolto, in primis quelle legate al cambiamento climatico, non riconoscere come priorità il ruolo delle foreste, dei forestali e delle sistemazioni idraulico forestali sul reticolo idrografico minore di montagna per il contenimento del dissesto idrogeologico, con un piano nazionale svincolato dalle problematiche che rallentano le spese ordinarie delle regioni afferenti al FEASR appare come una limitata visione, d’insieme e di prospettiva, delle reali vulnerabilità che il territorio nazionale vive nell’attuale contesto climatico.
Oltre alla conseguenza della previsione del PNRR di affidarsi ai fondi FEASR che non potranno partire prima del 2023, bisogna considerare anche che la loro attuazione non potrà inoltre beneficiare delle iniziative che saranno sostenute dalla Cabina di regia nazionale e da procedure autorizzative appositamente studiati dal PNRR per snellire gli iter amministrativi.
Il ricorso ai fondi del PNRR, con le procedure semplificate di autorizzazione e di spesa e una progettazione unitaria, a prescindere da proprietà e sistemi di governo differenti da regione a regione, costituisce l’ennesima opportunità mancata.
Ci si aspettava un maggiore attenzione politica e un rafforzamento finanziario sul ruolo delle foreste e dei forestali, attese le priorità chiaramente indicate dall’Unione europea per il programma Next generation EU nonché la certezza di poter sviluppare azioni coordinate come proposto dalla tipologia di intervento presentata nel PNRR, che agiscano in modo unitario sul territorio nazionale, evitando le enormi differenze gestionali tra singole regioni.
Le foreste italiane evidentemente non sono ritenute essere custodi del futuro e nemmeno patrimonio strategico per la rinascita nazionale.
Le foreste italiane ad oggi sono rimaste senza il ministro competente, senza risorse economiche dell’Unione Europea, senza i forestali a presidio nei boschi e con una Direzione generale delle foreste ridotta all’osso, con pochi uomini e mezzi e soprattutto senza strutture operative di gestione e di controllo sul territorio e senza la disponibilita’ dei vivai forestali dell’ex CFS necessari per attuare le strategie dell’Italia forestale futura.
Pero’ poi sui social tutti si riempono la bocca con termini come green, ambiente, sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici o si mettono in posa per la stampa mentre mettono a dimora un albero…
Redazione

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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