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No, io non mi faccio influenzare (più)

Come sfuggire ai giudizi altrui e vivere liberi le proprie scelte

Quanto ci influenzano i giudizi degli altri? Ci sentiamo consapevoli,  crediamo, o almeno percepiamo, che le nostre decisioni siano frutto dei nostri pensieri, pensiamo di essere liberi, però, se guardiamo il mondo interno, ci sono molte cose di noi che non ci piacciono. Spesso ci critichiamo, ci attacchiamo, pensiamo che sbagliamo a causa della nostra insicurezza, del nostro carattere, della nostra  scarsa autostima. Siamo tristi, svogliati  e ci sentiamo inadeguati. Questo ci porta ad essere ipercritici, a prendercela  con noi stessi. Da cosa dipendono questi meccanismi? I giudizi altrui si depositano dentro di noi ed installano il tarlo. Dentro di noi si depositano le
frasi dei genitori, i loro pensieri, i loro modi di essere. E si depositano anche quelli dei mariti, delle mogli, degli amanti, dei fratelli, delle sorelle. Sono i cosiddetti pensieri parassiti.
I pensieri parassiti o pensieri ossessivi, sono immagini mentali che risuonano nella mente e si ripresentano incessantemente senza un controllo.
“Sono impaurito”, “sono depresso”, “sono sbagliato”? Forse non mi so ascoltare, o forse ho assorbito troppe critiche, condizionamenti, giudizi, autorità. Li ho assorbiti da chi? Non sono miei? Accade sovente che la nostra rabbia, la nostra aggressività, i disagi, non dipendano, come erroneamente pensiamo, dal nostro brutto carattere, dalla nostra debolezza, ma vengono per liberarci dai modi di essere, dai condizionamenti che abbiamo acquisito dagli altri.
Comprendere questo assunto ci porta a capire che non bisogna spaventarsi di fronte ad attacchi di ansia, paure immotivate, angosce, perché si tratta di energie che si liberano per dirci che non è quella la via, che quelli non siamo noi, che noi  siamo altro. In pratica le paure sono paure di viaggi interiori.
Viaggi  che facciamo per uscire dal vuoto del condizionamento. Molti dei nostri disagi derivano dalla voglia di fuggire dalle omologazioni, dai condizionamenti di tutti quelli che abbiamo intorno.
Quindi, non farsi condizionare dagli altri vuol dire conquistare la propria libertà. Se noi conquistiamo ogni giorno i nostri spazi interiori di libertà, troviamo la strada che ci porta   verso noi stessi, il luogo in cui scaturisce, spontanea la  nostra unicità.
L’influenza degli altri è una pressione sottile, impercettibile direi, un condizionamento esterno che in termini tecnici prende il nome di ‘influenza sociale’. In cosa consiste? Quando parliamo di influenza sociale facciamo riferimento a cambiamenti di credenze, atteggiamenti, opinioni, comportamenti, e, spingendoci più in là, anche cambiamenti di scelte, valori. In pratica si può essere talmente influenzati da qualcuno al punto di cambiare qualcosa che si pensa e che si fa in conseguenza all’esposizione con quello che pensa o/e fa qualcun altro. Ma perché ci lasciamo condizionare così tanto dagli altri al punto di cambiare i nostri comportamenti e le cose in cui crediamo? Generalmente lo facciamo perché cerchiamo l’approvazione altrui.
Pensiamo che adeguandoci alle scelte, opinioni e comportamenti dell’altro in qualche modo otteniamo il suo consenso, la sua fiducia, la sua stima. Viviamo in un mondo di relazioni, di legami, rapporti da cui cerchiamo confronto, consigli, rassicurazioni, accettazione…conforto. Questo desiderio di essere accettati a volte può essere talmente forte da influenzare il nostro modo di pensare, di vedere, addirittura di agire, e ci porta a modificare le nostre convinzioni e i nostri comportamenti.
Il giudizio degli altri può essere talmente condizionante da togliere libertà alle nostre scelte e alle nostre opinioni.
Qualunque cosa è influente se ha la capacità di interferire sui pensieri, umori e comportamenti altrui. Nel momento in cui io reputo l’altro più importante di me, libero il varco alle influenze esterne. In questo caso potremmo dire che la persona che si lascia influenzare attribuisce ai propri pensieri e al proprio modo di agire scarso potere, scarsa importanza.  Sin da quando veniamo al mondo, la famiglia, l’ambiente, il gruppo, influenza il nostro modo di pensare, di essere. Si cresce con le credenze che ci hanno trasmesso. Hai agito per come gli altri ritenevano giusto, ti sei comportato per uniformarti ad ogni contesto in cui sei stato inserito. Tutto ciò ha permesso che tu crescessi e vivessi con i modi di pensare di altre persone. Quando cresci, divieni adulto, porti con te una sovrastruttura già formata per cui risulta complicato farvi entrare qualcosa di diverso. Le persone che riescono a sradicare convinzioni e credenze limitanti vi sono riuscite in quanto il loro ego è risultato più tenace e forte della massa. Cosa significa? Significa che si può ascoltare   pensieri  altrui contrapposti ai propri e si può comunque  dare maggior peso e rilievo a se stessi e alle proprie idee.
Generalmente sono le persone più vicine alla tua vita quelle che possono influenzarti maggiormente, in quanto sanno bene che tipo di influenza possono avere su di te.
Ti è capitato  di agire per far contento qualcun altro? E magari ti è capitato di metter la tua volontà in secondo o in terzo o quarto piano?  E ti è capitato anche di interrompere percorsi perché qualcun altro ti ha fatto credere che non ne valesse la pena? E come ci sei stato poi? Certo non bene. Non sempre è facile sfuggire alle influenze altrui, soprattutto se si tratta di persone per noi importanti e che magari ci hanno condizionato tutta la vita.
Un passo fondamentale è mettersi pienamente in sintonia con se stessi e con i propri desideri, allinearsi con le proprie sensazioni.
Cerchiamo di capire bene cosa vogliamo veramente, stiliamo una lista di desideri, di nostri sogni. Scriviamo i nostri obiettivi e le strategie per raggiungerli.
Quando cominciamo a metterci in moto per raggiungere i nostri obiettivi, quando ci sforziamo per migliorarci, crescere, evolvere, pensiamo alla sofferenza che ci è costata, alla fatica che abbiamo fatto per arrivare ad ottenere dei risultati e proviamo a buttare tutto al vento perché qualcuno ci convince che non ne vale la pena! Solo noi sappiamo cosa ci fa stare bene e cosa male e continuare a lasciare che siano gli altri a determinarlo, a lungo andare crea disagi e può generare sofferenze anche gravi, se non insoddisfazione e amarezza. Con questo non voglio dire che non si debba parlare e ascoltare le opinioni altrui. Imparare a non farsi influenzare vuol dire accogliere i pensieri altrui attraverso un filtro nostro, personale, critico, unico. Mettere in discussione le opinioni altrui se non sono condivisibili per noi, è un elemento di crescita,  di apertura e di voglia di migliorare .
Non deve mai accadere ad esempio che si accolga tutto ciò che gli altri dicono come assolutamente vero. Prima di accettarlo come oro colato, proviamo a chiederci se ci fa bene, se ci è di aiuto o se invece non è solamente giudicante o magari persino controproducente. Facciamoci domande e valutiamo il significato delle risposte. Potremmo avere delle sorprese, e non sempre gradevoli.
Un punto fondamentale, è superare le paure.  Eh sì, gli altri ci fanno paura, perché ci giudicano. Spesso è la paura di deludere aspettative, di non essere più accettati, amati; questo tipo di paura  porta a nascondere la propria natura, i propri pensieri, le proprie competenze, in una parola, la propria unicità.
Esprimere il proprio punto di vista, le proprie idee  con  la certezza di essere nel giusto e in linea coi propri valori, sapendo che quel che si fa non ferisce e non lede nessuno è già un primo passo per perdere il timore della non approvazione oltre che  per dire la propria in buona fede.
Non farsi influenzare non equivale ad andare per la propria strada senza ascoltare né concedere diritti di parola ed opinione ad alcuno. Equivale invece a sentire, accogliere sì, ma con ponderazione, al fine di ripristinare equilibri magari perduti, per crescere, evolversi, mantenendo punti fermi, riferimenti, e soprattutto consapevolezza di sé.
Vale la pena chiarire come non sia sempre facile accorgersi di subire influenze esterne.
I condizionamenti che subiamo non sono spesso visibili. Accade però che, in un dato momento, ci si avveda che  qualcosa non torna; ci si sente  a disagio. Può accadere magari che gli altri ci accolgano, anche tranquillamente, ma noi invece ci sentiamo come pesci fuor d’acqua.
Potrebbe trattarsi di meccanismi impercettibili che avvengono a livello inconscio; questo ci invia segnali (l’inconscio è il primo ad accorgersene), perché quei comportamenti non ci appartengono. Allora ecco che ci sentiamo irascibili, nervosi, insoddisfatti, aggressivi, confusi, alla lunga, infelici.
A volte ci si sente talmente arrabbiati  che ci si sente sul punto di scoppiare! C’è da dire che per quanto ci sforziamo di compiacere e di piacere agli altri, e di fare ciò che garba  a loro più che  a noi stessi, per quanto proviamo ad uniformarci al pensiero altrui, la nostra vera natura viene fuori sempre, in un modo o nell’altro.
Se le persone che frequentiamo tengono a noi, continueranno a farlo anche se smetteremo di dire e fare quello che dicono e fanno loro. È chiaro che le nostre scelte potranno non piacere a tutti, ma questo non vuol dire che non bisogna compierle.
La  vita è fondamentalmente, sempre, tutta una questione di scelte.
Scegli di essere te stesso, di fare quello che credi importante per te e di darti valore.  Migliorerai la tua autostima, abbandonerai la paura del giudizio altrui e potrai prendere il controllo della tua vita e, magari, perché no, non perderlo mai più.
Dr.ssa Sonia Sellitto
Pedagogista professionista, counselor, Mental & Life Coach, formatrice

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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