Covid-19, Scuola: la Provincia di Salerno decide si alla mascherina, ma solo in movimento
Approvata dal Ministero dell’Istruzione la proposta della Provincia di Salerno sull’utilizzo delle mascherine in classe.
Anche la Provincia di Salerno, che si occupa tecnicamente degli Istituti Superiori, ha partecipato, a luglio, alla videoconferenza con il Sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, On Giuseppe Cristofaro, sulla definizione delle misure anti Covid da adottare nelle scuole all’apertura prevista per settembre.
Dall’Ufficio Tecnico, guidato dall’Ingegnere Angelo Michele Lizio, la soluzione approvata dal Ministero dell’Istruzione.
“E’ stata approvata la proposta avanzata dai nostri tecnici – afferma il Presidente della Provincia, Michele Strianese – in particolare da Angelo Michele Lizio, dirigente del settore Edilizia Scolastica e Patrimonio.
Il CTS ha inviato una nota al Ministero dell’Istruzione con la quale ha chiarito che gli alunni, alla ripresa dell’anno scolastico, dovranno indossare la mascherina solo in movimento, mentre da seduti decade l’obbligo di indossarla.
In tal modo, in linea con le modalità adottate dal Governo in ambito nazionale, i banchi possono essere posizionati più vicini tra loro, consentendo di raddoppiare il numero di alunni che svolgeranno attività in presenza. La decisione risolve numerosi aspetti critici evidenziati dai dirigenti scolastici relativi al rispetto delle misure di distanziamento.”
Più spazi per la scuola
La scuola che inizierà settembre, per rispettare il distanziamento previsto ad oggi dal Comitato tecnico-scientifico (1 metro di distanza fra le “rime buccali degli alunni”), avrà bisogno di più spazi.
Il Ministero dell’Istruzione ha messo a punto in queste settimane un ‘cruscotto’, un sistema informatico che incrocia i dati relativi a aule, laboratori, palestre disponibili con il dato delle studentesse e degli studenti e la distanza da tenere. Questo strumento consentirà di individuare, comune per comune, scuola per scuola, le priorità di intervento e gli alunni a cui sarà necessario trovare nuovi spazi in collaborazione con gli Enti locali. Uno strumento rapido per poter agire chirurgicamente sulle situazioni più complesse. Secondo i dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica ci sono poi circa 3mila edifici scolastici dismessi che possono essere recuperati. Si useranno anche spazi esterni, attraverso patti con il territorio, per una didattica che possa svolgersi anche nei musei, negli archivi storici, nei teatri, nei parchi.
Maria Rosaria Voccia