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Il Castello di Capaccio Paestum rientra nella classifica dei Luoghi del Cuore del FAI

Lo scorso febbraio è stata pubblicata la classifica dei Luoghi del Cuore 2021. Qui il nostro Link: https://www.sevensalerno.it/2021/02/25/fai-i-luoghi-del-cuore-risultati-del-decimo-censimento/

Il Castello medievale di Capaccio Paestum è rientrato nella classifica, posizionandosi al 242° posto, grazie a 1518 firme.

Abbiamo raggiunto Mariella Guglielmotti, referente del Comitato del Castello di Capaccio che ha lanciato la petizione on line.

Una bella emozione, sicuramente..

“Si, sono felicissima, anche perché è stato tutto organizzato in modo veloce. Abbiamo lanciato la petizione in un periodo facile per nessuno ed il covid-19 ha fatto sì che venissero cancellate tante iniziative collegate al progetto.

Le firme prese online sono state più faticose di quelle prese sul cartaceo. Devo ringraziare una marea di persone per avermi innanzitutto sopportato (so essere assillante, lo so!!!), per aver aderito al comitato e per il solo fatto di avere ripreso a parlare della nostra storia”.

Una storia decisamente affascinante. Il Castello di Capaccio Paestum è detto “il Castello di Federico II° di Svevia”. Raccontiamola ai nostri lettori.

” Nel 1246, con obiettivo l’assassinio dell’Imperatore Federico II°, il figlio Enzo ed Ezzelino, si mette in atto una congiura  a Capaccio, che prende il nome dal Castello di Capaccio dove convennero i cospiratori.

Alla congiura parteciparono, in buon numero, le famiglie più antiche e potenti dell’Italia meridionale, approfittando dell’assenza di Federico II che si era ritirato nei pressi di Grosseto per una stagione di caccia. La congiura fu ordita da Papa Innocenzo IV, come dimostrato dal rinvenimento di diplomi papali compromettenti nel castello, oltre alle confessioni dei congiurati prima di essere giustiziati.

I capi della congiura erano tra le famiglie dei Fasanella, dei Francesco e dei Morra. Fra gli altri partecipanti si ricordano Bartolomeo D’Alice, Ruggero da Bisaccio, Guglielmo da Caggiano, Roberto de Caiano, Giovanni Capece, Francesco, Ottone e Riccardo da Laviano, Enrico, Nicola e Tommaso de Littera, Riccardo di Montefusco, Bartolomeo di Teora, ai quali si aggiunsero i già potenti Sanseverino e gli Eboli.

Non venivano invece dal principato Citra o da Salerno i congiurati Tommaso Saponara, Gisulfo de Mannia, Malgario Sorello e Andrea de’ Cicala. Quest’ultimo, Andrea de’ Cicala, ricopriva, dall’ottobre 1239, un’importante carica militare, cruciale per la sicurezza dei confini superiori del Regno di Sicilia, di cui fu capitano della parte settentrionale, con amplissimi poteri, amministrativi e militari, inclusa la gestione e l’amministrazione delle strutture castellari.

Tuttavia, Giovanni da Presenzano, uno dei congiurati, si pentì e tradì i suoi compagni informando Riccardo Sanseverino, conte di Caserta e futuro genero di Federico, della congiura. Questi comunicò a sua volta la notizia all’Imperatore, che cadde in una momentanea depressione, ritenendo di non meritare una sorte simile. Venuto a conoscenza della cospirazione, Federico II fece immediato ritorno nel Regno, mentre i suoi fedeli davano la caccia ai congiurati nelle rocche del Cilento in cui si erano rifugiati: fu presa Sala Consilina, mentre Altavilla Silentina fu rasa al suolo.

Fu a questo punto che Cicala, tradendo la fedeltà all’imperatore, diede scampo ai ribelli all’interno del castello di Capaccio, ritenuto inespugnabile. Appare certo, tuttavia, che egli morì già il 17 maggio, due mesi prima che si giungesse all’epilogo della sedizione.

Federico cinse d’assedio il castello nell’aprile del 1246 e la fortezza cadde dopo tre mesi, nel caldo afoso di luglio. Federico II ottenne la vittoria perché riuscì a sabotare la grande cisterna maggiore, del castello medesimo, lasciando senza acqua i 150 uomini e le 20 donne che vi si erano riparati. I congiurati furono incarcerati andando incontro al giudizio dell’imperatore.

Terribile fu la sorte dei congiurati: rifacendosi al diritto romano, Federico II applicò la Lex Pompeia de parricidio, colpendoli come violenti e parricidi. Incarcerati tutti gli uomini, ne ordinò l’accecamento e la mutilazione del naso e degli arti, quindi ne decretò la messa a morte con vari mezzi che si rifacevano agli elementi naturali, come contrappasso al loro agire contro natura: impiccati, destinati al rogo, a essere trascinati da cavalli, o chiusi in un sacco di vipere (poena cullei) e annegati (mazzeratura). Le donne furono vendute come schiave a Palermo. Federico II°, emise anche un’ordinanza per la distruzione del castello stesso. Oggi si crede, invece, che essa fu disattesa e il castello distrutto qualche anno più tardi durante i Vespri siciliani (1282-1302), combattuti per terra e per mare dagli assedianti Aragonesi di Spagna contro il Regno di Napoli degli angioini, da quando, nel settembre del 1282, Pietro III di Aragona si era dichiarato a Palermo Re di Sicilia.”.

Quali sono le attività del vostro comitato?

” Organizziamo spesso passeggiate al Castello per visitare il luogo e raccontare discutere e fare ricerche sulla storia del luogo e della congiura di Federico II di Svevia. Alle passeggiate coinvolgiamo chiunque abbia voglia di conoscere la storia, turisti, cittadini del luogo, le scuole.

Ringrazio l’associazione Geo Trek Paestum, oltre che per l’impegno, per l’attenzione che hanno dimostrato di avere lui e gli associati per il territorio. Quando credi che nessuno la pensi più come te, rimani meravigliato ed è un insegnamento di vita: non perdere mai le speranze!

Ma devo ringraziare ancora tanti miei concittadini, tra cui Antonia Franco, Presidente dell’Agorà dei Liberi e i suoi associati.

Ringrazio Ernesto Franco sempre pronto ad accompagnarci a far visita al castello in qualunque momento glielo si chieda e grazie a Sergio Arnaldo Maurizio Sica e Luigi Pisani per racconti e storie di ogni pietra del territorio.

Ringrazio Paola Contursi che ci ha accolto nel progetto di Paestum In_vita • Il gruppo, quando eravamo confusi e non sapevamo che direzione prendere.

Grazie alla Dottoressa Marina Annunziata Cipriani per i consigli ed al Professore Paolo Peduto, alla Professoressa Rosa Fiorillo, i Professori Alfredo Maria Santoro e Gianluca Santangelo dell’Università di Salerno che con le loro dirette facebook ci hanno fatto compagnia nelle domeniche di Dicembre.

Ringrazio il Professore Gaetano Puca  ed il Professore Gaetano Ricco, entrambi entusiasti del progetto.

Rivolgo un ringraziamento speciale al Dirigente Scolastico dell’IPSAR Piranesi, la Dott.ssa Loredana Nicoletti , alla Prof.ssa Pasqualina Vairo ,alla Prof.ssa Elena Tortorella, che hanno coinvolto docenti, studenti e famiglie.

E, ancora, ringrazio il Comitato del Castello di Capaccio, anche una sola firma è stata importante per raggiungere il nostro 242° posto.

Auspico che questo nostro primo censimento ci sia servito per prepararci al prossimo. Abbiamo tante bellezze da salvaguardare. Iniziamo con una per salvare tutte le altre”.

Maria Rosaria Voccia

castello-federiciano-di-capaccio-vecchia- foto FAI

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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