Cultura

Baronissi: alla Casa della Poesia il Canto del Popolo Ebraico

Sabato 27 gennaio alle ore 20,30, a Casa della Poesia a Baronissi, in occasione della Giornata della Memoria si presenterà e si leggerà l’opera di Yitzhak Katzenelson “Il Canto del popolo ebraico massacrato”, opera unica e straordinario poema di necessità e testimonianza.

Scrive Primo Levi: «Davanti al “cantare” di Yitzhak Katzenelson ogni lettore non può che arrestarsi turbato e reverente. Non è paragonabile ad alcun’altra opera nella storia di tutte le letterature: è la voce di un morituro, uno fra centinaia di migliaia di morituri, atrocemente consapevole del suo destino singolo e del destino del suo popolo. Non del destino lontano, ma di quello imminente: Katzenelson scrive e canta dal mezzo della strage, la morte tedesca si aggira intorno a lui, ha già compiuto il massacro più che a metà ma la misura non è ancora colma, non c’è tregua, non c’è respiro; sta per colpire ancora e ancora, fino all’ultimo vecchio e all’ultimo bambino, fino alla fine di tutto.

Che in queste condizioni e in questo stato d’animo il morituro canti, e si riveli poeta, ci lascia frementi di esecrazione ed esaltazione insieme. Queste sono poesie necessarie, se mai altre ce ne sono state: intendo dire, se così spesso ci coglie il dubbio, davanti a una pagina, che le cose scritte dovessero o non dovessero essere scritte, e potessero o non potessero essere scritte in altro modo, ogni dubbio tace.

Al di sopra dell’orrore che ogni volta ci coglie daventi a queste testimonianze pur note, non possiamo reprimere un moto di stupore ammirato per la purezza e la forza di questa voce».

Yitzhak Katzenelson nacque nel 1886 in Bielorussia, ma ben presto si trasferì con la famiglia a Lodz, in Polonia, dove aprì una scuola e si dedicò alla Letteratura, scrivendo sia in yiddish, sia in ebraico. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò a Varsavia, dove assisté all’agonia del ghetto.

Nel 1943 la moglie e i suoi due figli minori furono uccisi. Lui, insieme al figlio maggiore, fu portato a Vittel, in Francia. Qui scrisse “Il canto del popolo ebraico massacrato”. Il 29 aprile 1944 fu deportato ad Auschwitz, dove fu subito eliminato.

In Italia sono pubblicate due versioni dell’opera, la prima dalla Editrice La Giuntina con traduzione dallo yiddish di Sigrid Sohn e versione poetica di Daniel Vogelmann, la seconda da Mondadori “Canto del popolo yiddish messo a morte” con traduzione, cura e introduzione di Erri De Luca.

Dall’opera di Yitzhak Katzenelson, Moni Ovadia ha tratto uno spettacolo “Binario 21” il cui adattamento televisivo con la regia di Felice Cappa, sarà proiettato nel corso della serata. Il filmato contiene la testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio e recentemente nominata “senatrice a vita” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Maria Rosaria Voccia

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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