Sevensalerno Riceve e Pubblica
Gent. Dott. Iervolino,
La contattiamo a seguito dell’intervista da rilasciata dal Dott. Arcangelo Saggese Tozzi, Direttore del Servizio di Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Salerno, alla trasmissione di Rai Radio 1, Giorno per Giorno, in merito alla questione relativa alle Fonderie Pisano, disponibile al link
Le gravissime dichiarazioni, che hanno suscitato in tutti noi stupore ed indignazione, rischiano di screditare l’intero Ente se non vi sarà una ferma presa di posizione da parte dei vertici dell’ASL Salerno.
Durante la trasmissione infatti il Dott. Saggese Tozzi ha ripetutamente minimizzato gli effetti prodotti da uno stabilimento obsoleto che ha operato scientemente nello spregio delle norme ambientali, per di più senza autorizzazioni. Egli ha più volte sottolineato la soggettività del disagio provocato dalle fonderie Pisano, laddove invece l’inquinamento prodotto dalle stesse è stato comprovato negli anni da analisi oggettive svolte dall’ARPAC e dai Carabinieri dei NOE. Sulla base di tali comportamenti sono stati già istruiti processi nei quali la famiglia Pisano ha patteggiato per reati gravissimi compiuti verso l’ambiente, ma anche verso i suoi stessi operai, la cui salute evidentemente non è stata tutelata. I vertici della fonderia sono tutt’ora sotto processo penale, accusati di reati gravissimi. Da quanto detto si evince che i comportamenti lesivi sono stati perpetrati volontariamente negli anni, considerato anche che i reati contestati erano spesso gli stessi nei vari processi tenutisi dal 2004 ad oggi.
Come si legge anche sulle pagine del quotidiano “il Mattino” invece, secondo il Dottore, mancherebbero dati oggettivi che sanciscano che le molestie olfattive siano il segnale di pericolo concreto per la salute, quasi a far passare i cittadini che da anni si battono contro le Pisano come delle persone insofferenti e ridurre le esalazioni a semplice fastidio. Nel seguito riportiamo solo alcune delle allarmanti risultanze delle analisi effettuate dall’ARPAC, che dal 2014 ha avviato un’intensa campagna di monitoraggio ambientale dell’area. In quell’anno i risultati sui sedimenti del fiume Irno hanno evidenziato che: “Il campione prelevato a monte del punto d’immissione presenta valori di concentrazioni rientranti nei limiti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione…mentre il campione di sedimento prelevato a valle del citato punto d’immissione, relativamente ai parametri Cadmio, Piombo, Rame, Stagno, Zinco, Idrocarburi pesanti (C>12), Benzo(a)Antracene, Benzo(a)Pirene, Indeno(1,2,3,-c,d)Pirene e Benzo(g,h,i,)Perilene, presenta valori di concentrazione di gran lunga superiori ai limiti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione… A monte del Fiume (Fonderia) i sedimenti non sono inquinati. A valle o subito dopo (Fonderia) sono superiori alla colonna A) del D.Lgs 152/06 e smi i valori di Metalli pesanti (cadmio, piombo, rame stagno e zinco) Idrocarburi pesanti e IPA(idrocarburi policiclici aromatici)”. D’altra parte la sentenza N. 314/2015 del Tribunale di Salerno sancisce il patteggiamento per la mancata osservanza di norme per la sicurezza dei lavoratori ed, “anche per via di un vetusto ed inadeguato sistema di captazione dei fumi di produzione” l’emissione di fumi contenenti polveri di natura cancerogena (“materiale particellare a base di piombo e cadmio, composti organici volatili (COV) contenenti, tra l’altro, monossido di carbonio, anidride carbonica, solventi aromatici, anidride solforosa”) provenienti dall’impianto dichiarato “assolutamente incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserito“.
Nel Novembre 2015 nei verbali redatti dall’ARPAC a commento dei rilievi della centralina mobile per il campionamento delle polveri PM5 e PM10 si legge che tecnici della Pisano non conoscono le BAT e non hanno la cultura dell’AIA. Sulla base di questi rilievi nella primavera del 2016 la Regione Campania è costretta a sospendere le attività della fonderia, in quanto vi sono “situazioni connotate di immediato pericolo e danno per l’ambiente e la salute pubblica”. Sempre nel 2016, l’ARPAC riusciva per la prima volta a installare i propri strumenti per effettuare campionamenti delle emissioni dal camino E1 dello stabilimento durante il processo di fusione (Regione Campania Prot. N°2016.0332233 del 16/05/2016). Nel caso del monossido di Carbonio le risultanze dei rilievi indicano dei valori che non solo superano di oltre 10 volte quanto previsto dalla normativa, ma sono addirittura superiori al range massimo di misura della strumentazione in dotazione all’ARPAC, al punto che nella relazione si legge che “l’entità dei valori di CO, riscontrati nel corso del campionamenti del 12.4.2016 e 19.4.2016, notevolmente eccedenti i limiti previsto e caratterizzati da numerosi “over range” costituiscono, come suggerito dal Dott. Fabio Pescatore Responsabile Tecnico della STA (fornitrice Horiba), un potenziale pericolo per gli operatori e una minaccia per l’integrità della strumentazione”
Ancora dalla Relazione Finale dell’attività ispettiva dell’ARPAC (Prot. 0066824 del 13/11/2017) emerge per l’ennesima volta un quadro allarmante dell’impatto ambientale dell’impianto sulla salute pubblica e sull’ambiente. Quasi tutte le BAT risultano non rispettate, in particolare quelle riguardanti la prevenzione della formazione di diossina, stoccaggio dei rottami e dei rifiuti prodotti, nonché parziale applicazione delle BAT relative alla captazione delle emissioni prodotte in varie fasi del processo produttivo e alla separazione delle acque reflue. E’ infatti proprio di quel periodo il sequestro di diverse tonnellate di materiale ferroso contaminato da oli e plastica. Un medico, nonché un uomo delle istituzioni, non dovrebbe minimizzare tutto ciò, mettere in campo una difesa dell’imprenditoria scellerata, ma applicare il principio di precauzione in accordo con le recenti direttive europee, considerato che, luglio 2018 giudici del TAR di Salerno e l’ARPAC hanno messo nero su bianco che la mancata osservanza delle BAT (Best Available Technologies) da parte delle Fonderie costituisce un pericolo esiziale sia per i cittadini che per i lavoratori delle fonderie e per sottolineare l’allarme sanitario, i magistrati si sono soffermati a spiegare il significato del termine esiziale. Nella sentenza si legge: “Rilevato che il lemma esiziale indica, in modo inequivocabile, ciò che è “mortale” o “pregiudica irrimediabilmente la salute”.
Per quanto riguarda invece la possibilità di un supporto da parte dell’ASL non appena dovessero arrivare elementi di allarme, l’esperienza c’insegna che si tratta purtroppo di una mera frase di circostanza. Anche in questo caso sostanziamo le nostre affermazioni con dati concreti e oggettivi, nel seguito per dovere di sintesi, riportiamo solo alcuni dei gravi episodi che hanno visto l’ASL inadempiente rispetto alla questione Pisano. Abbiamo documentazione che testimonia che almeno dal 2008 l’ASL fosse al corrente dell’inquinamento provocato dalla Pisano (si veda ad es. la missiva dell’ARPAC n° 15896 del 13/11/2008). In quell’anno la Fonderia era già monitorata dalla stessa ARPAC d’intesa con l’Autorità Giudiziaria e dall’ispezione emerge che mancano sistemi di captazione, convogliamento ed abbattimento dei fumi e si richiede il coinvolgimento dell’ASL competente a salvaguardia della salute dei lavoratori e dei cittadini. Tuttavia non abbiamo riscontri circa l’interessamento dell’ASL. Risale invece al 2009 la lettera dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Salerno, Gerardo Calabrese, in cui si evince che ci sono una serie di problematiche (sicurezza sui luoghi di lavoro, tutela della Salute Pubblica) in merito alle quali gli organi competenti dell’ASL non sono intervenuti prontamente (Comune di Salerno Protocollo n° 48360 del 20/03/2008). In particolare in questa nota si sottolinea la mancanza del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI). Tale grave inadempienza perdurerà fino al 2016 e rappresenta una gravissima mancanza per un’attività come una fonderia. Su questo né il Prefetto, né tantomeno i Vigili Del Fuoco intervengono tempestivamente. L’Assessore all’Ambiente del Comune di Salerno, Gerardo Calabrese, torna a scrivere all’ASL, ai Carabinieri, alla Regione Campania e al Ministero dell’Ambiente nel 2010 parlando di “emissioni di fumo da parte della ditta Fonderie Pisano…che potrebbero creare problemi di salute alla popolazione residente”. Di conseguenza negli anni sembrerebbe che l’ASL abbia avuto più di un’indicazione circa l’allarme creato dalle Fonderie, ma non si registra alcuna azione concreta da parte dell’Ente. Nel 2012 la Regione Campania rilascia l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) alle fonderie. Nel relativo decreto si legge che “La Conferenza (dei Servizi, ndr) conclusiva…all’unanimità si è espressa formulando parere favorevole al rilascio dell’autorizzazione”. Ebbene, l’ASL, che pure doveva presiedere alla conferenza dei servizi non era presente, nonostante in quel periodo l’azienda fosse già attenzionata.
Nel giugno 2014 la Regione Campania, durante il mandato del governatore Caldoro, istituisce un tavolo tecnico regionale di monitoraggio ambientale per il “contenimento degli impatti prodotti dalla società Fonderie Pisano”, cui dovrebbe sedere, tra gli altri, un rappresentante dell’ASL di Salerno. Quest’ultima però non invia alcun rappresentante al primo insediamento del tavolo, a testimonianza del grande impegno profuso dall’ente in questa vicenda.
Nella primavera del 2016 il Comitato Salute e Vita viene invitato ad un incontro con i vertici dell’ASL Salerno, per presentare l’avvio di uno studio epidemiologico per monitorare lo stato di salute della popolazione che vive nei territori limitrofi alla fonderia, al fine di stabilire una possibile correlazione tra la presenza della stessa e le malattie riscontrate nella popolazione. Ebbene, da allora non si hanno avute più notizie in merito.
Ci sorprende anche la sua definizione dei cittadini che lamentano delle esalazioni della Fonderie come persone che frequentano e attraversano l’area. Ebbene, il vetusto edificio di cui si parla si trova in un popoloso quartiere della città di Salerno. Come responsabile del Dipartimento della Salute Pubblica dovrebbe ben conoscere il territorio e sapere che il Comune di Salerno ben dieci anni fa ha dichiarato che l’area in cui si trova la Fonderia non sia più industriale, ma di trasformazione residenziale/ commerciale ed edificabile. Difatti nella zona vivono migliaia di persone, ci sono scuole, un grande centro commerciale e diverse attività quali ludoteche e supermercati. Questo vuol dire che allo stato attuale le fonderie sono oggettivamente incompatibili con il contesto urbano in cui sono inserite così come affermato anche dallo stesso PEG del 2006. Peraltro entrambe le centraline di Fratte (quella sita in via Osvaldo Conti e quella mobile) hanno registrato sensibili superamenti delle soglie di biossido di Azoto su media annuale (fonte ARPAC). Ciò vuol dire che l’inquinamento da biossido di Azoto nella zona non è occasionale, bensì radicato e strutturale, al contrario di quanto avviene nel centro cittadino dove l’innalzamento dei livelli è sporadico. La ragione è che nel quartiere di Fratte insiste un vetusto impianto di seconda fusione e che, come si legge sul sito dell’ARPAT, “Il biossido di azoto è un inquinante principale che si forma nei processi di combustione”.
Ancora, suona come una presa in giro la minimizzazione dei primi risultati emersi dallo Studio SPES, una presenza ben sopra la media di zinco e selenio nel sangue dei 400 soggetti in studio dall’Istituto zooprofilattico sperimentale per il Mezzogiorno. Inoltre il Dott. Saggese Tozzi a nostro parere dimostra di avere un atteggiamento antiscientifico e tendenzioso quando scredita le modalità del campionamento di dati, dal momento che l’ASL Salerno ha sottoscritto il protocollo dello studio. Offesa all’intelligenza dei cittadini è anche cercare di stabilire un legame logico diretto tra la scarsa incidenza dei tumori nella provincia di Salerno, peraltro secondo un registro tumori non aggiornato, e l’attività della fonderia. L’estensione della Provincia di Salerno, non consente di estrapolare alcun tipo di statistica in tal senso, piuttosto il metodo adottato nello studio SPES, il procedere per cerchi concentrici con centro nella fonderia, è scientifico e rigoroso. Sulla questione medica siamo comunque fiduciosi perché lo studio epidemiologico promesso più di tre anni fa dall’ASL verrà condotto da tecnici preparati nominati dall’autorità giudiziaria nell’ambito del processo che mira a stabilire l’incidenza di particolari patologie nell’aria interessata dalle emissioni della fonderia. A riguardo non va da meno sottolineato che il magistrato ha indicato un nuovo potenziale reato a carico dei Pisano, oltre ai reati di omicidio e lesioni personali, egli individua anche gli estremi per la contestazione del reato contro l’incolumità pubblica.
Per finire, al ulteriore riprova che non si tratta solo di fastidi soggettivi, vogliamo sottolineare che il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo presentato da un folto gruppo di residenti di Salerno e della Valle dell’Irno per denunciare la violazione da parte dello Stato italiano degli obblighi di protezione della vita e della salute in relazione all’inquinamento prodotto dalle fonderie Pisano, è stato ritenuto ammissibile.
Dunque esprimiamo il nostro più profondo disappunto e sconcerto sul ruolo che al momento ha svolto l’ASL in questa vicenda annosa e pericolosa per la popolazione,
l’episodio che ha visto protagonista il Dott. Saggese Tozzi purtroppo non è il primo che vede coinvolti dipendenti che a nostro giudizio non danno un messaggio di trasparenza da parte dell’ente. In passato abbiamo già segnalato infatti lo spiacevole episodio occorso durante un convegno organizzato dal Comitato che ha avuto come protagonista il Dott. Crescenzi, che in quell’occasione, accompagnato da un congiunto dei vertici della Pisano, società che in quel momento era sotto sequestro da parte della magistratura per gravi reati ambientali, inveiva contro i relatori dell’evento dopo aver ascoltato in incognito senza presentarsi. Oggi, come in quella occasione, le dichiarazioni di un funzionario dell’ASL Salerno sembrano voler tutelare la famiglia Pisano, piuttosto che la salute della popolazione. Volendo confidare nella buona fede del Dott. Saggese Tozzi, si dovrebbe riconoscere a quest’ultimo quantomeno la totale ignoranza in merito alla questione Pisano su cui pure è andato a discutere su una rete radiofonica nazionale.
Ci rendiamo disponibili fin da ora a fornire tutta la documentazione cui abbiamo fatto sopra riferimento, allo scopo d’informare il Dott. Saggese Tozzi sui giudizi amministrativi e penali riguardanti la famiglia Pisano, nonché le reiterate manifestazioni organizzate dalla popolazione residente che testimoniano una chiara criticità ambientale. Ci auguriamo episodi così gravi di cattiva comunicazione alla popolazione non si verifichino più e che l’ASL Salerno mostri concretamente sensibilità e serietà nell’affrontare, di concerto con gli altri enti preposti, il problema della tutela della salute pubblica. Auspichiamo inoltre che Lei possa esprimersi pubblicamente in merito a questo episodio chiarendo quale sia la posizione dell’ASL circa le dichiarazioni del Dott. Saggese Tozzi Le chiediamo di voler ricevere al più presto una delegazione dell’Associazione presso gli uffici dell’ASL Salerno in quanto riteniamo sia necessario un chiarimento circa la reale posizione e il reale impegno dell’ente sull’accaduto e, più in generale, sulla questione legata all’inquinamento prodotto dalle fonderie.
Comunicato Stampa Comitato e l’Associazione “Salute e Vita”
Redazione