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Scuola: Ricorso al TAR Lazio di “Scuola e Sicurezza: scelta libera tra DaD e DiP” e “Scuola, sicurezza e salute senza colore politico”

Sevensalerno Riceve e Pubblica

SCUOLA

Ricorso al TAR Lazio del 21/12/2020 I due gruppi con pagina Facebook: • “Scuola e Sicurezza: scelta libera tra DaD e DiP” e • “Scuola, sicurezza e salute senza colore politico”, che rappresentano oltre 8.000 famiglie tra docenti, personale ATA e genitori disseminati sull’intero territorio nazionale, da sempre impegnati nel riconoscere il ruolo fondamentale svolto dalla scuola quale centro di formazione, di educazione e crescita dell’individuo ma, nel contempo, legittimamente preoccupati della diffusione del Covid-19 negli ambienti scolastici, a studenti e personale scolastico, con conseguente trasmissione all’interno delle rispettive famiglie,

COMUNICANO

che una loro significativa rappresentanza, non avendo ricevuto riscontro dagli Organi Competenti, alle loro reiterate istanze di settembre ed ottobre, ha presentato in data 21 dicembre 2020 ricorso al TAR Lazio per richiedere: 1) la libertà di scelta per studenti e docenti tra DaD (Didattica a Distanza) e DiP (Didattica in Presenza) – specie se in presenza di situazioni di fragilità personale e/o familiare – a fronte di una normativa attuale che determina grave disparità di trattamento per i docenti rispetto ad altre Pubbliche Amministrazioni dove, in tal caso è previsto lo smart working/lavoro agile. Normativa che inoltre lascia la totale discrezionalità ai Dirigenti Scolastici in merito all’accoglimento o al rigetto delle richieste di DaD per studenti con familiari fragili, come se fosse possibile per un DS valutare l’opportunità di offrire o porre in essere tale strumento tutte le volte in cui vi è una fragilità dichiarata e/o certificata da un Medico di Medicina Generale;

2) l’annullamento, in attesa di attuazione, previa sospensione dell’efficacia del DPCM 3 dicembre 2020 con specifico riferimento all’art. 1, comma 10 lett. s.) nella parte in cui prevede il rientro obbligatorio in classe a partire dal 7 gennaio 2020 per tutti gli studenti di ogni ordine e grado; nonché di tutti gli altri DPCM, Ordinanze ministeriali e ogni altro provvedimento anche meramente esecutivo del DPCM impugnato, in quanto lesivo degli interessi dei ricorrenti; 3) di disporre che il Ministero della Salute fornisca, per il tramite delle ASL Regionali, i dati relativi al livello dei contagi nella scuola dell’infanzia, primaria nonché secondaria di primo e secondo grado – in modo da poter condurre un’analisi indipendente su dati oggettivi e puntuali sul ruolo della scuola in presenza nella trasmissione dei contagi. I ricorrenti ritengono che con l’attuale situazione epidemiologica, nonché la scoperta della variante virale “inglese” potenzialmente più contagiosa anche tra le fasce di età più giovani, non sussista effettivo ed adeguato livello di sicurezza all’interno delle aule scolastiche.

Non c’è sicurezza senza dati aggiornati, completi, non discrezionali e analizzati da studi indipendenti.

Non c’è sicurezza senza contact-tracing, senza test a chiunque sia entrato in contatto con positivi anche se asintomatico, senza tempestività nella comunicazione tra autorità sanitarie e scuola e tra scuola e famiglia.

Non c’è sicurezza senza diminuzione del numero di alunni per aula, senza distanziamento efficace tra banchi e senza impianti di aerazione e purificazione d’aria nelle aule.

I rappresentati dei due gruppi pur auspicano il ritorno alla scuola in presenza hanno chiesto di poter avere la libertà di scelta tra DaD e DiP fin tanto che persisterà la situazione epidemiologica attuale da contagio Sars-CoV2 e/o non si riuscirà ad avere una effettiva vaccinazione della popolazione scolastica.

I rappresentati dei gruppi ritengono che tale possibilità costituisca una dimostrazione di serietà e di rispetto dei principi costituzionali di diritto alla salute e di diritto all’istruzione contemperati da una effettiva uguaglianza sostanziale.

Insomma le oltre 8.000 famiglie che aderiscono ai due gruppi Facebook si chiedono perché le aule dei tribunali, ivi compresa quelle del TAR Lazio che dovrà decidere sul loro ricorso, sono vuote -salvo rarissimi casi eccezionali- per il concreto rischio di contagio che si ha in ambienti dove la voce diviene lo strumento principe di lavoro, mentre le aule delle scuole debbono essere piene? Dov’è il principio di uguaglianza sostanziale e dov’è il principio di precauzione?

Redazione

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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