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Magari fossimo Scampia, i residenti del quartiere Calenda di Salerno non ci stanno

L'Occhio nei Quartieri

In diversi articoli apparsi negli ultimi tempi su un quotidiano locale, si è provveduto al paragone inusuale e “spicciolo” tra alcuni rioni cittadini e varie zone d’Italia e del mondo che non godono esattamente di buona fama. Pastena è diventata il Bronx, per citarne una, mentre il rione Calenda ha assunto il più che onorevole appellativo di Scampia.

A scanso di equivoci, va spiegato perché noi residenti ne siamo onorati: Scampia è un quartiere che ha vissuto una fase di profonda crisi, ma grazie a numerosi interventi (investitori privati e istituzioni) sta rinascendo come una fenice, dalle stesse ceneri generate da problemi obiettivi di carattere socio-culturale, chiamiamoli così.

Il rione Calenda, con le dovute proporzioni, ha avviato un lentissimo percorso di rinascita basandosi sugli sforzi dei residenti che credono fermamente nel loro piccolo quartiere fin troppo abbandonato: ci sono casi di microcriminalità, furti di auto e moto, incuria degli spazi pubblici, poca manutenzione e poca pulizia.

L’attenzione verso la zona è determinata per lo più dalla polizia municipale che, a cadenza regolare, decide di multare i residenti che hanno la “colpa” di dover inventare un posto auto per le proprie vetture a causa della penuria di servizi di base.
Mancano tutti i servizi di base, appunto: i servizi di spazzamento sono ormai un lontano ricordo, i pochi negozi della zona devono impegnarsi ad essere completamente autosufficienti anche per la pulizia dello spiazzale antistante le loro attività, i bambini percorrono il tragitto casa-scuola tra le buste d’immondizia spesso non ancora raccolte, il trasporto pubblico locale singhiozza a dir poco, mancano i cestini per gettare i rifiuti da passeggio e le deiezioni canine, mancano stimoli all’aggregazione sociale nonostante il coraggio di tanti residenti costantemente impegnati nel proporre e produrre un’offerta per l’intera cittadinanza, le attività commerciali sono ridotte all’osso anche a causa della mancanza di una prospettiva di crescita nella zona, ma le attività che ci sono resistono con coraggio.

Nonostante tutto ciò, e non è poco, il rione resiste. Lo fa con la consapevolezza che ci sono alcune zone antistanti le scuole elementari e l’istituto alberghiero che – più o meno regolarmente – vengono utilizzate come piazze di spaccio o come luogo per consumare le droghe acquistate, e proprio per questo ogni cittadino segnala costantemente la grave situazione (siringhe e non solo) che si riversa dinanzi agli occhi (o, potenzialmente, tra le mani) dei bambini, delle famiglie della zona.

L’attenzione istituzionale che questo rione merita è di gran lunga superiore a quanto questo comunicato possa esprimere: manca l’attenzione istituzionale necessaria a garantire vivibilità alla zona, mancano i servizi e manca la concretezza che, in altri casi, ha contraddistinto l’azione amministrativa in altre zone della città.
Per questo noi riteniamo di dover chiedere scusa ai residenti di Scampia: purtroppo, per servizi, investimenti e impegno sociale non siamo neanche lontanamente paragonabili alla vostra bella realtà, che ci auguriamo possa diventare sempre più bella evitando di trascinarsi dietro lo spettro dei luoghi comuni.
Quei luoghi comuni che, immeritatamente, colpiscono aree come il rione Calenda.

Noi residenti resistiamo e continueremo a farlo, pur consapevoli che l’azione amministrativa è necessaria da noi e in tante altre aree della città. Scampia non è dimenticata, anzi, è viva e combatte. Il rione Calenda, pur dimenticato, vive e combatte ad armi pari.
Comunicato Stampa

Redazione

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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