Si è tenuta ieri, mercoledì 18 luglio, presso il Comune di Cava dè Tirreni, l’assemblea generale delle Associazioni di Volontariato Ambientale per fare il punto sull’urgenza di prevenire gli incendi estivi.
L’intento è realizzare un Centro di Coordinamento, diretto dalla Protezione Civile, è controllare il territorio di cava e della prima parte della Costiera anche con l’utilizzo di un drone. L’Amministrazione del Sindaco Servalli ci fa sapere che, dopo l’estate scorsa, durante la quale l’intero territorio della Regione Campania è stato avviluppato dagli incendi, per la maggior parte dolosi, e che a Cava hanno devastato l’Oasi Decimari, i Monti Lattari, Monte Castello, Monte Finestra, è iniziata una prevenzione territoriale con interventi di bonifica e regimentazione delle acque meteoriche delle aree boschive per mitigare il rischio di frane.
“L’incontro con le associazioni – ha dichiarato l’assessore all’ambiente Nunzio Senatore – ha l’obiettivo di creare una rete tra tutti coloro che, in un modo o nell’altro, possono dare un contributo concreto a presidiare i nostri monti, anche con attività come campi estivi, escursioni. Ci attendiamo che dall’incontro possano arrivare proposte, idee oltre che collaborazione. L’intenzione è quella di far vivere le nostre colline, rendere sempre più praticati e praticabili i sentieri e realizzare un vero e proprio piano di coordinamento che mi auguro possa diventare un punto di riferimento permanente non solo per le attività connesse allo spegnimento degli incendi ma anche per valorizzare un patrimonio ambientale notevole che ha la città”.
Foto: un incendio sulle colline di Cava de’ Tirreni, estate 2017
Tra le Associazioni intervenute, Spazio Pueblo ha dichiarato: “E’ un passo in avanti rispetto al passato perché per la prima volta tante realtà che operano sul territorio hanno potuto conoscersi ed esprimere la propria visione. Restano dei dubbi tecnici circa la natura effettiva del Coordinamento. Non si è capito in che modo il Coordinamento può coprire le assicurazioni dei volontari delle associazioni. Le altre perplessità sono legate alla formazione per l’antincendio boschivo: la stagione a rischio è alle porte, si riusciranno ad organizzare dei corsi strutturati in tempo? Crediamo che lo stato di emergenza va superato con risposte politiche definitive. E’ necessaria una prevenzione e una manutenzione costante dei nostri boschi. Ma soprattutto bisogna cancellare il ricorso agli appalti privati e impiegare mezzi e personale stabile e non precario per l’antincendio boschivo. La conoscenza e l’amore per il territorio da parte della popolazione locale è un’arma importante per contrastare chi devasta il nostro patrimonio boschivo. La buona volontà di tutti, però, non può essere sfruttata come un paracadute davanti alle mancanze delle istituzioni. Deve diventare un’opportunità di lavoro e di costruzione di nuove prospettive stabili e concrete per chi non vuole abbandonare la terra che ama per cercare fortuna altrove, trovando finalmente qui un modo per vivere tutelando le bellezze naturali”.
Per i Responsabili per Cava “Quest’estate umida e calda, che fiacca la volontà e invita al disimpegno, è in singolare sintonia con il clima di apatia e di immobilismo che caratterizza sempre piu l'(in)azione amministrativa della nostra giunta comunale.
La città va sempre piu’ alla deriva.
Non c’è esempio migliore per rappresentare questo stato di cose che quello relativo alla prevenzione degli incendi. Nonostante l’esperienza drammatica della scorsa estate, l’amministrazione comunale solo il 9 luglio scorso si è ricordata dell’esistenza del problema, coinvolgendo il volontariato cavese, parte nobile della città. Pare che per fortuna il problema l’abbia risolto il Caso, regalandoci una stagione piovosa, sub-tropicale”.
Proprio in questi giorni, la Commissione Parlamentare XIII – Agricoltura e Foreste della Camera dei Deputati ha audito informalmente il vertice della Direzione Generale delle Foreste (DIFOR) dott.ssa Alessandra Stefani, accompagnata dai dirigenti forestali dott. Alessandro Cerofolini e dott. Pietro Oieni, per conoscere lo stato delle foreste italiane.
Alcuni parlamentari del Gruppo Misto, del Movimento 5 Stelle e della Lega le hanno chiesto con interesse informazioni sulla riforma che ha soppresso il Corpo Forestale dello Stato.
Anche per la dott.ssa Alessandra Stefani la riforma Madia non andava fatta (da Vicecapo del Corpo è stata ed è tutt’ora contraria alla soppressione del CFS).
Ci sono ampi margini e validi motivi per ricostituire una nuova Forestale, dislocata sul territorio, vicina ai cittadini, non solo come forza di polizia, ma anche come struttura operativa di Protezione Civile, secondo i dettati che la Corte Costituzionale fornirà a breve.
Maria Rosaria Voccia