CronacaMaria Rosaria VocciaNewsPolitica

Scuola: la ricetta del nuovo Ministro Bianchi

Il suo commento all'incarico ricevuto "L'ho imparato ieri"

 

Il neo Ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi, docente universitario di area prodiana, anni 69, che ha commentato subito dopo aver ricevuto l’incarico “L’ho imparato ieri”, ha delineato le sue proposte per la scuola, già ha avuto modo di illustrare durante il ministero di Lucia Azzolina.

Di seguito:

1. Una scuola aperta e inclusiva che si faccia carico della fragilità delle persone e dei territori

Il principio di “inclusione” è il primo punto, in linea con la cattedra Unesco in “Educazione, crescita ed eguaglianza” di cui è titolare presso l’Università di Ferrara.

“Una scuola aperta a tutti ha come priorità l’attenzione al tema della fragilità e ai bisogni delle persone, a partire dagli alunni disabili, la cui presenza deve costituire un’opportunità di arricchimento per tutti, studenti e docenti, conla ricomposizione del Paese a partire dalle aree più fragili e marginali, emerse drammaticamente in occasione della pandemia. Un ruolo decisivo possono assumere le alleanze territoriali proposte attraverso lo strumento dei Patti educativi di comunità, e sostenute anche dalle risorse dei nuovi Fondi comunitari di cui potrà godere l’Italia nei prossimi anni. Ciò richiede tuttavia nuove risorse economiche insieme a nuovi approcci e competenze da parte dei docenti e dei dirigenti”.

  1. Una scuola che prepari alle nuove competenze del XXI secolo

La scuola del futuro – si legge nel Rapporto – deve nutrire diversi tipi di capacità: “la capacità di utilizzare in modo consapevole e critico i nuovi strumenti di comunicazione e di analisi, la capacità di comprendere e affrontare i cambiamenti continui che quest’epoca ci propone, la capacità di costruire comunità in grado di affrontare l’incertezza, generare innovazione, contrastare l’esclusione, condizioni queste che oggi sono i pilastri di un nuovo sviluppo, socialmente e ambientalmente sostenibile”.

  1. Un curricolo essenziale e in grado di integrare cultura scientifica, cultura umanistica e tecnologie digitali

” Promozione della cultura matematica e scientifica (STEM), in stretta collaborazione con la cultura umanistica, intesa come una risorsa che può supportare e integrare la didattica in presenza nel rispetto, però, dell’età degli allievi e delle allieve e dei loro percorsi educativi e l’importanza fondamentale per la crescita della personalità di una presenza educativa adeguata e mirata proprio dai primissimi anni di vita”.

  1. Una scuola che valorizzi un’autonomia “responsabile e solidale”

” Un’autonomia responsabile, intesa come leva per poter aprire la scuola al territorio, estendendo a tutto il Paese le tante esperienze già presenti nelle diverse realtà territoriali”.

Si propone ” un piano di accompagnamento” per le aree più fragili del Paese, a partire dal Mezzogiorno, dove oggi si rilevano i fenomeni più preoccupanti di divario nei risultati scolastici e i dati più preoccupanti in termini di abbandono e di dispersione scolastica e formativa. Un’attenzione particolare è rivolta agli alunni di origine straniera, soprattutto a quelli di prima generazione”.

  1. Ambienti di apprendimento e didattiche capaci di superare le “gabbie del Novecento”

“Piano nazionale di architettura scolastica” 

“Gli ambienti di apprendimento della nuova scuola richiedono un profondo ripensamento degli spazi educativi in cui i bambini, i ragazzi e gli adolescenti debbono crescere. L’architettura non è solo spazio, ma fondamentalmente tempo, tanto quanto lo è l’apprendimento: parlare di ambienti di apprendimento vuol dire coniugare spazio e tempo come un continuum, e prevedere strumenti, pratiche che coinvolgono studenti e docenti. Solo all’interno di questa visione olistica si può pensare di fare innovazione all’interno della cosiddetta architettura scolastica: la scuola si apre al territorio che si apre al mondo. Gli spazi didattici devono poi essere più aperti alle opportunità educative e sociali del territorio, devono assicurare sia un servizio alle comunità locali (compresi i genitori e gli altri adulti), sia una didattica più flessibile e personalizzata che superi le ‘gabbie del ’900’. È necessario, pertanto, uscire dai vincoli del gruppo classe e della classe intesa come unità solo amministrativa”.

  1. Una scuola capace di integrare il diritto alla salute e quello all’educazione

” Si mira all’introduzione nella scuola, in termini permanenti e sistematici, di contenuti e di figure professionali specializzate come ad esempio quella di un medico referente per ciascun istituto”. Promuovere una “educazione alla salute”, anche dando “più spazio alla musica, allo sport, alla cultura del cibo, all’arte, intesi come mezzi di espressione individuale e collettiva, nonché l’uso delle stesse tecnologie digitali a fini ludici, espressivi e di condivisione sociale”.

  1. Personale sempre più formato e qualificato

” Un forte investimento nella formazione e nel reclutamento del personale della scuola, in particolare dei docenti, assicurando, innanzitutto, le basi culturali e disciplinari, pedagogico-didattiche, psicologiche e gestionali necessarie al superamento dei paradigmi didattici e degli schemi organizzativi ereditati dal passato”.

Maria Rosaria Voccia

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.

Leggi di più