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Salerno: i cittadini lanciano l’appello per l’Archivio Generale e la Biblioteca

L’Associazione Salute e Vita e l’Associazione Help Tutela e Sostegno dei consumatori lanciano l’appello al Comune di Salerno per la tutela dell’Archivio Generale.

Premettendo che, in base al disposto dell’art 9 della nostra Costituzione “la Repubblica ha il compito di tutelare e valorizzare i beni culturali […] e pertanto lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni devono assicurare e sostenere la conservazione del patrimonio culturale e favorirne la pubblica fruizione e la valorizzazione” e precisando che “sono considerati beni culturali tutte le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etno-antropologico, archivistico e bibliografico aventi valore di civiltà”,

in qualità di associazioni Salute e Vita ed Help Tutela e Sostegno dei Consumatori siamo qui a denunciare una situazione gravissima di incuria e cattiva gestione da parte dell’amministrazione comunale, che abbiamo scoperto all’Archivio generale di Salerno ed in particolare nelle sue tre divisioni di Archivio corrente, Archivio di deposito e Archivio storico dove, nonostante gli sforzi profusi dal personale, l’amministrazione comunale sta compiendo l’ennesimo scempio.

1) Archivio Corrente

Ai sensi dell’art. 61 del DPR 445/2000, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, “è indispensabile prevedere la figura dell’Archivista Capo con titolo adeguato, affiancato da personale formato […] Al servizio è preposto un dirigente o funzionario in possesso di idonei requisiti professionali”.

Ci chiediamo come mai l’Archivio corrente di Salerno non preveda questa tipologia di figura competente, pur essendo essa definita dalla legge come “indispensabile”: non esiste in tale ufficio un Archivista capo e questa figura professionale non è nemmeno prevista nella pianta organica, che deve essere predisposta dalla pubblica amministrazione, ancora una volta quindi colpevole e inadempiente. Ma non è tutto!

2) Archivio di deposito

Andando ad analizzare la situazione nel secondo ramo dell’archivio di Salerno, ci si rende subito conto che la situazione peggiora perché, presso l’Archivio di deposito, addirittura non è previsto alcun tipo di personale! Infatti, lo scarso personale dell’Archivio Storico, in caso di necessità, si reca nel deposito per ricerche.

L’archivio di deposito, purtroppo, sconta il fatto che non si è mai riusciti a garantire un corretto trasferimento della documentazione dagli archivi correnti a quelli di deposito, questo perché non si è mai individuato uno spazio adeguato e a norma che potesse ospitare i versamenti.

Il risultato è che ci sono tanti spazi non idonei che occupano archivi spesso dimenticati e mai riordinati correttamente, con corretto scarto e successiva indicizzazione informatizzata.

Attualmente il deposito più grande rischia di essere ancora una volta spostato dalla sede di Via XX Settembre, essendo legato agli uffici dei tributi che sono in fitto, ma con l’aggravante che non avendo individuato un locale grande e idoneo, verrà smembrato con l’ipotesi che ogni settore si prenderà un pezzetto.

Tale scelta scellerata è in netto contrasto rispetto a quello che la norma costituzionale prevede, cioè di rendere fruibile e valorizzare il patrimonio culturale.

Un corretto riordino delle carte dell’Archivio di deposito è indispensabile per garantire una corretta e più snella operazione amministrativa che spesso ha la necessità di conoscere i precedenti, o per tutelare interessi, legali e non solo, della stessa Amministrazione e della stessa comunità dei cittadini.

3) Archivio Storico

Ma la situazione più grave la riscontriamo nell’Archivio Storico, dove i problemi sono diversi.

Anche qui segnaliamo innanzitutto la mancanza di personale qualificato: a dispetto di quello che stabilisce la legge (DPR n.1409/63 prevede all’art.31 che tutti i capoluoghi di provincia abbiano una sezione separata di Archivio Storico affidata “a impiegati che siano in possesso del diploma conseguito nelle scuole di archivistica, paleografia e diplomatica”), la nostra sez. separata di Archivio Storico, non ha alcun impiegato archivista e purtroppo, anche in questo caso, tale figura non è nemmeno previsto in pianta organica.

Il problema forse più doloroso è però quello che riguarda la grave mancanza di manutenzione della struttura: come sappiamo gli Archivi dei Comuni (soggetti per norma alla sorveglianza delle Soprintendenze Archivistiche) devono garantire la corretta gestione amministrativa delle pratiche correnti ma anche e soprattutto la conservazione della documentazione indispensabile per non perdere la memoria storica della comunità e della vita cittadina.

Purtroppo siamo costretti a denunciare il fatto che tale sede, oltre al problema di personale, ha una totale carenza di cura che rischia di mettere a repentaglio la stessa conservazione dei documenti: il sito è infatti molto umido e con gravi carenze nelle normative antincendio.

La struttura non ha un’adeguata impiantistica dal momento che è costruita su una montagna rocciosa e sorge su un ex convento religioso in un contesto storicamente ricco di sorgenti d’acqua (si pensi che anni addietro i monaci del convento facevano usufruire il popolo dei rivoli d’acqua delle sorgenti limitrofe) e quindi trattasi di un luogo fortemente umido e pericoloso per la custodia e la protezione di documenti antichi che, come sappiamo, hanno bisogno di numerose cure per poter avere lunga vita. La decisione di restaurare con fondi pubblici quello stabile doveva prevedere impianti di deumidificazione di ultima generazione per garantire la conservazione integra della bibliografia cittadina, cosa che non è avvenuta.

Pertanto, contestiamo duramente la scelta della mancata messa in sicurezza della struttura con impianti idonei alla tutela dei beni culturali: tale scelta compiuta dall’amministrazione comunale è da considerarsi dolosa e distruttiva e pertanto chiediamo un intervento di verifica da parte del Ministero, di tutti gli organi preposti e dagli ispettori della Soprintendenza archivistica che obblighino una volta per tutte l’amministrazione comunale a porre fine a queste gravi inadempienze e a rispettare la legge.

Da ciò che ci risulta, inoltre, ci sono diversi locali (tra cui alcuni adibiti a bagni) che già dai primi anni sono stati chiusi per inagibilità d’uso proprio a causa della mancanza di un sistema di deumidificazione che li ha trasformati in vere e proprie “caverne” non idonee di certo alla conservazione di documenti storici.

Siamo anche a conoscenza di mancanza di apertura e agibilità del sottotetto della struttura che poteva essere uno spazio utile e necessario per le finalità dell’archivio storico.

Ultimo problema ma non secondario, anche se collaterale all’Archivio, è quello della Biblioteca annessa: ancora una volta il Comune di Salerno non prevede in pianta organica la figura del Bibliotecario, nonostante la città abbia anche una Biblioteca Comunale situata nella Villa Carrara e, nonostante siano stati consegnati diversi fondi privati per costruire una seconda biblioteca presso la struttura dell’ex convento San Lorenzo, questa non è stata mai edificata.

Infine, con la presente, in qualità di associazioni Salute e Vita ed Help Tutela e Sostegno dei consumatori e cittadini, anticipiamo anche la nostra volontà di avviare un procedimento amministrativo di accesso agli atti, necessario sia per capire se tale struttura rispetta tutte le normative antincendio e sia per valutare se ci siano stati dei danni ai beni culturali per poi eventualmente ricorrere presso la Corte dei Conti contro l’Amministrazione comunale per aver causato un danno erariale alla popolazione a causa della scarsa conservazione del bene pubblico.

L’Archivio è un patrimonio previsto e tutelato dalla nostra Costituzione che ha la funzione di salvaguardare il patrimonio culturale di ogni città!

Purtroppo però, con amarezza dobbiamo constatare che questa amministrazione comunale, attraverso le sue azioni di sciatteria e cattiva gestione del bene pubblico, sembra non avere a cuore la vicenda, anzi, è sempre più chiaro il suo modus operandi: in linea con la cementificazione selvaggia, che già sta distruggendo il nostro patrimonio ambientale e culturale, anche sul piano del patrimonio archivistico/bibliografico si vuole eliminare il passato della città, quasi come un disegno preciso di voler cancellare tutta la nostra memoria storica.

Redazione

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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