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L’ultimo bicchiere, per favore!

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Nel 1967 l’OMS stabilisce che “droga è ogni sostanza naturale o artificiale in grado di modificare la psicologia e l’attività mentale degli esser umani”. Tali effetti vengono definiti psicoattivi, cioè in grado di modificare gli equilibri presenti in diversi livelli del nostro essere. Tutte le sostanze psicoattive, agendo sul substrato in crescita, possono influire sul funzionamento cerebrale e gli effetti possono essere tanto più gravi quanto più precoce è l’età in cui si comincia a farne uso.

L’utilizzo sconsiderato di alcool e droghe è da sempre una delle principali problematiche che riguardano gli adolescenti. I dati circa la diffusione, tra studenti in fascia d’età 15/19, di quelle che vengono chiamate nuove droghe (NPS Nuove Sostanze Psicoattive) emersi  in uno  studio promosso dall’ESPAD (European School Survery Project on Alcohol and other Drugs) e che ha coinvolto circa 30 paesi europei e all’incirca 100mila studenti nel 2016, sono decisamente allarmanti . Infatti, nel 2016, il 32,9% dei ragazzi cioè circa 800.000 studenti, riferisce di aver utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale ; il 25,9% sostiene di averlo fatto nel corso dell’ultimo anno.

L’86% riferisce di aver ‘provato’ un solo tipo di droga, mentre il 14% di averne provate almeno 2. La droga che risulta maggiormente utilizzata, e che conquista il primato assoluto, è la cannabis a cui seguono SPICE, che viene chiamata la cannabis sintetica, cocaina, anfetamine ed ecstasy, lasciando all’ultimo posto l’eroina. Siamo portati a pensare che queste sostanze agiscano esclusivamente a livello psicologico, creando realtà diverse o modificandone la percezione, ma non è propriamente questo. Le droghe agiscono su più livelli e comportano conseguenze a volte irreversibili anche a carico di vari organi.

A livello psicologico alterano gli equilibri e incidono sulla capacità di adattamento del soggetto. Agiscono inoltre sulle funzioni cerebrali, compromettendo la trasmissione degli impulsi nervosi. Hanno ripercussioni altresì nel sociale perché limitano le possibilità di inserimento dell’individuo, creando emarginazione. Ma perché gli adolescenti bevono e/o si  drogano? Un individuo assume droga per allontanare qualcosa di spiacevole, o per allontanarsene mentalmente. In questa accezione disagi familiari o personali giocano un ruolo fondamentale nell’assunzione impropria di sostanze stupefacenti. Ed è proprio mentalmente che si innesca il meccanismo di dipendenza, in quanto, una volta assunta una droga, la sensazione di piacevolezza viene registrata e poi successivamente richiamata (alla mente) quando dovranno essere affrontate situazioni simili.  Forse non tutti sanno che i ragazzi soffrono una condizione emotiva e fisica molto pesante (per questo argomento vi rimando al mio articolo https://www.sevensalerno.it/2020/05/19/il-bullo-mancato/) che talvolta può portare anche alla depressione e, in questi casi, il ricorso all’alcool ha fortissima presa tra gli adolescenti.

Non si diventa sempre dipendenti semplicemente provando una sostanza, o bevendo un bicchiere di superalcolici, ma capiamo bene come la strada che si percorre possa  facilmente determinare una ricaduta in tal senso.  Ad ogni modo dovremmo cercare di comprendere che gli adolescenti sono le persone a maggior rischio in quanto più fragili, più sensibili, più facilmente manovrabili. Il periodo di transizione da bambino ad adulto è a volte molto doloroso, molto faticoso. La stragrande maggioranza dei nostri ragazzi di età compresa tra i 13 e i 21 anni vive una condizione di scarsa autostima, poca fiducia in se stessi e difficoltà a rispondere alle richieste esterne. Il ricorso alla sostanza può rappresentare un modo per sentirsi più forti, più pronti ad affrontare la vita. Perché la droga  fa sentire più audaci, più efficienti, performanti.

Quindi il dipendente cerca di ovviare ad una situazione di malessere, ad un senso di inadeguatezza, ad un bisogno affettivo attraverso il ricorso a sostanze. Ma il punto è che il rimedio usato è peggiore del male che si vuole dimenticare perché non si risolve il problema, ma lo si aggrava. Teniamo presenti anche le conseguenze negative a livello fisico mentale, economico, etc. La relazione presentata nel 2018 dall’EMCDDA (osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze)   dimostra che, in Europa,  la disponibilità di stupefacenti cresce sempre più di anno in anno. Fra i consumatori  è diffusa la poliassunzione, mentre cresce il consumo sperimentale. Addirittura ogni anno compaiono 100/120 nuove droghe, sempre secondo gli studi dell’osservatorio europeo.  Ma la statistica più sconvolgente riguarda l’età i cui si comincia a fare uso di questi prodotti in quanto l’inizio sembra essere decisamente  precoce. Si stima che già a 10 anni faccia uso di alcool e tabacco. Il problema principale è la scarsa percezione della gravità della cosa da parte dei ragazzi. Molti adolescenti non ritengono minimamente di essere preda di dipendenze o di assumere comunque sostanze molto pericolose per la salute. Interrogati, minimizzano e manifestano atteggiamenti spavaldi, come se fossero in grado in ogni caso di avere controllo totale sulla assunzione. Infatti spesso i ragazzi ricorrono a sostanze per sentirsi a proprio agio col  gruppo dei pari,  per eliminare inibizioni espressive o magari sessuali. A fronte di insuccessi scolastici o problemi familiari.

Talvolta per noia. Quindi non solo per sballarsi o stordirsi. Considerano la droga una sorta di medicina per i mali dell’anima , un elisir miracoloso per veder le cose più rosee. C’è scarsa consapevolezza, poca informazione e conoscenza documentata.   Cosa pensano i genitori di questo  piccolo universo  dipendente, ma soprattutto conoscono il fenomeno, sono al corrente della problematica? Mediamente i genitori sottovalutano il fenomeno, tendono a banalizzarlo. Probabilmente sono confusi, o scarsamente informati. È chiaro che trovarsi di fronte a un figlio che fa uso di droghe, scoprire una realtà così drammatica non  è un’esperienza facile da subire. Bisogna essere preparati e, se non lo si è già, farlo, perché  è proprio la reazione che avranno i genitori ad  influenzare tutto l’andamento della vicenda.

Avere atteggiamenti giudicanti, insofferenti, terrorizzanti o altro non è assolutamente funzionale e dimostra scarsa capacità di gestione del dramma.  È importante che i genitori si informino, si istruiscano, in una parola conoscano l’argomento, sappiano fare differenze tra sostanze e sostanze, conseguenze sulla salute e, soprattutto, sappiano distinguere tra uso, abuso e dipendenza.

Meglio attrezzarsi in tempo utile, magari prima che ci si ritrovi di fronte a situazioni simili, e magari anche assieme ai propri figli in modo da aiutarli a comprendere e a responsabilizzarsi. Bisognerebbe sempre essere disponibili e aperti all’ascolto. La comunicazione efficace qui si esplica inviando messaggi rasserenanti, di ascolto e sostegno. Nel dialogo   coi ragazzi è bene non essere mai giudicanti,  far capire loro che, se si sbaglia si può riparare, che i loro problemi sono anche i nostri e che ci siamo e siamo con loro per sostenerli e accompagnarli nella risoluzione. Tutto ciò senza nascondere che la dipendenza è una malattia e come tale va affrontata e curata. I ragazzi sono disorientati  e confusi , alla ricerca di modi ed interventi per mettere a tacere i moti dell’animo. Genitori attenti e presenti devono trovare il tempo  del ‘parlarsi’ per poter accogliere sempre i figli   nell’eventualità di disagi che non riescono  ad affrontare. Spesso i ragazzi non sanno dare voce al loro dolore, non sanno chiedere aiuto.

Adulti equilibrati, che sappiano rivestire adeguatamente il proprio ruolo genitoriale devono trovare il tempo e le parole per sostenere e contenere la prole nel faticoso cammino verso l’adultità,  adultità che adesso più che mai, nell’era della complessità, non riesce a trovare la propria identità, ma che deve appropriarsi della maturità per offrire ai figli esempi concreti di come le difficoltà siano prove continue che la vita ci offre,  e che può capitare di sentirsi persi e smarriti di fronte ad esse,  e che ciò è del tutto naturale, ma che l’importante è non lasciarsi trascinare dal baratro delle frustrazioni, dal senso di inadeguatezza perché   abbiamo in noi tutti gli strumenti e le capacità di superare adesso,  insieme, con amore,  tutti gli ostacoli e questo ci permetterà di  diventare più forti e preparati nelle sfide del domani .

Sonia Sellitto

Pedagogista, formatore, progettista europeo. Esperto in disagio adolescenziale

Maria Rosaria Voccia

Giornalista, editore e direttore responsabile di www.sevensalerno.it e di www.7network.it. Storico dell'Arte, sono cittadina del mondo, amo la vita, l'arte, il mare, i gatti... Esperta in giornalismo eco ambientale, tecnico di ingegneria naturalistica, autrice del Format Campania in Fiamme: Criticità & Proposte, mi impegno nelle e per le campagne eco ambientaliste perché desidero un mondo migliore, per noi e per i nostri figli. Sono progettista culturale, ideatrice di Format, organizzatrice e curatrice di eventi.

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