AmbienteCronacaNews

Salerno: Fonderie Pisano, il Comitato Salute e Vita presidia la sede Arpac

L’opposizione alla richiesta di archiviazione per le Fonderie Pisano

 

“Ancora una volta con il loro comportamento omissivo e complice permettono di lasciare aperte le fonderie Pisano che non rispettano norme ambientali fondamentali e  creano rischio diossina come certificato nel maggio 2017  dall’ARPAC. A distanza di un anno e due mesi con controlli  inefficienti consente di continuare ad Avvelenare la popolazione per questo chiediamo alla Regione Campania l’azzeramento dei vertici Arpac”.

Così il Comitato Salute e Vita, che indice per venerdi 3 agosto un presidio presso la sede Arpac a Salerno.

L’opposizione alla richiesta di archiviazione per le Fonderie Pisano

Apprendiamo con sommo stupore, attraverso le principali testate della città, la notizia  dell’archiviazione nei confronti della proprietà Pisano in ordine al procedimento che vede indagato l’intero consiglio di amministrazione per la correlazione tra le emissioni delle fonderie e l’insorgenza di determinate malattie (in alcuni casi mortali) nella popolazione che vive nei pressi della stessa.

Lo stupore nasce da quanto riportato dai media e, soprattutto, dalle parole utilizzate.

Preme a questo comitato, che nasce in difesa del diritto dei cittadini di vivere una vita serena in un ambiente salubre, sottolineare che NESSUNA ARCHIVIAZIONE è stata disposta nei confronti della famiglia Pisano per il procedimento di cui sopra. Siamo certi che giornalisti così attenti e ben preparati, come quelli che scrivono sulle pagine dei nostri quotidiani locali, conoscano perfettamente la differenza tra archiviazione e RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE.

Ed è proprio perché ad oggi non è stato accertato ancora nulla che sentiamo la necessità di rassicurare i cittadini salernitani che vivono sulla loro pelle questa situazione (e che non sono “uno sterile elenco di nomi”, così come è stato scritto) che il Comitato Salute e Vita, ancora una volta sostituendosi suo malgrado agli Enti preposti che continuano ad essere complici dei Pisano  e a non svolgere il proprio ruolo , si adopererà per tutelare i diritti di tutti i cittadini e sosterrà le persone offese nell’opposizione alla richiesta di archiviazione.

L’opposizione, indirizzata al Giudice per le Indagini Preliminari, avrà ad oggetto la richiesta di prosecuzione delle stesse e, soprattutto, l’utilizzo di una corretta metodologia di indagine.

Gli errori della Procura, così come riportati dai media, riguarderebbero dei punti ben precisi e rispetto ai quali verranno suggerite nuove e ben più corrette indagini.

Il primo riguarderebbe la totale mancanza di uno STUDIO EPIDEMIOLOGICO. E ormai risaputo che l’unico modo per accertare e ricercare il nesso di causalità tra l’inquinamento ambientale e le patologie presenti in una determinata popolazione è quello di effettuare questo tipo di indagine. Solo questa, infatti, è in grado di studiare le malattie come fenomeni riguardanti una comunità e non il singolo individuo, descrivendone la distribuzione a livello territoriale e studiandone le cause.

Il secondo punto sul quale riteniamo sia stato fatto un errore rilevante, è quello di sostenere che le attività di un impianto come quello delle Fonderie Pisano possano essere origine solamente dell’insorgere di neoplasie delle vie aeree. Sembrerebbe che tra le centinaia di persone segnalate, solo 41 sono state quelle i cui casi sono stati ritenuti degni di studio.

Eppure, proprio per evitare un errore del genere, il comitato “Salute e Vita” in data 24.06.17 ha depositato in Procura la relazione medica della Onlus Nazionale  “Medicina Democratica”. Nella relazione, oltre ad indicare la strada giusta da seguire nell’indagine in questione, ovvero quello dello studio epidemiologico, così come fatto nel caso dell’ILVA di Taranto, i medici della onlus sono chiari nel riferire che l’esposizione agli agenti inquinanti  accertati e riconducibili alle attività delle fonderie Pisano possono essere  causa delle più svariate patologie quali: “patologie cardiovascolari, broncopatia cronico ostruttiva, asma bronchiale, tumori alla laringe, linfoma non-Hodgkin e leucemie”. Ma sottolineiamo che inspiegabilmente la maggior parte di tali patologie non sono state considerate nelle indagini sopra citate.

Non è chiaro il motivo per cui le centinaia di ammalati originariamente inseriti nelle indagini, sono stati “liquidati” senza neppure che la Procura si degnasse di prendere in considerazione le loro vite e le loro storie cliniche. Anche lo studio SPES (studio che, non smetteremo mai di ricordare, è stato commissionato dalla Regione Campania) ha accertato  già nella relazione parziale che nel sangue dei cittadini che vivono a ridosso delle Fonderie Pisano vi è la presenza di ben 10 metalli (che normalmente non dovrebbero essere presenti nel sangue umano o, comunque, non nei quantitativi rilevati) tra cui selenio e zinco che superano di gran lunga le quantità previste dalle leggi; dato questo che, ad avviso di molti, sarebbe sufficiente per acclarare la correlazione tra le malattie dei residenti e le attività delle fonderie. Senza considerare il fatto che gli stessi metalli sono stati rilevati in quantità elevatissime anche nel suolo e nel fiume Irno.

Se la Procura non si fosse limitata ad una consulenza sui singoli malati presi in considerazione, ma avesse chiesto a dei consulenti esperti di avviare uno studio epidemiologico sull’intera comunità, certamente i risultati non sarebbero stati così parziali.

Ricordiamo che l’area investita dalle fonderie incide, di fatto, sulla vita di più di centomila persone e pertanto 41 cartelle cliniche non possono rappresentare un quadro realistico ed esaustivo della popolazione interessata. Inoltre vogliamo ribadire che, se da queste indagini ancora non si è arrivati a dimostrare la correlazione tra attività inquinante e le patologie degli abitanti, un dato ad oggi è certo e certificato: a novembre 2017 le fonderie Pisano continuavano ad essere fuori legge con la non applicazione  di 9 BAT tra cui quella relativa al rischio della creazione di DIOSSINA, BAT che sono  necessarie per rendere valida la pur illegittima inefficace ed illecita Autorizzazione integrata Ambientale rilasciata nel 2012. In attesa di proporre formale opposizione alla richiesta di archiviazione presentata in ordine a tale procedimento, basata su un’indagine metodologicamente errata, il Comitato Salute e Vita resta in attesa di costituirsi parte civile nel procedimento penale che vede il Consiglio di Amministrazione delle Fonderie Pisano indagati per  gravi  reati ambientali perpetrati ai danni dei cittadini tutti.

La richiesta di archiviazione dei giorni scorsi nulla ha a che vedere con i reati accertati dall’ARPAC di Caserta nel  2015  che portarono a due sospensive delle attività  da parte della Regione Campania e che fecero affermare, nei provvedimenti, al dirigente della stessa Regione dott. Barretta per ben due volte che “Vi è un immediato pericolo per la vita e per l’Ambiente a causa delle Fonderie Pisano “ pertanto è accertato in maniera incontrovertibile che le Fonderie Pisano sono responsabili di inquinare a causa di un impianto NON A NORMA e che, se non fosse per l’inerzia dell’ARPAC di Salerno (di cui alcuni 3 dirigenti e 5 dipendenti sono stati rinviati a giudizio proprio per aver relazionato falsamente favorendo la proprietà Pisano) a quest’ora sarebbero nuovamente chiuse.

Comitato Salute e Vita durante Conferenza Stampa

La Battaglia per la Verità la Giustizia e la Legalità continua, respingendo con tutte le nostre forze il tentativo di RESTAURAZIONE E di cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che fin ora è venuto alla luce per fermare immediatamente le Fonderie Pisano a Fratte.

Comunicato Stampa Comitato e Associazione Salute e Vita il Presidente – Lorenzo Forte

Redazione

 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.

Leggi di più